Ventritreesimo

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Era giunta la pausa pranzo e Jimin si stava dirigendo a passo sicuro lungo il corridoio antecedente all'aula di musica; la loro aula di musica. Tra le labbra vi era impresso il canticchìo di una melodia qualsiasi, un modo per distrarsi dalla perenne tentazione di mettersi a saltellare lungo l'atrio. Era più felice di quanto non lo fosse quella mattina, di certo; ciò poiché Jimin durante le ore antimeridiane aveva potuto sperimentare il terrore su pelle. Atterrito dal momento in cui aveva creduto di essere malmenato oppure gettato con poco garbo in un cassonetto dell'immondizia non appena aveva messo piede nell'edificio scolastico. O, in eventualità, venir sommerso dalle migliaia di indiscrezioni propagatesi tra lo studentato; i bisbigli degli alunni provenienti da ogni angolo. In contrapposizione, invece, quella giornata parve trascorrere ad egual modo delle altre.
Dunque cosa stava a significare?

Equivaleva al fatto che Chaeyeon non avesse spiattellato ad alcuno l'aver visto i due nella caffetteria. Equivaleva al fatto che Chaeyeon non avesse rivelato ad anima viva l'omosessualità di entrambi.

Quando spalancò le porte d'entrata della classe, individuò Yoongi appostato come di consueto innanzi al pianoforte; il capo di lui sollevato così da poter individuare l'estraneo che vi aveva fatto ingresso. Non appena i suoi occhi si poggiarono sulla figura di Jimin e quelli del minore, allo stesso modo, sulla medesima del compagno, un sorriso si impresse, simultaneo, sui volti di entrambi.

Il minore accostò in velocità la porta, per poi saltellare in direzione del corvino, prendendo posto al suo fianco. "Hyung" proferì, nonostante non avesse altro da dire al terminare del vocabolo.

"Bella giornata?" Yoongi si sporse, incominciando a raddrizzare alcune ciocche di capelli sul capo del più piccolo. 

Jimin annuì allegramente una volta che l'altro rimosse la mano. "Sono contento che nessuna voce sul tuo conto si sia diffusa Hyung."

"Non preoccuparti per me Jiminnie" replicò il moro "Non mi toccherebbe affatto alcuna divulgazione della cosa da parte di Chaeyeon, ho soltanto bisogno che una persona sola lo sappia."

Il sorriso di Jimin si incrinò lievemente. "E... quella persona lo sa?" chiese, sperando in una risposta certa.

Yoongi ridacchiò, volgendo lo sguardo dall'altra parte. "Sì, lo sa"

Il più piccolo esalò un leggero sbuffo. Non aveva intenzione di saltare all'affrettata conclusione che gli suggeriva si trattasse di lui, soprattutto se ciò, citando l'episodio precedente, l'avrebbe fatto soffrire poiché la sua cotta era in realtà interessata ad un altro. Ma, d'altra parte, di certo vi era una limitata quantità di individui a conoscenza dell'omosessualità di Yoongi. Senza dubbio, i suoi amici sarebbero dovuti essere gli unici a saperlo (lo ovviò tenendo conto della risaputa accortezza del ragazzo). Jimin adesso era stato annesso a quel gruppo elitario poiché...poiché ebbene, lo era stato e basta. Yoongi l'aveva confessato mentre gli era accanto.

Dunque, in linea teorica, se Jimin avesse radunato quei nomi nella sua mente e posto una sbarra su quelli che in definitiva non lo sarebbero potuti essere... allora sarebbe stato in grado di giungere ad una conclusione. O perlomeno avvicinarci a sufficienza.

Era piuttosto innervosito all'idea di appurarlo.
L'irrequietudine che non si trattasse di lui.
L'inquietudine che lo potesse essere. Era soltanto dannatamente nervoso. 

E se fossi io? Chiese a sé stesso. Cosa dovrei fare?

Niente di simile era mai accaduto quando di mezzo vi era Jungkook, per cui lo spaventava l'idea di poter rendere ogni cosa una catastrofe.

"Jimin?"

Il ragazzo sbatté freneticamente le palpebre, ricatapultandosi nella realtà in cui Yoongi gli teneva lo sguardo appresso, mentre sventolava il palmo della mano da una parte all'altra davanti al punto in cui sarebbe dovuta essere proiettata la sua visuale.

Cry Baby║y.min║ITAWhere stories live. Discover now