Capitolo 46

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Il giorno seguente Clarissa mi evita come la peste. Se mi vede andarle incontro si affretta a girare sui tacchi e sparire nella folla del corridoio. In classe, alle lezioni comuni, sta bene attenta a sedersi il più lontano possibile e scappare via appena suonata la campanella. Anche in mensa evita scrupolosamente il mio sguardo.

La cosa buffa, per così dire, è che Liam fa lo stesso con lei. Credevo che il siparietto di ieri significasse che erano tornati insieme... ma a quanto pare non è così.

«Ehm... Ethan?».

Distolgo lo sguardo dal tavolo di Clarissa e alzo gli occhi trovandomi di fronte una delle cheerleader seguaci di Tiffany. Mi sorride attorcigliandosi una ciocca di capelli sull'indice. Alzo un sopracciglio, osservandola seccato. Questa, invece di capire l'antifona, lo prende come un invito a sedersi.

«Mi chiedevo... ci vieni al Ballo d'Inverno, domani sera?»

Il cosa? Solo in quel momento mi rendo conto dell'enorme striscione che campeggia all'ingresso della mensa.

«Hai già un'accompagnatrice?» continua tenacemente la ragazza.

«Non partecipo a quelle stronzate» le rispondo freddamente, alzandomi dal tavolo e andandomene proprio mentre suona la campanella che segnala la fine del pranzo.

Prima di svoltare l'angolo, mi fermo e mi appiattisco contro il muro riconoscendo le voci di Clarissa e Kate.

«Dai, non fare tutte queste storie! Ormai è deciso: verrai al ballo insieme a noi» le sta dicendo Kate.

«Mi sembra una cosa davvero patetica. Non voglio partecipare ad un ballo senza cavaliere, Kate» le risponde Clarissa con voce triste.

Senza cavaliere? Allora le cose con Liam non si sono sistemate proprio per nulla.

«Non sarai di certo l'unica senza accompagnatore! E comunque ci saremo sempre noi insieme a te» insiste Kate.

«Ti ho detto di no» replica ancora Clarissa.

«Dai, Clary! Non farti supplicare!» sento gridare Kate, allontanandosi, certamente inseguendo una recalcitrante Clarissa.

Lo sguardo mi cade su un altro enorme striscione appeso al soffitto del corridoio: davvero, come ho fatto a non accorgermene prima?

Rifletto sul fatto che non ho mai accompagnato Clarissa ad un ballo scolastico o qualche altra cosa simile... Le saranno mancate queste cose quando stavamo insieme? Non mi ha mai chiesto di partecipare insieme ad una festa scolastica, un raduno... mi chiedo se fosse perché non le interessasse o perché sapeva che queste cose non fanno per me.

Lei si è adattata perfettamente al mio mondo... ma io? Ho mai fatto un passo verso il suo?

___

Appena metto piede dentro casa, Condor mi lancia un piccolo pacchetto che afferro al volo.

«È arrivato questo per posta per te».

Mi rigiro il piccolo pacco tra le mani e subito riconosco la scrittura di Sara. Apro la spessa busta di carta e dentro trovo una chiavetta USB. Confuso, vado subito nella mia stanza ed accendo il portatile.

Noto che nella busta c'è anche un foglio ripiegato: "Ho preparato questo un bel po' di tempo fa. Era un regalo per te e Clarissa... solo che poi le cose sono cambiate e non mi era più sembrata una buona idea. Forse però, adesso, potrebbe tornarti utile. Ti mando un abbraccio. La tua sorellina".

Sempre più confuso, collego la chiavetta e apro il file che contiene. Subito mi manca il respiro.

Sullo schermo cominciano a scorrere immagini su immagini di Clarissa. E me. E Sara, Josh, Cole, Patrick, Patty, July, Condor. Davanti ai miei occhi rivivono i momenti passati tutti insieme a El Paso.

Tienimi nel cuoreWhere stories live. Discover now