Trentatreesimo

172 10 8
                                    

La settimana successiva a scuola fu, ad essere onesti, una settimana coi fiocchi per Jimin. Si sentiva talmente felice e amato ogni qual volta si trovasse in compagnia di Yoongi, il che accadeva di frequente in quel periodo. Avrebbe tentato di tutto pur di poter trascorrere più tempo con lui, e Yoongi non ne sarebbe stato da meno. I due avevano instaurato una connessione quasi indissolubile, ognuno dei loro amici l'avrebbe potuto confermare, l'intera classe probabilmente dichiararlo.

La settimana seguente fu per giunta, ancora meglio. Jimin si era rifugiato nel costante pensiero di prendere d'esempio l'idea di Yoongi nel fargli incontrare i rispettivi genitori, avendo in precedenza sognato l'episodio per una manciata di notti. Sognato ad occhi aperti. Jimin aveva trascorso serate intere fantasticando svariati scenari all'interno della propria mente, immaginando cosa sarebbe potuto accadere il giorno in cui il maggiore avrebbe conosciuto i suoi consanguinei.

Non riusciva a fare a meno di desiderare con ardore che i suoi genitori accogliessero Yoongi, e che quest'ultimo si affezionasse ad essi.

Difatti, Jimin stava vaneggiando su di un'altra circostanza, nella quale i quattro sedevano attorno ad un tavolo da pranzo dalle forme arrotondate, deliziandosi con il pasto cucinato dalla madre, mentre si incamminava lungo l'atrio scolastico in direzione dell'aula. O almeno fu ciò che fece fino a che qualcuno si imbatté in lui.

Il ragazzo venne distolto dalle proprie fantasie quando il suo corpo finì contro la fiancata di alcuni armadietti. Si accigliò, volgendo lo sguardo sul retro tentando di cogliere in flagrante chiunque fosse stato l'artefice di quello scontro di spalle, passandogli rudemente accanto come se non fosse esistito un intero perimetro di corridoio colmo di spazio libero in cui poter camminare. C'era un piccolo aggregato di studenti che si soffermava nei dintorni, alcuni alternandosi da una classe all'altra, ma al di fuori di essi, l'intero pianerottolo era vuoto.

Chaeyeon.

Certamente.

Jimin lasciò fuoriuscire un leggero sbuffo prima di proseguire il proprio tragitto.

"Oh, Jimin" la voce della ragazza riecheggiò nell'area dell'ambiente. Il ragazzo in questione si immobilizzò sui propri passi, avvertendo un inatteso nervosismo. Aveva creduto che non avrebbe fatto accenni nel fermarsi, ma a quanto pare si sbagliava.

La chioma bionda roteò al di sopra del capo con un movimento lento, ritrovandosi a fronteggiare quella bruna di Chaeyeon, quest'ultima con un braccio posato sul fianco.

Seguì una lunga pausa prima che la studentessa si apprestasse a parlare, portando Jimin ad interrogarsi se avesse realmente avuto qualcosa da dire, oppure se fosse semplicemente di suo gradimento aggredire gli altri.

"L'hai già fatto?" dichiarò, una smorfia le contorse le labbra.

Jimin sbirciò con irrequietudine alle proprie spalle. Due, o forse tre studenti erano in ascolto. "Fatto cosa?" replicò.

"Con Yoongi oppa"

Jimin quasi si strozzò con l'aria respirata che gli parve rarefatta, cosa che non fece conseguire altro se non aumentare l'attenzione– come se Chaeyeon non ne avesse già attirata a sufficienza fino ad allora. "C-che cosa?!" si ingarbugliò.

Gettò ripetute occhiate nelle adiacenze, ritrovando una maggiore quantità numerica di persone intenta a scrutarli. Chiunque si trovasse nei loro pressi, aveva già potuto udire Chaeyeon dannatamente bene, in quanto parve ovvio che l'avesse voluto dire il più energicamente possibile.

Dopodiché la ragazza sussultò. Un accennato sogghigno le si impresse in viso, permettendo in tal modo a Jimin di comprendere la finzione nel suo sconcerto. "L'hai fatto? Wow, non riesco a crederci. Ero convinta fossi più innocente di così."

Cry Baby║y.min║ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora