Capitolo 28

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Finita l'ultima lezione prima del pranzo, trovo Tiffany ad aspettarmi all'armadietto, come fa quasi ad ogni cambio ora ormai. Ma devo dire che oggi ci speravo proprio. 

«Ciao, Ethan. Come sta andando il tuo terzo giorno di scuola?» mi chiede sbattendo le ciglia innaturalmente lunghe e folte.

«Ehi. Speravo proprio di incontrarti. Ti va di pranzare insieme oggi?» le chiedo mentre ripongo i libri nell'armadietto. Lei mi si attacca subito al braccio.

«A dire il vero, mi chiedevo perché non me lo avessi ancora chiesto» risponde con fare sicuro di sé e l'aria trionfante.

Mi sforzo di sorriderle affabile ed insieme ci avviamo verso la mensa. Appena varchiamo le porte, gli occhi di tutti sono su di noi. Ma sono solo un paio gli occhi che mi interessa avere addosso.

Individuo subito Clarissa seduta al suo solito tavolo insieme a Kevin e Annabelle, e vedo la sorpresa sul suo viso quando riconosce la mia accompagnatrice.

Distolgo lo sguardo da lei e mi abbasso per sussurrare all'orecchio di Tiffany, controllando con la coda dell'occhio la reazione di Clarissa.

«Ti sta davvero una meraviglia questa divisa da cheerleader» le dico la prima cosa che mi passa per la testa, provocando la sua risatina soddisfatta.

Lo sguardo incendiario che Clarissa ci rivolge potrebbe dar fuoco all'intera sala. Avevo ragione allora: anche lei è ancora gelosa. Ma la mia soddisfazione scompare in fretta, non appena l'espressione furiosa lascia posto ad uno sguardo vacuo ed insicuro, perso nel nulla.

Quando abbassa il capo e si porta la mano al cuore so per certo, come se potessi sentire i suoi pensieri, che questa scena le ha ricordato Jessica e tutto il male che le ho causato.

Il suo dolore risveglia il mio, ricordandomi il motivo per cui sono qui: riparare ai miei errori, non per commetterne di nuovi.

Sono solo un coglione, mi ripeto per l'ennesima volta scuotendo frustrato la testa. Immediatamente mi sciolgo dalla presa ferrea di Tiffany, con suo malcelato disappunto.

«Mi spiace ma ho cambiato idea. Credo andrò a pranzare con Liam e gli altri anche oggi», e m'incammino verso il loro tavolo.

«Cosa?» sbraita indignata Tiffany alle mie spalle, ma non mi volto nemmeno.

Prendo posto accanto a Clarissa, che subito s'irrigidisce, e faccio un cenno di saluto ad Annabelle e Kevin.

«Scusa» sussurro appena, senza farmi notare dagli altri.

Lei non risponde ma abbassa lo sguardo sul suo pranzo e stringe forte i pugni posati ai alti del vassoio. Senza pensarci, appoggio la mano sul suo pugno chiuso e solo allora i suoi occhi incontrano i miei.

«Mi dispiace. Sono stato un idiota, non so cosa mi sia preso. Sto cercando di non essere più il solito coglione arrogante... ma le vecchie abitudini sono dure a morire» confesso in tutta sincerità, rivolgendole un sorriso incerto come segno di pace.

E capisco che ha accettato le mie scuse quando mi rivolge un mezzo sorriso e scuote piano la testa, esasperata.

Questo insolito momento di pace tra noi viene interrotto da Kate che sbatte con forza il suo vassoio sul tavolo accanto a Clarissa, facendola sobbalzare sulla sedia. Controvoglia, tolgo la mano da quella di Clarissa, sentendo subito la mancanza della sua pelle.

Lo sguardo furioso di Kate si sposta da me alla sua migliore amica. Clarissa non riesce nemmeno a reggere il suo sguardo, tanto è in imbarazzo per quanto appena successo, e cioè l'avermi permesso di avvicinarmi così tanto a lei. Se ci avesse visto Liam si sarebbe trovata in un grosso guaio... ed è certamente questo il motivo del senso di colpa che le leggo chiaramente in faccia.

Tienimi nel cuoreWhere stories live. Discover now