XXXVIII. Il padre.

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Il padre tirò fuori dal fodero attaccato alla cintura che aveva attorno alla vita la spada... la maledetta spada che aveva ucciso ignara il drago che sorvegliava il villaggio...

Gli occhi dell'uomo ardevano di vendetta, che sembrava quasi avessero dei riflessi cremisi in quelle sue iridi castane, decorate dalle sopracciglia grandi e dalla pelle ricoperta da un filo di barba intorno alla bocca e sul mento.

Suo padre non era un tipo da corone o cose del genere, essendo il capo dei cacciatori di draghi, ma pensava che il peso della corona dovesse portarlo solo la donna, un segno di rispetto rivolto a lui in quanto definiva le donne "casalinghe" o nei momenti d'ira, anche "schiave"

I capelli erano ordinati in qualunque circostanza, caratterizzati da un colore spento, con qualche sfumatura argentea qua e là.

Il corpo era il forma, ma non troppo. Non vi erano accenni di muscoli a causa dei pochi allenamenti compiti dal padre.

La spada che tirò fuori era spruzzata da macchie rosse su tutta la lama, il manico era in legno di walnut, un materiale pregiato dalle tonalità scure, rifinito dai soliti disegni in oro, che non erano mai lì stessi.

-Cosa vuoi fare con quella spada, padre?- chiese la ragazza che allungò una mano avanti verso il padre è una sul petto di Edward, quasi per difenderlo...

-Da quando mi dai del tu, piccola e ingenua Hannah?- chiese il padre, mettendo l'accento sull'ultima frase.

La ragazza fu percorsa da un brivido lungo la sua schiena, che la paralizzò per un istante, facendola tornare a quel ricordo irremovibile dalla sua mente: le teste, le uova, le scaglie...

Era terrorizzata... terrorizzata per l'incolumità di sua madre, e terrorizzata per l'intera tribù dei dominatori, capendo che fossero in questo pericolo a causa sua...

La dominatrice di draghi-in revisioneWhere stories live. Discover now