3. ti sei fatto assumere per questo?

2.2K 110 14
                                    

Jimin's pov
Era mattina. Il sole splendeva alto nel cielo ed io ero già per strada verso la mia nuova sede di lavoro.

Ero molto felice ed entusiasta. Il mio sogno si stava realizzando anche se non conoscevo ancora la bambina della quale avrei dovuto occuparmi.

Speravo in cuor mio che le sarei piaciuto. Ho sempre amato i bambini e sono sempre riuscito a relazionarmi bene con loro. Speravo che anche questa volta sarebbe andata così.

Arrivai davanti alla villa e parcheggiai, sempre più euforico, feci un bel respiro e mi precipitai all'ingresso.

Ormai davanti all'ingresso entrai, grazie alla chiave che ricevetti dal signora della casa.

Appena dentro sentii un silenzio di tomba. Un po' avrei dovuto aspettarmelo dato che ero consapevole che non ci fosse nessuno apparte la bambina, che probabilmente era ancora addormentata e il figlio maggiore della famiglia.

Già il figlio maggiore. Chissà come era? Sapevo avesse due anni meno di me e niente di più, neanche quale fosse il suo nome.

Iniziai a guardarmi intorno, cercando di entrare in confidenza con quella casa che sarebbe diventata la mia sede di lavoro.

Era enorme e piena di oggetti di ogni tipo, da vasi ad ornamenti, ad oggetti di arredo. Ovviamente a coronare tutto ciò un set di argenteria che avrebbe fatto impallidire la regina Elisabetta.

Iniziai ad esservarlo,avvicinandomi ad un piatti d'argento particolare bello. Era tutto lavorato e ben lucidato. Una gioia per gli occhi. Amavo le cose decorate e curate nei dettagli. Era sempre stata una mia fissa.

*Ovviamente se hai l'argenteria non può essere sporca. Chissà come lavorerà la donna delle pulizie?!*

Senza rendermi conto troppo delle mie azioni, lo presi in mano per poterlo osservare più da vicino. Era veramente meraviglioso.

-non ti conviene rubarlo sai?!-sentii una voce maschile alle mie spalle che mi fece sobbalzare sul posto per quanto fosse inaspettata. Il cuore iniziò a battere forte per lo spavento e gli occhi si sbarrarono.

Mi voltai per osservare la persona che aveva parlato e rimasi di stucco trovandomi davanti un ragazzo alquanto alto e molto bello.
Deglutii prima di parlare.

-non voglio rubarlo-risposi, rimettendolo poi apposto un po' titubante
-si certo, i ladri dicono sempre cosi-rispose lui con arroganza
-scusami?-chiesi io confuso con una punta di irritazione
-che c'è? La verità fa male per caso?-rispose ancora lui con tono arrogante.

Io assottigliai gli occhi, guardandolo male per poi sentire altre parole uscire dalla sua bocca.
-ti sei fatto assumere per rubarci l'argenteria?-chiese poggiandosi allo stupide dalla porta e guardandomi con aria di sfida
-cosa?-chiesi ancora confuso, lanciandogli un'occhiataccia
-tesoro cosa non capisci delle mie parole?eppure sono al quanto semplici-chiese ancora alzando un sopracciglio e fissandomi, incrociando le braccia
-non sono un ladro-risposi io, guardandolo allo stesso modo.

Sentivo la rabbia salirmi in corpo. Chi era questo deficiente per accusarmi così dal nulla? Non mi conosceva neanche e poi mi stava accusando di essere un ladro solo perché avevo un piatto in mano? Assurdo.

-senti....coso...io non sono un ladro e tu non sei...-non riuscii a finire la frase che una piccola vocina fece l'ingresso nella stanza.

Sulla soia della porta spuntò la piccola Minso, che la sua manina si stropicciava l'occhietto. Era così adorabile.

Appena mi vide, rimase immobile per poi correre dal ragazzo con il quale stavo litigando, quasi impaurita. Infondo era normale non mi conosceva e non mi aveva mai visto.

-oppa, chi è?-gli chiese, aggrappandosi ai suoi pantaloni e guardalo dal basso

-é il tuo babysitter-rispose lui, lanciandomi un'occhiataccia.

Vidi la piccola avvicinarsi a me e ripete lo stesso gesto che aveva compiuto poco prima con il fratello.

-come ti chiami?-mi chiese con un tono piccolo e dolce che mi fece sorridere all'instante. Era così piccola e tenera a differenza del fratello che era tutto l'opposto.
-io sono Jimin...tu invece?-risposi, portandomi alla sua altezza e porgendogli la mia mano
-io..io..io..sono Minso-rispose lei, facendosi piccola piccola se possibile per poi prendere la mia mano e sorridermi.

Risposi subito al sorriso, vedendola così carina e soddisfatta del nostro incontro.

-jimin-oppa...quindi ora mi preparerai tu la colazione?-mi chiese facendo poi un piccolo broncio adorabile
-certo piccola, quello che vuoi-risposi io e lei allungò le braccia verso di me, chiaro segno di voler essere presa in braccio e così feci.

-allora io vado, Minso fai la brava con Jinin e tu gnomo vedi di non rubare niente-disse suo fratello maggiore prima di uscire dalla casa, sbattendo la porta.

Jinin? Mi aveva chiamato Jinin? Ma che cazzo....

Già odiavo profondamente quel ragazzo era stronzo ed arrogante.

ANNEBBIATO DA TEWo Geschichten leben. Entdecke jetzt