51. L'IDENTITÀ DEI GEMELLI

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GIULIANA

L'idea era stata di Matt. Io non volevo subito portare le mie cose a casa sua e le cose di Junior a casa di Amina. Mi sembrava come un tradimento, ma lui aveva insistito dicendo che i ragazzi erano ancora più innamorati ora che avevano passato del tempo insieme in un ospedale e che quindi sarebbero stati contenti di vivere insieme. Il problema era che Matt non conosceva Amina e dubitavo fosse contenta della cosa. Comunque mi ero fatta fuorviare da lui e, un po' per l'eccitazione, avevo iniziato a spostare tutte quelle cose da un appartamento all'altro. Di certo non sapevamo del ritorno improvviso dei due piccioncini malandati e, trovarceli di fronte proprio mentre stavamo trasportando pacchi, mi aveva fatto sentire male. Soprattutto guardare negli occhi di Amina.

L'avevo fatta davvero grossa e lo capii dalla reazione della mia amica. L'avevo tradita per il fatto di non averglielo comunicato in anticipo. Era anche in quello stato, stampelle alla mano, e io non avevo fatto altro che trascurarla per pensare ai fatti miei. A parte che mi avevano nascosto tutto ciò che era accaduto a casa di Yago per non farmi venire un colpo essendo incinta, ma quando l'avevo saputo qualche giorno dopo ero rimasta di stucco e avevo lanciato parolacce a go go verso Matt.

Comunque niente mi giustificava per ciò che avevo fatto. Ero imperdonabile, e ciò trasparì dal dito medio che Amina mi fece mentre scambiava saliva con Junior. Sapevo che sarebbe stato difficile farmi perdonare.

Come previsto infatti, nei giorni successivi Amina non si fece né vedere né sentire. Sembrava essere in buoni rapporti con Junior visto che non avevo ancora sentito piatti volare. Avevo quindi lasciato passare qualche giorno prima di bussare alla sua porta e cercare di rimediare al danno fatto.

Quando bussai fu proprio lei ad aprire.

'Sì? Chi è lei?' Rispose con un sopracciglio alzato.

'Ehm... possiamo parlare?' Le chiesi.

'Non mi sembra che io e lei abbiamo qualcosa di cui parlare.'

'Per favore, vorrei chiarire con te. Non mi piace rimanere in cattivi rapporti...'

'Non c'è niente da chiarire, Giuls. Quel che hai fatto è stato meschino. Mi sono sentita tradita.'

'Non l'ho fatto né con cattiveria né con secondi fini. Matt pensava fosse una buona idea e mi sono lasciata prendere la mano, ma non volevo offenderti o tradire la nostra amicizia.' Le spiegai.

'Ero ancora con le stampelle, Giuliana. Ero appena uscita da quell'ospedale e tu hai perfino abbandonato la casa che condividevamo per piazzare M.J. al tuo posto senza nemmeno avvisarlo. Non si fa. Ci sono rimasta male.'

'Io e Matt credevamo di fare qualcosa di buono e non qualcosa di male...'

'Sì, ma non è che Matt è il santo di turno che tutto ciò che dice si trasforma in oro colato! La realtà è che egoisticamente ha smammato suo cugino in un battibaleno per avere te, senza pensare alle conseguenze. Avete fatto dei piani in anticipo senza consultarci ed è una cosa che mi manda su tutte le furie, non ci posso fare niente.'

'Io aspetto due bambini da lui, Amina. Prima o poi dovevamo vivere insieme...'

'Ma non organizzando le cose di nascosto. Proprio non riesco ad accettarlo. Aspettavate che tornavamo da quel maledetto ospedale e ne parlavate con noi.'

'Hai ragione, abbiamo sbagliato... però sai che non farei nulla per offenderti di proposito, vero, Amina?'

'Lo so. Ti conosco da anni.'

'E vogliamo rimanere così dopo tanti anni di amicizia?'

'No, ma mi deve passare prima.'

'Non puoi abbreviare i tempi? Per me?' Le feci il musetto triste e gli occhioni dolci.

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