Cap. 28 - Delta

174 36 2
                                    

Cosa può saperne una ragazza di sedici anni di cosa è giusto e cosa è sbagliato? Nulla. Assolutamente nulla. Soprattutto se un tumore al seno le ha appena portato via la madre e se il padre per non lasciarsi distruggere dal dolore ha deciso di buttarsi a capofitto nel lavoro. Avevo tutto: una famiglia meravigliosa, una bella casa, degli amici fantastici. Poi all'improvviso più nulla.

Due mesi dopo la morte di mia mamma mio papà fu promosso a responsabile delle vendite: un bel colpo per la sua carriera e per il suo stipendio. Peccato solo che questo comportasse lasciare la mia amata Hiroshima e trasferirsi a Tokyo. Se nella mia piccola città potevo contare sul supporto delle mie compagne di classe, delle mie amiche di danza e del mio fidanzatino dell'epoca una volta trasferita nella capitale mi sentii sopraffatta. Era tutto troppo grande. I palazzi, i negozi, la stazione degli autobus, le strade, la metropolitana, perfino la mia nuova casa. Immensa, con un soggiorno da fare invidia ai migliori locali della movida urbana. Peccato che io non avessi nessuno da invitare a far serata, perché non avevo amici.

La verità è che cambiare vita da adolescente è una merda. Sei troppo grande per stringere nuovi rapporti, troppo piccola per rimanere a Hiroshima e vivere da sola e troppo lontana per mantenere le vecchie amicizie. All'inizio ci abbiamo provato, con messaggi, videochiamate su Skype, compleanni festeggiati a distanza. Ma mese dopo mese i contatti diventavano sempre più sporadici, le telefonate sempre meno frequenti, le volte in cui andavo a trovarli praticamente inesistenti. Fino al mio diciassettesimo compleanno, festeggiato da sola con una torta del konbini e un pacchetto lasciato sul tavolo della cucina dalla signora delle pulizie. Mio papà doveva lavorare, ovviamente.

"Alla mia bambina, sempre protesa verso il futuro."

Ricordo ancora la carta fuxia in cui era avvolto il regalo. Ho sempre odiato il fuxia. All'interno c'era un cd, e non uno qualsiasi, ma il cd di un gruppo sudcoreano che in quel periodo stava spopolando in Giappone. Decisi di ascoltarlo subito e ne rimasi folgorata. Conoscevo bene il coreano perché mia madre era solita parlarmi nella sua lingua natale da quando ero in fasce. Sentire quelle canzoni mi ricordava lei. Lo riascoltai una, due, dieci volte di fila e nel frattempo accesi il computer e feci delle ricerche su questi sette ragazzi. I BTS. Uno più stratosfericamente figo dell'altro, uno più stratosfericamente bravo a ballare dell'altro. Per me era come un invito a nozze.

Nel giro di una settimana avevo riempito lo scaffale della mia stanzetta con tutti i dischi dei BTS usciti fino a quel momento. Mio papà era stato ben felice di lasciarmi i soldi per comprarmeli: era la prima cosa positiva che faceva dalla morte della mamma. Iniziai a chattare con altre Army giapponesi, altre ragazze che condividevano la mia stessa passione. Mi era tornato il sorriso, era come avere di nuovo degli amici.

Poi qualcosa andò storto.

Una chat a numero chiuso, solo per poche elette. Bisognava addirittura pagare per entrarci. Non che fosse un problema per me, ovviamente. Le regole erano rigide e ognuna era tenuta a seguirle fedelmente, pena l'uscita dal gruppo e lo sputtanamento sociale.

Da matricola si era un'Omega, l'ultimo anello della catena: poche responsabilità, pochi incarichi, pochi benefici. Il rito di iniziazione era molto semplice: bisognava dimostrare di poter essere utile al gruppo. E io, da brava nerd quale ero diventata nell'ultimo anno passato in solitudine, ero riuscita a trovare il nome dell'hotel dove i BTS avrebbero soggiornato durante il Fan Meeting a Tokyo che si sarebbe svolto la settimana successiva. Salii immediatamente di grado, da Omega a Lambda. Iniziarono a fidarsi di me, a darmi più incarichi, a condividere foto proibite.

L'arrivo in aeroporto dei ragazzi.

La targa della loro auto a noleggio.

Jimin e Jungkook che pranzavano al ristorante in una zona defilata.

Dance With Me [K.Th 💣 Completa!!] Where stories live. Discover now