Capitolo 48

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«Vostro… figlio?» ripete ancora Liam,incredulo e sconvolto.

«Penso che voi due abbiate qualcosa da chiarire… Mi dispiace, Liam. Non avrei voluto che lo scoprissi così ma non mi ha dato scelta» mormoro.

E sono sincero: mi dispiace davvero vedere la sofferenza sul suo viso. So come ci si sente quando si perde anche l’ultima certezza che ti tiene in piedi. Ma cos’altro potevo fare ancora? Clarissa non mi ha dato alternative, non gli avrebbe mai raccontato ogni cosa.

Ignorando l’espressione furiosa sul volto di Clarissa, li supero e li lascio soli. Adesso deve sbrigarsela da sola, deve riuscire ad affrontare da sé il suo passato.

«Hai un figlio?» sento Liam chiederle, appena svolto l’angolo del corridoio. So che dovrei andarmene, invece mi appoggio al muro e resto in ascolto. Ho bisogno di sapere ciò che Clarissa non mi ha mai detto.

«L’ho perso. Poco dopo averlo scoperto. Avrei trovato il modo di dirtelo prima o poi… ma avevo paura di come avresti reagito a una cosa del genere. Non voglio perderti, Liam» risponde Clarissa in un sussurro.

«Avresti dovuto dirmelo fin dall’inizio che vi conoscevate. Non solo, ma che lui è quel ragazzo. Quello che hai amato fino a farti strappare il cuore dal petto e che ti aveva reso il fantasma che eri appena arrivata in città. Un bambino… accidenti, Clary!» grida Liam.

«Lo so! Ho sbagliato tutto con te. Ma se me ne darai la possibilità ti racconterò ogni cosa, se vorrai ancora ascoltarmi. Non c’è più nulla tra me e Ethan. Lui è il passato, tu sei il mio presente».

Una pugnalata al cuore mi avrebbe fatto meno male… Non c’è esitazione nella sua voce, crede davvero in quello che ha appena detto. Mi lascio scivolare contro il muro, sedendomi a terra.

È davvero finita allora. Non è così? Metterla davanti al suo passato non è servito a nulla. O meglio… non è servito a riportarla da me.

«Lo sai che non è così» replica Liam, con voce stanca, «Io ho cercato così tanto di tirarti fuori dal labirinto in cui vagavi, dispersa… Quello che non avevo capito è che tu non stavi cercando una via d’uscita… ma un nascondiglio. Da lui, da me, dai tuoi amici, dal mondo intero… ma soprattutto da te stessa. Ti ho pregata in ogni modo di rivelarmi la vera te… e ogni giorno di più non so chi tu sia. Ma lui lo sa. Tu gli hai dato ogni cosa di te… e lui si è preso tutto. Ogni sorriso e ogni lacrima, ogni bacio e ogni schiaffo. Io ho cercato di ridarti il più possibile ma non hai accettato nulla da me. E dentro di te lo sai il perché».

Pochi istanti dopo, Liam mi passa davanti. Mi guarda solo per un secondo prima di andarsene, e nei suoi occhi posso vedere la sconfitta: si è arreso. Ma non si rende conto che in realtà sono io ad aver perso tutto stasera. Clarissa ha fatto la sua scelta. E non ha scelto me.

Non posso credere che tutto quello che ho fatto sia stato inutile. Non ho ottenuto nulla. Anche dopo averla messa di fronte all’enormità di tutto ciò che abbiamo passato insieme, anche dopo che Liam stesso ha ammesso che non può reggere il confronto con la nostra storia. Si ostina a voler percorrere una strada che non è la sua.

La rabbia prende allora il sopravvento: evidentemente non ha ancora capito ciò a cui ha scelto di dire addio. Mi alzo in piedi e vado a passo deciso verso l’uscita. Prendo il telefono in mano e chiamo Cole che risponde al primo squillo: immagino si aspettasse una mia chiamata ad un certo punto della serata.

«Che succede?» risponde già allarmato.

«Troviamoci davanti casa di Clarissa. Adesso». Riattacco senza dargli il tempo di obiettare o chiedere cosa mi passi per la testa.

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