Capitolo 14

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La quiete della mia nuova stanza viene interrotta dal cellulare che suona alle due di notte. Non che riuscissi comunque a dormire dopo aver visto Clarissa solo poche ore fa... Quando vedo, però, il nome di Sara sul display mi sveglio completamente.

«Che succede?»

«Mi ha chiamata» dice solo. Mi metto subito a sedere.

«Cosa ti ha detto?».

Mia sorella sospira profondamente. «Beh, quando ho capito che era davvero lei stentavo a crederci... ma subito ho pensato: se mi chiama significa che mio fratello, in città solo da poche ore, ha già combinato un casino... Invece non ha la minima idea della tempesta che sta per abbattersi su di lei... Comunque, mi ha chiamata per scusarsi per essersi arrabbiata tanto con me per... beh, ecco, lo sai, per averti rivelato del bambino. Ha detto che ha capito che cercavo solo di aiutare. E che le manco...». Sento la sua voce spezzarsi e un sorriso mi nasce spontaneo.

«Sono felice, Sara. Te lo avevo detto che avrebbe capito che non era colpa tua»

«Già... però ha detto anche che non crede si farà sentire di nuovo» confessa con voce cupa.

«Lo farà invece» affermo sicuro.

«Come fai a dirlo?» domanda lei scettica.

«Perché la conosco. E so che le servirà la sua migliore amica quando-»

«Quando combinerai il casino per il quale sei andato fino lì?» mi interrompe ridacchiando amaramente.

«Beh... sì» ammetto passandomi una mano tra i capelli. Sara sospira di nuovo, rassegnata.

«Riportarla a casa, fratellone».

____

La domenica trascorre pigramente, il tempo sembra non passare mai. Dopo aver sistemato le mie cose, non mi è rimasto altro da fare che starmene sul divano a fare zapping alla tv. Cole, stravaccato accanto a me, fissa lo schermo da ore senza vederlo davvero; da quando siamo arrivati il suo umore sta peggiorando sempre più.

Immagino si stia già rendendo conto che la fuga non risolve i problemi e che, una volta tornato a casa, questi saranno ancora lì ad attenderlo. Ed io lo so bene: per questo, stavolta, ho deciso di correre incontro al problema invece di scappare.

La porta d'ingresso che sbatte ci ridesta entrambi dal nostro stato di trance.

«Siete patetici... Due dei miei migliori street racers ridotti come stracci da un paio di ragazze» borbotta Condor, sfilandosi la giacca e gettandola sul divano. Né io né Cole abbiamo nulla da replicare. Condor mi lancia poi le chiavi del suo SUV che afferro al volo. Lo guardo confuso.

«Che devo farci con queste?».

Si lascia cadere pesantemente sul divano e si slaccia i primi bottoni della camicia bianca immacolata.

«Ho saputo che stasera ci sarà un falò per la Madison High, ossia la scuola di Clarissa, nonché la tua nuova scuola. Sono quasi certo che ci sarà anche lei. Dovresti andarci e, tenendoti in disparte, dare un'occhiata alla situazione. Potrai vederla in questa sua nuova vita e studiare i suoi amici».

Stringo forte le chiavi dell'auto nel palmo. Vederla, ieri sera, è stato un pugno nello stomaco...

«Vuoi che venga con te?» interviene allora Cole. Scuoto piano la testa.

«No, vado da solo» decido.

____

Non mi ci vuole molto per individuare il luogo del falò: ci sono un sacco di auto parcheggiate ai lati dell'ampio campo incolto e si sente la musica fin qui in strada. Parcheggio abbastanza lontano e scendo, tirandomi su il cappuccio della felpa, cercando di rendermi il meno possibile riconoscibile.

Tienimi nel cuoreWhere stories live. Discover now