24. UNA RAMIREZ

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CARLOS

Quel sabato mattina non potei fare altro che pensare alla sera prima e all'incontro con quella donna. Cecilia Riveira era più astuta di quanto pensassi, ma sicuramente non aveva messo in conto con chi si era messa contro. Bastava solamente essere cauti e non far arrivare a suo padre il messaggio sbagliato, ecco perché mi toccava parlare con papà al riguardo. Le ragazze avevano ragione e così avrei fatto.

Mi avviai in cucina per fare colazione e trovai Aida già seduta al tavolo con mamma.

'Buongiorno, donne di casa...' E andai dalla mamma a darle un bacio sulla guancia. Sapevo quanto lo adorava.

'Buongiorno tesoro. Ti servo la colazione!'

'Tranquilla, mamma. Mi servo da solo.' Le feci un occhiolino.

'Il solito lecca sederi...' Mormorò mia sorella alzandosi dalla tavola.

'Aida!' La richiamò mamma.

'Che c'è? Ho finito e sto andando via. Devo incontrarmi con alcune compagne di scuola... Addio!' E con quelle parole sparì dalla cucina.

'Tua sorella mi preoccupa ogni giorno di più... credi si metterà nei guai?' Chiese preoccupata.

'Credo che sarà inevitabile...' Risposi pensieroso. 'Ma sai papà dov'è?' Le chiesi.

'È scappato via non appena ha avuto una chiamata urgente. Sembrava importante...' Spiegò.

'Capisco... Dopo lo chiamo e gli chiedo se ha bisogno di qualcosa.' La rassicurai. Lei mi sorrise.

'Sai sempre cosa fare, tesoro...'

E quindi dopo la colazione andai in camera mia per chiamarlo. Era strano fosse scappato via così improvvisamente. Problemi in azienda? Dovevo esserne sicuro, e poi dovevo anche sapere quando tornasse per raccontargli del mio problema. Presi il telefono e notai dapprima il messaggio del buongiorno di Licia a cui risposi chiedendole come stava. Poi digitai il numero di papà e chiamai. Dopo molti squilli rispose.

'Carlos?'

'Papà? È successo qualcosa in azienda? So che sei andato via di corsa...' Chiesi preoccupato.

'No, non riguarda l'azienda... poi ti spiego a casa...' Sembrò voler evitare la risposta.

'Ho bisogno che mi spieghi per sommi capi. La mamma era preoccupata e vorrà sapere.'

'Ascolta, Carlos, non so se dirglielo alla mamma-'

'Papà, altre bugie? Altri segreti? Dimmi cosa cavolo succede ora!' Mi arrabbiai. Cosa gli succedeva ultimamente?

'Sono dovuto correre da Tiziana. È successo un guaio e sto cercando di aiutarla.' Spiegò sospirando.

'Papà, non puoi correre da lei ogni volta che ha bisogno! E poi perché chiama te?!' Mi alterai. Ora la situazione stava davvero sfuggendo loro di mano.

'Avresti lasciato sola un'amica che è appena stata pestata a sangue da alcuni uomini?!' Sbottò lui. Cosa? Pestata a sangue?

'Cosa stai dicendo? E come sta?' Mi allarmai.

'Male. Non è voluta andare in ospedale e quindi ho dovuto medicarle le ferite personalmente. È dolorante e confusa. Mi dispiace lasciarla sola...'

'Ma hai saputo il perché di questa cosa? C'era un motivo dietro?' Cercai di capire.

'Sì, c'è un motivo grave e se non intervengo questa storia non finirà mai. Ma ti spiegherò da vicino.' Povera Tiziana...

'Ma ora credi di stare lì con lei? Devi tornare a casa, papà...' Lo feci ragionare.

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