Capitolo 23

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Una volta all'ingresso, io e Liam ci dividiamo per raggiungere i nostri armadietti. In fondo al corridoio vedo quell'idiota di Lucas Wheeler davanti a Clarissa, con un bellissimo occhio nero a rovinargli il viso altrimenti fin troppo perfetto.

Appena lo stronzo alza gli occhi ed incontra la mia espressione truce, ricordando ciò che avevo promesso di fargli se non si fosse tenuto alla larga da Clarissa, impallidisce visibilmente e si dilegua in tutta fretta.

Mi appoggio al mio armadietto, a braccia conserte e, appena Clarissa si volta ed incontra il mio sguardo, le rivolgo un sorriso e le mimo un "Prego" con le labbra, così da farle capire che sono stato proprio io a fare l'occhio nero a Lucas al falò e farle comprendere quanto posso esserle stato vicino senza che lei nemmeno se ne accorgesse.

La sua espressione scioccata, mentre si rende conto di tutto ciò, mi fa sorridere ancora di più, finché Liam non compare alle sue spalle e le posa un bacio sul collo, ed allora non ho più voglia di sorridere.

Quello che mi passa per la testa in questo momento dev'essere palese, visto come Clarissa si irrigidisce mentre Liam la stringe tra le braccia. Ma subito qualcosa passa nei suoi occhi, ed il timore diventa un muto avvertimento, prima di voltarsi tra le braccia di Liam, spingerlo contro gli armadietti e baciarlo con passione, proprio come faceva un tempo con me.

E quell'avvertimento è più che chiaro: non c'è più spazio per me nella sua vita, qualcun altro ha preso il mio posto. Fa male. Molto male.

Volto le spalle a quella scena e sparisco all'interno del bagno lì vicino prima di farmi sopraffare dalla gelosia.

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Una volta ritrovata la calma, esco dal bagno e mi dirigo alla prima lezione e resto piacevolmente sorpreso di trovarci proprio Clarissa. Il posto accanto a lei è ancora libero e non esito ad occuparlo. Lei sussulta sulla sedia e mi lancia un'occhiataccia.

«Vattene» mi ringhio contro in un sussurro.

«Mi piace questo posto. Da qui ho una buona visuale» la prendo in giro io, accennando alla lavagna.

«No, non hai capito. Vattene a casa, torna a El Paso. Non hai niente da fare qui» sussurra sempre più infuriata.

«Al contrario... da quel che ho visto c'è parecchio da fare invece» ribatto con un'occhiata allusiva.

Mi avvicino a lei e le prendo una ciocca di capelli tra le dita. Il suo familiare profumo di vaniglia m'inebria come sempre, richiamando alla mente mille ricordi del mio viso sprofondato tra i suoi capelli, o il profumo che rimaneva sul mio cuscino quando passava la notte con me.

La mente mi si annebbia, invasa dalla nostalgia, rabbia, rimpianti. Tutto ciò che abbiamo vissuto – dal primo giorno i cui i nostri sguardi si sono incontrati alla sceneggiata di poco fa tra lei e Liam – si accavalla e sovrappone davanti ai miei occhi... e non riesco più a pensare lucidamente.

«Ti do due possibilità...» l'avverto allora sorridendole. Clarissa scaccia via la mia mano con uno schiaffetto ed io le sorrido ancora di più.

«Possibilità uno: ti togli questa cazzo di maschera da brava ragazza bisognosa di aiuto che indossi, e torni ad essere la ragazza forte e determinata che ho avuto il piacere di... scoprire...» le dico misurando con cura le parole, cercando di infondere in ogni sillaba tutto ciò che mi brucia dentro.

La vedo deglutire a fatica e passarsi la lingua sul labbro, mentre i suoi occhi si abbassano ad osservarmi la bocca, scatenandomi dentro una voglia pazzesca di portarla via di qui.

«Possibilità due: te la tolgo io questa fottuta maschera» aggiungo in un sussurro, fissando quelle labbra rosa così delicate che ho una voglia irrefrenabile di sentire ancora sulle mie.

Tienimi nel cuoreWhere stories live. Discover now