Trentesimo

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Jimin accostò tacitamente la porta d'ingresso, sgusciando nella cucina, nella quale si trovava sua madre, in piedi, intenta a risciacquare le stoviglie.

"Oh, Jimin sei tornato" disse, accogliendolo con un sorriso.

Borbottò in risposta, appoggiandosi contro il piano di lavoro del cucinotto. Il ragazzo era intenzionato a riferirle di Yoongi in quel preciso istante, avendoci rimuginato sopra durante il trascorrere dell'intera serata. Tuttavia gli risultò alquanto difficile, l'impresa di trovare le parole giuste.

"Uh..mamma.." prese l'iniziativa, un tremito lieve nella voce.

Tanto era estenuante, che Jimin incominciò d'improvviso a chiedersi come avrebbe reagito se i suoi genitori fossero stati contrari alla cosa. Aveva forse recepito erroneamente i segnali da loro trasmessi? Confidò con tutto se stesso nella comprensione e in un affetto che sarebbe rimasto invariato.

Il suo interlocutore voltò il capo in direzione del figlio. "Sì, caro?"

Dovrei aspettare? Pensò tra sé e sé,

È forse una cattiva idea?

"Ecco.."

"Ecco cosa?"

Jimin era sul punto di battere in ritirata, l'avrebbe dovuto dire adesso altrimenti non ne sarebbe stato mai più in grado.

"I-io ho un fidanzato"

I vocaboli fuoriuscirono dalla sua bocca più fluidamente di quanto si fosse aspettato, nonostante stesse costantemente tremando. Quando sua madre terminò ciò che stava operando, compiendo una rotazione completa con il busto, strofinando le mani contro il tessuto di un canovaccio per asciugarle e volgendo al contempo lo sguardo in quello del ragazzo, Jimin recitò una rapida supplica nella propria mente. Affondò gli incisivi nel labbro inferiore, giocherellando nel mentre con i polpastrelli delle dita, e Gesù Cristo, quanto sperò che la donna non desse di matto.

Ma successivamente, tutto ciò che le uscì di fiato fu:

"E così ce l'hai?"

Il muscolo cardiaco del giovane martellava all'impazzata, internato nel petto, fintanto che ricambiava l'espressione della madre con occhi vitrei, quasi al limitare del pianto. Cosa sta succedendo?

In seguito, annuì.

Trascorse una breve pausa prima che la donna rilasciasse un "oh" seguito a sua volta da un'ulteriore intervallo. "Quindi questo significa che sei..?"

Jimin annuì ancora. Non sapeva se avesse dovuto rendere comprensibile la questione aggiungendo informazioni o lasciarla semplicemente così com'era. I due rimasero immobili nella cucina, in rigoroso silenzio.

"Si tratta per caso di quel ragazzo che sei andato a trovare?"

Un cenno. "Si chiama Yoongi" biascicò.

"Yoongi? Ah, è un bel nome-" tubò lei di rimando, al che Jimin proruppe in una contenuta risatina, seguita da una simile dalla stessa. Sua madre sorrise, allungando le braccia in direzione del figlio, il quale si gettò prontamente in quell'abbraccio, avvolgendo saldamente gli arti attorno ai suoi fianchi.

"Jimin, ricordati che ti voglio bene" gli disse, accarezzando la sommità del capo del figlio. "Fintanto che si prende cura di te, va bene"

A quelle parole Jimin scoppiò in lacrime, a contatto con il maglione indossato dalla madre, il cuore ancora impegnato in un movimento ritmato, ma talmente sollevato e dannatamente felice. Era così grato di avere una madre tanto meravigliosa che quasi trovò ridicolo il fatto di aver dubitato di lei all'inizio.

Cry Baby║y.min║ITAWhere stories live. Discover now