Capitolo 60

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Quando mi sveglio è appena l'alba, ma non riesco più a dormire. Osservo Clarissa ancora profondamente addormentata, doveva essere esausta. Gli occhi tremolano nel sonno e le labbra sono socchiuse, mentre i cappelli arruffati le nascondono il viso. È così bella... che guardarla mi fa male. Mi sciolgo con delicatezza dal suo abbraccio e mi alzo piano dal letto. Mi rinfilo la felpa e la giacca ed esco in silenzio a prendere una boccata d'aria per svegliarmi del tutto.

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Sono rimasto così tanto qui fuori che il sole è ormai sorto. Sono ansioso di riportare Clarissa a casa e lasciarci tutta questa brutta storia alle spalle, così decido di attraversare la strada per raggiungere la caffetteria e prendere qualcosa per la colazione.

Appena rientro in camera trovo Clarissa già sveglia, con l'aria non meno stanca di quando si è addormentata, che osserva confusa la t-shirt che le ho infilato io quando, ad un certo punto della notte, mi sono svegliato a causa del modo in cui tremava.

«Te l'ho messa io. Mi spiace... ma non mi sembrava il caso di farti dormire con l'asciugamano bagnato addosso. Scusami» le spiego subito, sperando che non si arrabbi.

Inaspettatamente, arrossisce abbassando lo sguardo sulla coperta aggrovigliata intorno alle sue gambe.

«Non fa niente. Grazie».

È strano come dopo tutto ciò che abbiamo vissuto, ci sia ora questo imbarazzo tra noi.
Vado a sedermi sul letto e le offro la scatola piena di ciambelle e il bicchiere d'asporto.

«Cappuccino alla vaniglia» le dico sorridendole, cercando di dissipare la tensione tra noi.

«Grazie» mormora accettando il bicchiere bollente dalle mie mani e prendendone subito un lungo sorso.

«Devi anche mangiare qualcosa».

Clarissa scuote la testa ma stavolta non accetto un no come risposta e le metto una ciambella al cioccolato in mano. Sotto il mio sguardo severo si obbliga a prenderne un paio di morsi.

«Hai avuto qualche notizia di Liam?» chiede poi incupendosi di nuovo.

«No. Ma non mi sorprende: Condor mi ha detto che non ha più un telefono per comunicare con noi. Ma sono certo che troverà il modo di farlo. Dobbiamo solo portare pazienza».

Clarissa annuisce ma è chiaro che non mi crede più e che sta perdendo la speranza. Infatti lascia cadere la ciambella sulla vecchia coperta e si prende la testa tra le mani.

«Ho combinato un casino» singhiozza appena, crollando definitivamente. La stringo a me e la cullo piano.

«Liam sta bene, ne sono certo. Troveremo il modo di metterci in contatto con lui» le prometto determinato. Tutto pur di tranquillizzarla.

«La guardia all'ingresso, dietro il bancone, si chiama Asher. Quell'uomo è dalla parte di Liam. Lo ha aiutato la prima volta e sono certo che lo stia facendo anche ora. Devo solo riuscire a parlare con lui» esclama, saltando giù dal letto e cominciando a camminare avanti e indietro per la stanza.

Ci risiamo... La obbligo a fermarsi prendendola per le spalle. «Tu non farai proprio più nulla. Hai visto cos'è successo. Ci penseremo io e i ragazzi a trovare una soluzione. Ma tu devi starne fuori e lasciare fare a noi. Qualcosa ci inventeremo» provo a rassicurarla.

«Non è giusto nemmeno che vi mettiate in pericolo a vostra volta però...».

Le leggo negli occhi quanto sia combattuta dal fare di tutto per riprendersi Liam ma allo stesso tempo tenere al sicuro tutte le persone a cui tiene.

Senza preoccuparsi di bussare, Condor e Cole entrano nella stanza, trovando la porta appena socchiusa.

«Tesoro... sai che il pericolo mi eccita» le dice Condor facendole l'occhiolino, avendo ovviamente sentito la nostra conversazione.

Tienimi nel cuoreWhere stories live. Discover now