25. "COCCOLE E ABBRACCI?"

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AMINA

Tornare a casa dopo una giornata intensa come quella fu liberatorio. Avevo assolutamente bisogno di serie tv e Derek. Stranamente Marco Valente Senior sembrava aver cambiato atteggiamento nei miei confronti avendomi addirittura chiesto di fare da babysitter a suo figlio. Beh, non proprio babysitter, ma avevo capito cosa intendesse. E almeno il loro rapporto sembrò cambiare in meglio, quindi tutto sommato il mio intervento aveva avuto successo. Vedi che sei magnifica, Amina? In più passare il pomeriggio con coso non era stato proprio da voltastomaco, anzi. Mi ero sentita anche un pochino a mio agio. Giusto un po, eh. Non esageriamo, coscienza... Coso sembrava diverso, un altro ragazzo con una personalità più accettabile per essere del genere maschile. Ma solo un po'.

Il tempo di tornare a casa e riposarmi che ebbi una chiamata da Thomas. Cosa voleva?

'Mi dia una buona motivazione per cui dovrei risponderle, Smith.' Gli dissi non appena appoggiai il telefono all'orecchio.

'Sono il suo collega preferito e... le voglio bene?' Provò lui.

'Disgustoso. Vuole farmi vomitare arcobaleni?' E lo sentii ridere a codeste parole.

'Semplicemente avevo voglia di sentirti, Amina...' Aggiunse non appena smise di ridere.

'Bleah! Come ti viene in mente? Cosa ne hai fatto del Tom che conosco?!' Esclamai.

'Questo è il Tom fuori orario lavorativo, mi sa. Sai, stavo pensando in questi giorni se chiedertelo o no, ma ero troppo in imbarazzo per farlo. Sai, sono anche timido e tendo a nascondere le mie emozioni e a non esprimermi come dovrei. In più quando sono in ansia, ti sembro spavaldo e-'

'Tom? Arriva al dunque, per favore. Parlare a vanvera non ti aiuta.' Lo stoppai prima che avesse continuato il suo discorsetto fino a che morte non ci separi.

'Ehm... sì, hai ragione. Quello che volevo chiederti è se vorresti uscire con me domani... e se andrà benino, se ti piacerebbe approfondire la nostra conoscenza...' Disse lasciandomi per un attimo interdetta. Mi stava chiedendo di uscire con lui, tipo come un vero e proprio appuntamento? Peggio ancora, mi stava indirettamente dicendo che gli piacevo?!

Rimasi per un lungo attimo in un silenzio tombale alla Valente, attimo in cui non sapevo cosa cavolo rispondere. Tom era... accettabile come essere umano. Era "cute". Ma lo vedevo come qualcuno da poter frequentare in quel senso? Oddio, ero in panico! Ed io ero il peggio nelle situazioni come quelle!

'Ehm... non devi rispondermi subito, sai? Puoi pensarci e farmi sapere. E poi pensa che se non andrà bene al primo appuntamento potremo tornare a comportarci come sempre dimenticandoci tutto.' Probabilmente notò il mio leggero imbarazzo.

'Uh... ok... ti faccio... sapere... Addio.' E staccai la chiamata lasciandolo probabilmente più confuso di prima. Avrei dovuto dirgli dell'altro?

In ogni caso decisi di non pensarci ulteriormente e accendere la tv per svagarmi. Purtroppo il viso di coso appariva nella mia mente senza chiedere neppure il permesso - maleducato come sempre! - e invadeva i miei pensieri. Quando gli avevo raccontato un po' della mia vita mi aveva ascoltato senza dire altro e senza interrompermi, e dopo era sembrato essere senza parole. "Mi hai stupito", mi aveva detto. Era stato lui a chiedermi di raccontargli un po' di me. Perché mai voleva saperlo? Per quale motivo gli interessava? Eravamo tornati a casa dopo ciò senza aggiungere parola e lui sembrava essere con la testa tra le nuvole. Ci eravamo semplicemente salutati come due completi estranei e rientrati nelle nostre proprie case come se nulla fosse mai successo quella giornata. Allora perché sentivo come se una strana barriera fosse stata distrutta tra me e lui? Perché sentivo come se finalmente potevamo parlare apertamente senza più quei battibecchi senza motivo?

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