Quarantesimo

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Quando i suoi genitori rientrarono, Yoongi era già andato via. Nonostante i piagnucolii infantili del minore per trattenerlo, il ragazzo dovette tornare dalla sua famiglia. Così, con un bacio d'arrivederci, uscì di casa, lasciando Jimin da solo.

"Ciao tesoro, ti andrebbero dei pancakes?" sua madre si palesò in cucina portando il borsone della spesa. Suo padre comparve al seguito; altre 5 piccole buste pendevano dalle sue mani. Jimin annuì in silenzio, sedendosi su di una seggiola.

Dopo aver adagiato gli acquisti sul tavolo, l'uomo lasciò la stanza brontolando tra sé e sé, dirigendo i propri passi al piano superiore.

"Aspetta che sistemi la spesa prima, così poi te ne preparo alcuni" disse lei

Jimin accennò un sorriso di gratitudine e diresse l'attenzione sulla superficie liscia e scura del legno del tavolo.                                                                                                                                                          L'immagine di sua madre in piedi davanti alla porta della sua camera gli tormentava la mente. Rabbrividì. 

Dovrei darle una spiegazione?

Jimin seguì l'ombra della donna, muoversi lungo il perimetro della cucina, svuotando le borse colme di cibo per affollarci la dispensa. 

Non ne ha fatto parola, pensò allora in preda alla preoccupazione. Dirà qualcosa prima o poi?

Sua madre avvertì lo sguardo del figlio e incurvò di poco le labbra. "C'è forse qualcosa che non va?" 

"Oh, no è tutto ok" le guance gli si imporporarono appena. che faccio, che faccio? 

"Oh a proposito" la donna interruppe il suo crucciarsi. "C'è qualcosa che vorrei chiederti"

Oh no

"La scorsa notte, per caso.." 

La temperatura corporea di Jimin parve raggiungere temperature fin troppo elevate. Il cuore batteva forte nel petto, la sudorazione si intensificava. Non aveva idea di come comportarsi, ma credette di doverla fermare prima che potesse proferire altro, per tentare un salvataggio dell'ultimo minuto. Cosa sarebbe successo se non avesse compreso, se avesse proibito a Yoongi di tornare a casa loro?

"Avete dorm-"

Jimin balzò in piedi, l'urto scaraventò la sedia a terra. Il panico alle stelle. "Non è successo niente!" esclamò in un gracchio, la voce gli uscì rauca. "Non lo abbiamo fatto, lo giuro, lo giuro!"

A quel punto sua madre chiuse la bocca e inclinò il capo, corrucciandosi. "Come?"

"Io volevo dire che, sto cercando di spiegare che siamo rimasti al piano di sopra per un minuto al massimo! E non è accaduto nulla, potrei farmi la croce sul cuore. Sei solo entrata nel momento sbagliato, è stato un fraintendimento!" Jimin affannava nell'inondare la madre di parole poste correttamente in fila, correttamente chiare. Ma la faccia era infuocata come un tramonto estivo e lui si chiese perché gli riuscisse tanto male fare le cose nel modo giusto. 

"Di cosa diamine stai blaterando?" disse allora la donna, il tono più serio e composto. Diresse il peso del corpo sul piede sinistro e incrociando le braccia al petto lanciò quello sguardo familiare. "Park Jimin, ti stai forse riferendo a ciò a cui penso tu ti stia riferendo?"

Il ragazzo si immobilizzò sul posto. 

Cazzo

Possibile che non lo sapesse?

"Dipende a cosa tu ti stia riferendo..."

La donna si raddrizzò, la postura rigida come quella di un commilitone all'appello del generale d'armata.

Cry Baby║y.min║ITAWhere stories live. Discover now