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BELLA SWIT
Dal giorno della litigata con mio padre mi chiedevo se fossi veramente morta per lui,non mi parlava, non mi guardava neanche.
La mia pancia cresceva e con lei, la temibile consapevolezza che a breve avrebbe iniziato a vedersi. Ero al terzo mese e ancora non avevo detto niente a Draco. Non riuscivo a trovare il coraggio di farlo ,e in più, lui non c'era mai, nemmeno per i corridoi,qualche giorno fa lo vidi in sala grande mentre giocava con la forchetta nel suo piatto pieno di cibo che non avrebbe sicuramente consumato ,aveva gli occhi rivolti verso il basso e sembrava distaccato dal mondo,vedevo Blaise che cercava di parlargli, ma quest'ultimo si limitava ad annuire per poi lanciare la sua forchetta nel piatto,aveva delle occhiaie violacee sotto agli occhi segno di una stanchezza e evidente in più avevo notato anche un insolito dimagrimento: ogni giorno mangiava poco e niente, beveva solo il suo solito caffè amaro mattutino mentre leggendo le pagine della Gazzetta del profeta,lo guardavo sempre, era sempre nei miei pensieri, volevo sapere cosa gli stesse succedendo,volevo sapere cosa gli passasse per la testa ,volevo sapere cosa gli stava succedendo, "cosa è successo di così grave da distruggerlo così lentamente ?"mi domandai mentalmente ,non riuscivo a sopportare i sensi di colpa per non avergli detto di essere incinta ,ogni volta che lo vedevo, quelle rare volte in biblioteca, volevo sbattergli tutta verità in faccia, volevo dirgli che sì, è bastata una sola scopata a farmi rimanere incinta. Volevo dirgli tante di quelle cose, che improvvisamente me le scordai.
Non dissi niente neanche a Remus, stavamo ancora recuperano il nostro rapporto e non volevo allontanarlo ulteriormente. In più avevo paura di ferirlo, di ricevere un suo sguardo pieno di odio, ma sapevo che infondo dovevo dirglielo, sapevo che avrei dovuto informarlo di una cosa del genere.
L'unica persona a conoscenza della mia situazione, era Ginny. Un pomeriggio, mi trovò in bagno a vomitare anche l'anima. Mi abbracciò e mi rassicurò che ci sarebbe stata le sempre e io la strinsi un po' di più, ringraziandola in silenzio per aver capito tutto senza bisogno di parlare. Mi aiutò in quel periodo, iniziando dalla nausea, chiedendo aiuto a Madama Chips e stringendomi a sé nei momenti di crisi.
Mi rigirai nel letto. Il pensiero di poter allontanare anche Remus era micidiale, mi erano rimasti solo lui e Ginny... Harry non sapevo più che fine avesse fatto. Anche a lui avrei dovuto dirgli tante cose, ad esempio che eravamo fratellastri, forse avrei dovuto dirlo anche a Ginny che più di tutti meritava di sapere la verità.
Erano le cinque del mattino, tra poco si sarebbero svegliati tutti, così andai in bagno a farmi una doccia. Mi misi davanti allo specchio e iniziai ad accarezzare la leggera rotondità della mia pancia, era così piccola... Mi ridestai dai miei pensieri quando sentii Ginny alzarsi dal letto, segno che si era svegliata. Riconoscevo il familiare suono del suo letto che scricchiolava di poco. "Ginny che si sveglia da sola senza le cannonate? Miracolo" pensai mettendo un piccolo sorriso sulle labbra. Uscii dal bagno e incontrai una Ginny assonnata ancora seduta sul suo letto. I capelli erano tutti disordinati. "Buongiorno" la salutai con un sorriso sulle labbra iniziando a vestirmi. "Buongiorno, devo fare la pipì e devo anche preparami" mi rispose quest'ultima alzandosi svogliatamente dal letto dirigendosi subito dopo verso la porta del bagno. Mi avvicinai al mio specchio truccandomi con del mascara sugli occhi e del lucida labbra sulle sulle labbra. Mi feci una coda, sorrisi divertita alla risposta di Ginny per poi sentire la porta de bagno chiudersi e l'acqua della doccia riaprirsi. Mi avvicinai alla sedia vicino alla porta e presi in spalla la mia tracolla piena di libri e pergamene che avevo finito di scrivere ieri. "IO INIZIO A SCENDERE IN SALA GRANDE, STO MORENDO DI FAME" urlai a Ginny. "VAI, NON PREOCCUPARTI, TI RAGGIUNGO DOPO" urlò di rimando. Uscii dalla mia camera e iniziai a incamminarmi verso la Sala Grande. Era un venerdì mattina abbastanza tranquillo, gli allievi di Hogwarts iniziarono a correre da una parte all'altra verso la Sala Grande. C'era chi entrava e chi usciva, chi aveva ancora la colazione in mano e chi invece stava ripassando per un interrogazione. Svoltai l'angolo e vidi Draco con il suo solito gruppetto di amici. Questo non mi impressionò molto, piuttosto fu quando vidi Pansy Parkinson rivolgermi un sorriso maligno. Si voltò verso Draco, che stava parlando con Blaise Zabini, gli prese il viso tra le mani per poi posare sulle sue labbra un bacio passionale. Sentii un certo conato di vomito salirmi e iniziarono a scendermi alcune lacrime. Vidi Draco aprire gli occhi mentre era ancora perso nel bacio, puntò gli occhi nei miei ed io scossi la testa in segno di negazione, per poi correre in direzione dei bagni. Mentre correvo sentivo i suoi passi veloci dietro di me. "BELLA" urlò, entrai nel bagno avvicinandomi velocemente al water vomitai quel poco che avevo in corpo, sentii i suoi passi avvicinarsi a una me accovacciata a vomitare. Una sua mano calda sulla mia nuca mi fece rabbrividire. Lo sentii prendere i miei capelli, spostandoli di lato per non farmeli finire in faccia. Le lacrime mi scorrevano rapide per lo sforzo e sfinita mi addossai alla parete fredda del bagno. Ero sudata e tenevo gli occhi chiusi mentre cercavo di regolarizzare il respiro. Ero così stanca e non ce la facevo più a tenermi tutto dentro. Volevo svuotarmi, esattamente come avevo appena fatto nella tazza del water. 
"PERCHÉ?" Urlai di scatto. Volevo che i miei occhi sembrassero delle lame incandescenti, che si infilzassero nei suoi violentemente. Doveva capire che non era un gioco per me. Draco mi guardò frustrato, puntò gli occhi verso il soffitto con un'espressione pensante, come se dovesse inventarsi una scusa. Pensavo che avrei accettato qualsiasi motivazione, vera o falsa che fosse, giusta o ingiusta. Lui mi aveva usata, mi aveva dimostrato che ci teneva solamente per prendermi in giro e tradirmi ripetutamente con Pansy Parkinson. Quindi non avevo bisogno della verità, volevo solamente dimostrare a me stessa che sarei stata forte e sari sopravvissuta in qualsiasi circostanza.
Vidi quel ghigno malefico sulle sue labbra e capii che non era la mia giornata fortunata. "Bella, sai com'è, avevo un erezione quel giorno e tu eri l'unica nei paraggi." Disse sorridendo verso il soffitto del bagno. Lo guardai cercando di asciugarmi le lacrime, lui tornò serio non appena i nostri occhi combaciarono alla perfezione. Mi guardò per qualche istante e avrei giurato di averci visto passare per una frazione di secondo una fiamma di paura. Distolse lo sguardo da me guardandosi intorno, mi alzai lentamente cercando di avvicinarmi a lui. Ero schifata, delusa, arrabbiata e chi più ne ha più ne metta.
"Tu..." dissi in un sussurro soffocato, lo vidi innervosirsi di più e la sua mascella si contrasse, le sue mani si strinsero a pugno. "Si, BELLA, TI HO USATA. E COSÍ DIFFICILE DA CAPIRE? SEI DAVVERO COSÍ STUPIDA DA PENSARE CHE IO MI SAREI INNAMORATO DI TE? HAI DAVVERO PENSATO CHE AVREI POTUTO ACCETTARE QUALCOSA DI TE? SEI STATA SOLO IL PASSATEMPO DI UNA NOTTE" ringhiò. Non mi stava neanche guardando e io avevo perso tutta la lucidità in un secondo, un solo secondo che mi bastò per allungare la mano in un sonoro schiaffo. "TU SAPEVI COSA PROVAVO PER TE E MI HAI USATA COMUNQUE?" urlai. "Così pare" borbottò abbassando lo sguardo. "Io non ti credo" risposi momentaneamente calma. "GUARDAMI NEGLI OCCHI E DIMMI CHE NON MI AMI, DIMMI CHE NON TI IMPORTA NIENTE DI ME E IO TI PROMETTO CHE NON INTRALCERÒ MAI PIÙ LA TUA VITA. TI PROMETTO CHE SCOMPARIRÒ E CHE SARÀ TUTTO ESATTAMENTE COME PRIMA, SARÀ COME SE NON CI FOSSIMO MAI CONOSCIUTI". Scandii quelle parole mentre le mie mani spingevano ripetutamente sul suo petto. Non lo destabilizzai neanche per sbaglio. Fece un respiro profondo, sposando lo sguardo nel mio. "Bella" lo sentii sussurrare. Il suo tono di voce era dolce i tratti del viso rilassati. Mi mise una mano sulla guancia accarezzandola lentamente, si avvicinò a me, chiusi gli occhi, ma lui continuava a guardarmi. Annusò il mio profumo, mentre il suo invadeva i miei sensi. Mi sembrò di essere in paradiso, anche se stavo passando le pene dell'inferno. "Apri gli occhi" sussurrò vicino al mio orecchio. Obedii e alla fine capii che il vero paradiso si rifletteva nei suoi occhi ed era reale. "Non mi è mai importato niente di te. Io non ti amo."
Qualcosa sprofondò nel mio petto, non era un dolore impercettibile, ma crudo, terribile, esattamente come doveva essere l'inferno. Staccò la mano dalla mia guancia e si allontanò. Mi guardò un'ultima volta prima di attraversare la soglia della porta per poi chiuderla subito dopo,Il mondo mi cadde addosso, non avevo più la forza di andare avanti. Dolore, ecco quello che provavo, non riuscivo neanche più a piangere e la parte peggiore, era che io lo sapevo. Sapevo tutto: che lui mi aveva solo usata, che non gli importava niente, che non mi amava. Lo sapevo, eppure soffrivo lo stesso.
Dicono che la parte più brutta di una situazione spiacevole è non piangere, perché proprio in quel momento inizia il conto alla rovescia e solo io non volevo sapere a cosa mi avrebbe portato quando sarebbe scoppiata.

𝑺𝑬𝑴𝑷𝑹𝑬 🌹||𝑫𝒓𝒂𝒄𝒐 𝑴𝒂𝒍𝒇𝒐𝒚 Where stories live. Discover now