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BELLA SWIT
Mi misi a correre finché non arrivai alla riva del Lago Nero, mi gettai sulla solita roccia e iniziai a piangere senza neanche rendermene conto. Piansi per Draco, perché era inutile ormai negare l'evidenza. Mi stavo pian piano innamorando di lui, mi stavo innamorando dei suoi sorrisi anche se non erano rivolti a me, mi stavo innamorando delle sue espressioni di collera di quando non era d'accordo su qualcosa, o di quel suo ghigno di concentrazione misto a nervosismo di quando litigava con Blaise Zabini mentre giocavano a Scaccobolle.
Mi ero innamorata di lui nel momento meno opportuno, mi ero innamorata di lui quando i suoi sguardi erano invisibili e io ne avevo bisogno. Mi ero innamorata di lui così, come in un battito di ciglia, eppure mi ero innamorata,  ma avrei continuato a negarlo all'infinito, perché ero sicura che se lo avessi accettato, anche solo per un attimo, il mio cuore avrebbe fatto i salti gioia alla vista di lui e poi si sarebbe sgretolato lentamente per quel suo atteggiamento tanto rude e presuntuoso. Ero sicura che se mi fossi innamorata, sarebbe stato paradisiaco all'inizio e infernale alla fine. Mi sarei rotta in mille pezzi finché i cocci che mi mantenevano su mi avrebbero portato nelle profondità del mio essere.

Il professor Piton era arrivato inspiegabilmente alle mie spalle, un po' come la migliore amica di turno che ti insegue quando scappi via dal ballo come Cenerentola. Lui non era la mia Fata Madrina, ma infondeva un senso di fiducia che mi era difficile ignorare.
"Scusi se sono corsa via nel bel mezzo di una conversazione" dissi singhiozzando. Lui pian piano iniziò ad avvicinarsi fino a sedersi accanto a me. Si guardò intorno e, dopo essersi accertato che non ci fosse nessuno, si voltò verso di me. "Sta piangendo" notò in un tono quasi dolce. Non sapevo cosa rispondere perché per la prima volta mi sentivo a disagio... Non era da me piangere davanti alla gente, eppure stava succedendo proprio davanti al mio professore di Pozioni!
"Sì... Mi scusi" mormorai asciugandomi velocemente le lacrime. Lui mise una delle sue grandi mani pallide sulla mia spalla e mi guardò in modo severamente premuroso. "Si sta scusando perché piange, Bella?" Io feci spallucce e sorrisi dolcemente, leggermente imbarazzata da quella strana situazione. "Problemi d'amore, eh?" Era più un'affermazione che una domanda, ma il mio orgoglio si rifiutava di mostrarmi come una stupida ragazzina che piange per uno stupido idiota... Nonostante fosse quello che stava accadendo...
"Non so di cosa stia parlando, Professore" dissi negando l'evidenza e distogliendo lo sguardo. Lui sollevò un sopracciglio e mi guardò incredulo.
Mi sembrò di ritornare al negozio di intimo in cui eravamo andate io e Ginny pochi giorni fa: lei mi aveva messo davanti due tanga e io non sapevo quale scegliere, ma non perché fossi indecisa tra i due, ma piuttosto perché avevo già adocchiato degli slip perfettamente normali che Ginny avrebbe chiamato "mutande della nonna".
Avevo negato l'evidenza talmente tante volte nella mia vita, che ormai sembrava che stessi vivendo nella menzogna.
"D'accordo" mi arresi "è vero, mi sto innamorando" affermai puntando lo sguardo sulla scura e luminosa distesa del Lago Nero... Era così bello di notte.
"Errore madornale signorina Swit!" Esclamò improvvisamente Piton "Ma d'altro canto, cosa c'è da aspettarsi da una Grifondoro che piange per colpa di un ragazzo con così poco gusto per le ragazze, come Draco Malfoy? Vedo una ragazza coraggiosa, intraprendente e che emana felicità... Buttarsi via per uno sciocco Serpeverde che potrebbe avere una ragazza con delle qualità sorprendenti..." Ragionò facendomi anche un po' ridacchiare. Il Professor Piton sapeva anche essere buffo a volte, pensai.
"Sbaglio, o anche lei era un Serpeverde?" Chiesi asciugandomi le ultime lacrime. "Proprio così, infatti ricordo bene che i Serpeverde una volta avevano dei gusti sopraffini nello scegliere la propria ragazza".
Avrei voluto abbracciarlo e dirgli che  avrei voluto che fosse mio amico, o forse ancora di più, mio padre. Non ricordo bene cosa dissi, ma ricordo perfettamente il viso di Piton andare a fuoco e la sua espressione rilassata contrarsi terribilmente in una smorfia di rabbia. Si alzò in piedi e iniziò ad urlarmi come faceva con Ron quando sbagliava le pozioni. "MA COSA VAI BLATERANDO STUPIDA RAGAZZA! IO NON SONO TUO PADRE!"
Mi accorsi immediatamente di ciò che avevo fatto e mi alzai immediatamente anch'io. Con un filo di voce iniziai a balbettare "Mi scusi, signore, davvero non so cosa mi sia passato per la testa... È solo che immagino sempre che mio padre mi conforti quando sono triste. Per favore, non si arrabbi! Lei è la cosa più vicina ad un padre che abbia mai avuto!"
Lui mi guardò e Dio solo sa cosa ci vidi in quelle iridi color ossidiana... Ci vidi stranezza, terrore e, per una frazione di secondo, giurai di averci visto anche un po' di amara dolcezza. "Non mi interessa niente della tua vita privata e dei tuoi pensieri più reconditi. Tu e Potter siete due ragazzini che non fanno altro che piangersi addosso per le ingiustizie della vita e per qualche sentimento amoroso non ricambiato o andato nel peggiore dei modi! Beh, ti risveglio dal tuo sonno profondo: LA VITA NON È GIUSTA, SIGNORINA SWIT! SE NE FACCIA UNA RAGIONE!" Detto ciò se ne andò e io rimasi sola, di nuovo.
Lo guardavo allontanarsi come se fosse la centesima persona che vedendo andare via, ed era tutta mia la colpa. Avevo risvegliato il sentimento di odio verso di me che Piton manteneva per tutti gli altri studenti; credevo di essere speciale per lui, perché in qualche modo, lui lo era per me. E invece avevo rovinato ogni cosa.

Il castello si stava ormai svuotando al mio ritorno. Gli studenti iniziavano a tornare nei propri dormitori: i ragazzi con le camicie sbottonate e le ragazze con i tacchi a spillo in mano. Avrei voluto essere anch'io una di loro, essere felice e soprattutto, essere innamorata di qualcuno che ricambiava i miei sentimenti. Fu proprio mentre pensai questo che una strana discussione arrivò alle mie orecchie. Mi nascosi dietro la statua della Strega Orba per ascoltare meglio e riuscii anche a vedere qualcosa.
Pansy Parkinson uscii da uno sgabuzzino sistemandosi il vestito e sollevandosi le spalline che le erano cadute. Draco la seguiva annoiato tirandosi su la zip dei pantaloni e infilandosi la giacca sgualcita. Sgranai gli occhi nel capire cosa fosse appena successo e la vista mi si annebbiò di nuovo per le lacrime che a breve avrebbero ricominciato a scendere. Ma non era tutto...
"Bella? Mi hai chiamato Bella? Credevo che ormai il mio nome lo avessi imparato, stupido Malfoy!" Urlò lei guardando Draco in cagnesco e completamente rossa dalla testa ai piedi. Era diventata del colore del mio vestito e non posso negare che, dietro quel sentimento di estrema delusione, stavo gongolando...
Tuttavia, non potevo sopportare ancora quella sofferenza. Dovevo smettere di inseguire un ragazzo che si faceva le tipe negli sgabuzzini e poi sbagliava pure nome.

Corsi nel mio dormitorio quando i corridoi erano ormai deserti. Non volevo che qualcun altro mi vedesse piangere come una tredicenne. Per qualche strano motivo, Ginny non era ancora tornata, così andai in bagno, mi tolsi i vestiti e mi misi sotto l'acqua fredda della doccia. Con il trucco che mi colava, scivolai lentamente con la schiena sulla parete della doccia, misi le gambe al petto e la testa fra esse.
Era la serata più brutta di tutta la mia vita: il mio cuore si era spezzato due volte. Ma dovevo andare avanti e smettere di farmi del male; dovevo farmi coraggio perché sarebbe passato tutto, dovevo solamente imparare a sopravvivere perché, credetemi, che c'è una differenza esorbitante fra vivere e sopravvivere.

𝑺𝑬𝑴𝑷𝑹𝑬 🌹||𝑫𝒓𝒂𝒄𝒐 𝑴𝒂𝒍𝒇𝒐𝒚 Where stories live. Discover now