Sedicesimo

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Jimin si trovava nel bel mezzo di un campo deserto. Un campo costellato da incantevoli fiori; le corolle dorate accarezzate dai tenui raggi del sole. Non riconobbe affatto quel luogo, non ne aveva alcuna memoria, tuttavia in lui vagheggiava la sensazione che ci fosse già stato prima di allora.

Non aveva idea di come ci fosse finito, o per quale motivo, ma non si corrucciò più di tanto sulla cosa. Era felice. Incominciò a volteggiare tra la distesa di boccioli, il volto sollevato in direzione del cielo, le braccia stese, alla ricerca dei limiti di quello spazio sconfinato.

Si immobilizzò quando udì il proprio nome.

"Jimin" chiamò la voce.

Il ragazzo quasi fece per inciampare mentre si fermava. Si guardò attorno alla ricerca della persona che aveva pronunciato il suo nome, fino a che il suo sguardo non si fermò sulla figura di Yoongi.

La cosa sarebbe potuta risultare alquanto singolare, in quanto mentre Jimin era vestito con vestiti del tutto usuali; pantaloncini a tre quarti, una maglia a righe, e un maglione blu, Yoongi invece aveva indosso l'uniforme scolastica. 

Un'altro dettaglio che catturò l'attenzione di Jimin fu il fiore stretto tra le mani del maggiore.

"Jimin" ripeté, di nuovo.

"Hyung" rispose l'altro all'istante, iniziando ad incamminarsi verso di lui, facendosi strada tra quel campo fiorito per poi, dopo averlo raggiunto, rivolgergli un radioso sorriso.

"Jimin c'è una cosa che devo dirti"

"Di cosa si tratta?"

Prima che il corvino potesse aggiungere altro, allungò la propria mano, scostando una ciocca di capelli dal viso del minore, accompagnandola dolcemente dietro all'orecchio, per poi adagiare al suo posto il fiore che teneva tra le dita.

Jimin incontrò lo sguardo del ragazzo; le guance imporporate, lo scintillio negli occhi. 

"Mi piaci davvero tanto" le parole di Yoongi echeggiarono nell'intera area.

"Tu... dici sul serio?" sorrise il più piccolo.

Yoongi arruffò i capelli sulla sua fronte, avvicinandosi sempre di più, passo dopo passo. "Certamente Jiminnie"

Tutto ciò che il minore riuscì a fare fu innalzare ulteriormente gli angoli delle proprie labbra, i denti candidi riflettevano la luce del sole, due lune crescenti gli comparvero negli occhi. Era più che felice.

Yoongi inclinò leggermente la testa di lato, per poi chinarsi, lentamente, verso il più piccolo.  Jimin non provava alcuna irrequietudine, alcuna ansia, non percepì nient'altro al di fuori della felicità che in quel momento lo avvolgeva come un involucro. Permise al corvino di cancellare quel minimo distacco che ancora li teneva separati, fino a far sfiorare le loro labbra.

Ma in quel momento ogni cosa scomparve.

Jimin alzò di scatto il capo dal proprio banco; il respiro affannato come se avesse corso una maratona per la seconda volta di fila. Non appena sbatté le palpebre, permettendo così ai propri occhi di mettere a fuoco l'ambiente circostante, si rese conto dei numerosi volti intenti a fissarlo. Il ragazzo era in piedi; disorientato e madido di sudore, totalmente ignaro di aver interrotto la lezione.

"Park Jimin?" l'appello dell'insegnante lo fece rizzare istantaneamente, assumendo una posizione eretta, l'attenzione focalizzata sulla figura dell'uomo.

"S-sì signore"

"Cosa stai facendo?"

Jimin aprì la bocca per parlare, tuttavia sembrò pentirsene subito, quando i suoi occhi scivolarono in direzione di Yoongi, il quale anch'esso, congiuntamente al resto della classe, aveva lo sguardo puntato su di lui. Trasferì in velocità la propria visuale, tentando di concentrarsi sulla risposta che avrebbe dovuto dare. "I-io..uh" si morse le labbra in preda all'agitazione. "Devo andare in bagno"

Cry Baby║y.min║ITAWhere stories live. Discover now