Cap. 23 - Ribelli

229 36 33
                                    

"Hello Baby..."
"Hello Daddy..."

Mi ha decisamente colta di sorpresa. Lo studio in cui ci ha rinchiusi non è uno qualsiasi, ma il suo regno privato: l'ho riconosciuto immediatamente dalla gigantesca scrivania addossata alla parete ricoperta da duecento fogli, altrettanti libri e l'enorme computer.

"Mi è giunta voce che oggi è il tuo ultimo giorno... Pensavi di andartene senza nemmeno salutare?" Non pensavo di doverlo salutare sinceramente. Nelle uniche due volte in cui ci siamo visti non ci siamo parlati più di tanto, anzi. Nella prima abbiamo rischiato di limonare e nella seconda abbiamo limonato di brutto.

A meno che...

"Hai ragione Nam, perdonami. È che non ho avuto modo di incrociarti questa settimana ed ero convinta fossi molto impegnato..." "Effettivamente lo sono, ma qualche minuto per te posso trovarlo, non preoccuparti..." Mi ha incastrata tra le sue braccia aperte con la schiena contro la porta e mi sta fissando come se volesse mangiarmi. In confronto alla sua stazza mastodontica sono uno scricciolo insignificante ma stranamente non mi sento affatto a disagio con lui, anzi... È come se mi facesse sentire protetta.

"Volevo rivederti, Baby..."

Rivedermi dopo la serata Bomboclaat? O rivedermi dopo il post serata Bomboclaat?

Si abbassa verso il mio collo, respirandomi addosso e mi lascio invadere dal suo profumo speziato, intenso, virile, pazzesco. Esattamente come lo ricordavo, forse meglio.

"Ah sì?" Non riesco ad aggiungere altro, persa come sono nella sua morsa assassina. La carica erotica che mi trasmette questo ragazzo ogni volta che si avvicina è micidiale. Assurdo.

"Mh...mh..." Annuisce dolcemente e inclina la testa per incastrare la bocca sulla mia, incollandosi al mio corpo ma senza toccarmi: i suoi palmi sono rimasti appoggiati alla porta, ai lati delle mie orecchie. Cerco di stare al suo gioco e resisto dall'impulso di avvinghiarmi a lui: vorrei stringere quelle spalle possenti, perdermi in quei pettorali e lasciarmi stritolare dai suoi bicipiti. È sempre stato ben piazzato ma ultimamente è davvero pompato; deve allenarsi almeno quanto Jungkook.

"Sei impossibile Baby..."

Io?? Cosa avrei fatto scusa?

"Non riesco a scollarmi da te, sei come una droga... È da quando ho visto il tuo video su YouTube che non ti levi dalla mia testa..."

Namjoon ma... Ti rendi conto di cosa mi stai dicendo?

La sua voce è un sussurro roco e mi sta arrivando dritta dritta tra le gambe. Mi sollevo sui talloni e mi allungo verso di lui avvinghiando la lingua alla sua, impaziente, decisamente sconsiderata e incurante di dove sono. È il mio ultimo giorno qui dentro, chissenefrega di tutto e di tutti. Risponde al bacio divertito, giocando con me, stuzzicandomi, fino a costringermi a inseguirlo fuori dalle nostre bocche, le punte delle lingue di entrambi che si punzecchiano tra i nostri volti vicini, diaboliche, istigatrici, consapevoli della via verso il non ritorno che ci stanno facendo intraprendere.

Rimaniamo così, quasi duellando l'uno contro l'altra, gli occhi socchiusi, il respiro sempre più in affanno, portando avanti questo strano bacio che sa di peccaminoso. Nessuno dei due si azzarda a toccare il corpo dell'altro, come una gara erotica di resistenza in cui non si può cedere, come due demoni che debbano stabilire chi abbia diritto al dominio nel regno degli Inferi.

Finché il palmo della sua mano non scivola lungo il bordo della porta, scendendo fino all'altezza del mio fianco. Pochi centimetri, pochi millimetri, senza avvicinarsi, senza toccarmi, ancora questa maledetta gara che mi sta massacrando. È decisamente troppo. Lancio le braccia oltre il suo collo e lo stritolo verso di me affondando tra i suoi capelli azzurro cenere, aprendogli un varco per raggiungere quella che sappiamo essere l'obiettivo di entrambi. Ha vinto lui, che faccia quello che vuole.

Dance With Me [K.Th 💣 Completa!!] Where stories live. Discover now