11. TRA PIZZE E PROBLEMI

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GIULIANA

Quel venerdì mattina fui pronta per andare alla clinica per il mio ultimo giorno di lavoro della settimana. Mi ci volevano proprio un paio di giorni liberi. Siccome era stata la mia prima settimana, avevo dovuto lavorare un po' di più per familiarizzare col tutto. Poi a volte mi trattenevo a chiacchierare un po' con Mel o le altre ragazze dopo il turno, quindi tornavo quasi sempre tardi. Fortuna che Amina mi faceva trovare i suoi pancakes o qualcosa di pronto quando rientravo. Era davvero di aiuto.

Fortunatamente dopo quello spiacevole episodio in ascensore con l'adolescente in calore, non lo avevo più incontrato e quindi mi sentivo più tranquilla. Non che non lo fossi in sua presenza, ma lui era alquanto insistente e fastidioso. Credeva che tutte le donne cadessero così in basso cedendo alle sue avances? Io non ero quel tipo di donna e mai avrei ceduto. Sì, era sexy da far paura, ma tutto quel fascino passava in secondo piano quando vedevo lo squallido maniaco che era. Ma non volevo pensarci. Il lavoro mi attendeva.

Per quella giornata avevo parecchi appuntamenti, quindi sarebbe sicuramente passata molto in fretta. Mi sentivo molto a mio agio, e tutti i colleghi di lavoro erano gentili e rispettosi. Chloe mi aveva aiutata molto, ma anche il Dottor Ferraris. Avevo avuto una strana impressione quando l'avevo incontrato per la prima volta. Credevo fosse il tipo di persona a cui piaceva flirtare con le sue colleghe, invece si era rivelato l'esatto opposto. Era molto professionale, serio, composto e pronto ad aiutare. Ci andavo d'accordo. A me piacevano le persone serie.

Durante la pausa pranzo mi avviai nella mensa della clinica prendendo un tramezzino e dirigendomi al solito tavolino in fondo alla sala. Non mi accorsi che c'era proprio il Dottore accomodato lì.

'Dottoressa Costanzo, anche lei in pausa pranzo?' Chiese quando mi vide avvicinare insicura.

'Sì, avevo un po' di tempo libero tra un appuntamento e l'altro...' Sorrisi.

'Le va di farmi compagnia?' Mi fece cenno di sedermi al suo tavolo.

'Perché no...' Risposi accomodandomi di fronte a lui.

'Volevo approfittare per farle i miei complimenti per la sua professionalità. Ho sentito solo belle cose su di lei.' Sorrise sincero.

'Grazie, Dottor Ferraris. Significa molto per me.' Ricambiai il sorriso. 'Mi dica, lei è di Milano? Perché intuisco un accento diverso...' Gli chiesi curiosa.

'No, sono di Torino, ma ho studiato per gran parte del tempo qui a Milano. Vengo da una famiglia benestante che mi ha aiutato molto a farmi crescere professionalmente, e ho deciso di fondare questa nuova clinica con l'aiuto della Dottoressa Valente qualche anno fa. È davvero una donna in gamba. Ho avuto il piacere di incontrare suo marito, ma non mi è sembrato molto... come dire... socievole...' Spiegò nervoso. Scoppiai a ridere divertita. Lui alzò un sopracciglio.

'No, è che conosco il Dottor Valente e ho immaginato la scena!' Lui sembro divertito dalla cosa.

'Ha una risata molto piacevole, Dottoressa. Non permetta mai a nessuno di privarle di essa.' Disse improvvisamente serio. Rimasi per un attimo interdetta.

'Non è mia intenzione non ridere più...' Feci un'altra risatina. Lui sorrise di nuovo.

'Ottimo. Ora dovrei ritornare allo studio...' Fece per alzarsi. 'Stavo pensando, le andrebbe una pizza stasera? È un venerdì, e avevo pensato di invitarla. Si senta libera, ovviamente.' Eh? Un invito dal mio superiore? Non so che dire...

'Io non saprei... in realtà avevo pensato di rilassarmi a casa, sono davvero stanca...' Gli risposi. Non che non mi andasse, ma mi sentivo imbarazzata. Perché aveva invitato proprio me?

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