XIII. Il drago.

319 25 1
                                    

Scese in fretta la scalinata di marmo, formata da macchie ben evidenti, foggiando varie sfumature bianco latte, grigio temporale e rosa tenda, che era decorato da uno scorri mano bianco perla, che portava a un enorme salone, decorato sta volta da piante che raggiungevano i due metri di altezza, fiori di qualsiasi colore dal dal nero più intenso, al giallo più vivace, all'arancione più maestoso, al rosa più chiaro fino ad arrivare al bianco più puro...

Aprì la grande porta formata da legno scuro, con viarie rifiniture che davano l'idea delle barrette di cioccolato.

Le due grandi maniglie erano in oro, che davano un forte contrasto con il bianco che ornava l'intera casa.

Ed eccolo lì...un imponente drago di ghiaccio, scaglie gigantesche, con sfumature da un azzurro tenue a un blu come la notte...

Occhi sottili, che racchiudevano anni e anni di saggezza, sue maestose ali, ricoperte da scaglie più piccole.

Il suo sguardo era tagliente, gli occhi circondati da bianco puro, che risaltava quel suoi occhi blu.

Sulla fronte si trovava una pietra incastonata, più precisamente un zaffiro.

La ragazza spalancò gli occhi a causa di quel ricordo, la madre, prima di morire, le disse che la fonte vitale dei draghi era la coda, e che senza quella non sarebbero più riusciti a stare in equilibrio.

La ragazza tese la balestra verso la coda lunga almeno cinque metri, ricoperta ancora da scaglie ben definite.

Mirò. Tese. Tirò.

Prese la base della coda, facendo cadere l'enorme drago da un lato, mentre la freccia prendeva fuoco, grazie al liquido infiammabile, sotto l'occhio sorpreso e soddisfatto del padre.

Il quel momento sentii un ululato, palesemente di dolore, che fece sentire a Hannah il dolore provato.

Non lo percepì mentalmente, ma fisicamente, facendole percorrere dei brividi lungo la schiena, una scarica di adrenalina misto a un'inaspettata tristezza...

La dominatrice di draghi-in revisioneWhere stories live. Discover now