Capitolo 8

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Quando guardo di nuovo l'ora, mi accorgo che è già l'una di notte. Quando lavoro sulla Mustang il tempo sembra volare. Ma tra poche ore inizierà la scuola e avevo promesso a Sara che avrei passato meno tempo al garage e più nel mio letto a dormire.

Mi pulisco le mani con uno straccio e osservo l'auto, soddisfatto. Mancano solo pochi ritocchi e sarà esattamente come prima. Nemmeno più un singolo graffio a ricordarle quella notte.

Sono contento che il padre di Clarissa abbia infine acconsentito a vendermi la Mustang. Ad un prezzo di gran lunga inferiore al suo effettivo valore, per di più. E lo sapeva bene, ma ha voluto venirmi incontro economicamente pur che la comprassi io.

Credo che sia stato d'accordo con me quando gli ho detto che Clarissa si sarebbe un giorno pentita di averla venduta. Ne sono convinto davvero e, quando verrà il giorno, quest'auto tornerà alla sua legittima proprietaria. Nel frattempo me ne prenderò cura come fosse davvero mia.

La copro accuratamente con un telo e mi preparo ad uscire. Una volta spente le luci ed abbassato la saracinesca, torno esausto alla mia auto e mi metto in viaggio verso casa.

Mentre guido ripenso alla storia che mi ha raccontato il Generale Williams: la storia di come ha conosciuto sua moglie. Non avrei mai detto che quell'uomo, adesso così autoritario e composto, un tempo fosse uno scapestrato amante delle corse clandestine come me.

Ho visto con i miei stessi occhi la sua passione per i motori mentre lavoravamo insieme sull'auto della figlia, nell'attenzione che metteva in un ogni semplice gesto. Quando mi ha raccontato dell'incidente che ha fatto finire la sua futura moglie in coma, mi sono sentito morire: posso solo immaginare il senso di colpa che deve aver provato.

Non sopporto io stesso il mio e non ero nemmeno nei paraggi quando Clarissa è uscita di strada. Se fosse successo mentre c'ero io alla guida... avrei forse preferito essere morto nell'impatto.

Ma quell'evento è stata la scintilla che lo ha portato a capire di voler diventare una persona migliore per la donna che amava. Ha messo da parte le stronzate ed è cresciuto. È diventato l'uomo che sapeva quella donna meritava di avere accanto. E quando è giunto il momento, si è ripreso l'amore della sua vita per continuare la loro strada insieme.

"Questo non è ancora il vostro tempo", mi ha ripetuto di nuovo, prima di lasciare l'officina. Adesso ho finalmente capito appieno il significato di queste stesse parole che mi disse fuori dall'ospedale: anch'io devo crescere, maturare, diventare una persona migliore.

E forse, un giorno, se avremmo la fortuna che le nostre strade si incrocino ancora una volta, Clarissa e io potremmo avere un altro tempo. Ed è con questo nuovo obiettivo e questa nuova speranza che tengo insieme quel che resta di me.

_____

Sono stranamente agitato questo venerdì sera, e non ne capisco il motivo. Ho una brutta sensazione che mi scorre sottopelle e neanche il fatto di dover gareggiare a breve riesce a scacciarla.

«Che ti succede?» mi chiede Josh, notando la mia agitazione.

«Non so... c'è qualcosa che non va. Ma non so cosa» gli rispondo. Josh sta per aggiungere qualcosa quando il mio telefono comincia a squillare. Lo tiro fuori dalla tasca dei jeans e, appena vedo il nome di Liam sullo schermo, quella sensazione diventa più acuta.

«Ehi, amico. Che succede?» rispondo subito, preoccupato, appartandomi in un angolo più tranquillo lontano dal caos della fabbrica. Se mi chiama alle undici di sera dev'essere accaduto qualcosa.

«Ho passato una serata di merda. Quella ragazza mi farà finire al manicomio!» esordisce in tono esasperato. Mi lascio andare ad una risata amara.

Tienimi nel cuoreWhere stories live. Discover now