Capitolo 47

759 71 42
                                    

Individuo Mark e Kevin seduti ad un tavolo ma di Clarissa e le sue amiche nessuna traccia. Cerco di scrutare tra la folla al centro della palestra che si sta scatenando al ritmo della musica pulsante e finalmente la vedo. L'avrei riconosciuta tra mille, nonostante la maschera che indossa.

Balla insieme a Kate ed Annabelle. La gonna del suo vestito bianco, che le arriva sopra il ginocchio, ondeggia con lei ed il corpetto ricoperto di lustrini scintilla sotto le luci come neve al sole. Balla con le sue amiche, sorride... ma non è qui.

Il suo sguardo corre da una parte all'altra della sala alla ricerca di qualcosa... o meglio, di qualcuno. Ho notato infatti che di Liam non c'è traccia. Che fine avrà fatto? Decide di accompagnarla al ballo e poi la lascia sola?

Dopo un'altra canzone, il sorriso di Clarissa si spegne del tutto, incapace di continuare a fingere. Dice qualcosa all'orecchio di Kate e lascia la pista. Si dirige verso il tavolo del rinfresco mentre io la seguo a distanza ma, dopo essersi accertata che le sue amiche non la stiano più osservando, si allontana senza prendere nulla, raggiungendo la parte opposta, il più lontano possibile da tutti i suoi amici.
Si appoggia alla parete, mettendosi in disparte, con l'aria triste e mortificata, lo sguardo fisso sulla punta dei suoi piedi.

Perché?! Perché ti ostini a ricercare la felicità in un posto dove sai di non poterla trovare? Perché continui a fingere in questo modo che tutto ti stia bene così? Sei estranea a loro come loro lo sono a te.

Ne ho davvero abbastanza. Noto che su una parete vengono proiettate immagini di paesaggi innevati e mi viene un'idea. Di solito non condivido i metodi bruschi ed avventati di Condor... ma al momento non vedo alternative.

Afferro per il gomito un ragazzino dall'aria impacciata che si aggira nei pressi del buffet. «Ho bisogno che tu mi faccia un favore» gli dico, lasciando intendere che un "no" non è previsto come risposta, e gli metto in mano la chiavetta.

Come sempre Clarissa riesce a percepire la mia presenza, e lo capisco nell'esatto momento in cui alza la testa e si guarda intorno. In meno di un secondo il suo sguardo si posa su di me fendendo la folla che ci divide, trovandomi appoggiato alla parete di fronte.

Ci guardiamo a lungo negli occhi ignorando la frenesia che ci circonda, come se ci fossimo solo noi due. Rimane immobile, senza muovere un solo muscolo. Immagino sia preoccupata da quella che potrà essere la mia prossima mossa.

Stanco di questo stallo mi decido a raggiungerla, fendendo la folla che si sposta per farmi passare senza che debba dire una parola. Con mia grande sorpresa, anche Clarissa lascia il suo porto sicuro e mi raggiunge al centro della pista senza staccare un secondo gli occhi dai miei.

Fermi l'uno di fronte all'altra, continuiamo a guardarci senza dire una parola. Faccio scorrere lo sguardo lungo tutto il suo corpo, studiandone la perfezione di ogni dettaglio e odiando quella maschera di raso bianco con delle perline come cornice che le nasconde quasi del tutto il viso.

«Sembri un angelo... ma entrambi sappiamo che c'è ben più di quel che appare dietro al tuo sorriso innocente».

Con perfetto tempismo del ragazzino a cui ho affidato la chiavetta, dalle casse cominciano a risuonare le note di "I come for you" dei Nickelback.
Le giro intorno, posizionandomi alle sue spalle. Clarissa non muove un muscolo.

«Che ci fai qui? I balli scolastici non hanno mai fatto per te, mi pare di ricordare» mi dice con voce incerta.

Ti rendo nervosa, piccola? Comincio a far scorrere leggere le dita dalle sue spalle nude, giù lungo tutte le braccia, fino ai polsi, e poi su di nuovo. Posso sentire rabbrividire la sua pelle ed il respiro accelerare. Senza più resistere, appoggio le labbra sulla sua spalla.

Tienimi nel cuoreWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu