66. a causa mia

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Jimin's pov
Mi svegliai di soprassalto, con il cuore in gola e la pelle che bruciava a casa del sudore che avevo addosso. Avevo appena avuto una specie di incubo, anche se ora non lo ricordavo. Il cuore ancora mi pulsava e il respiro si stava regolarizzando piano piano. Provavo una sensazione strana, una paura mista a preoccupazione per qualcosa che la mia mente aveva deciso di non volermi fare ricordare. Mi sentivo molto strano e spaesato, può un incubo ridurti così?

Mi portai seduto sul letto, cercando di traquillizzarmi rendendomi subito conto che fosse ancora notte fonda, voltandomi verso il comodino mi resi conto che era effetti così, erano appena le tre di notte.

Passai velocemente una mano tra i miei capelli, scompigliandomeli per cercare di calmarmi un po'. Mi sentivo frustrato, oltre alle preoccupazioni che nell'ultimo periodo occupavano la mia testa e il mio cuore, ora avevo iniziato anche ad avere incubi durante la notte. Il cuore aveva ancora i battiti accelerati, ma piano piano sentivo che mi stavo calmando. La strana sensazione, però, non mi aveva abbandonato e sembrava non volerlo fare.

Mi alzai, dirigendomi verso la cucina per poter prendere un po' d'acqua e per cercare di riprendermi un po'. Quel sogno mi aveva scosso parecchio, anche se il mio cervello aveva deciso di dimenticarlo. Forse era un bene che non lo ricordassi, dato quello che aveva lasciato dietro di sé. Speravo solamente che Jungkook non si rendesse conto della mia assenza accanto a sé, non volevo che si alzasse preoccupandosi per me passando la notte in bianco come stavo facendo io. Perché si, dopo quell'incubo non ero certo che sarei riuscito a rimettermi a dormire avendo la consapevolezza che avrei potuto rifare lo stesso sogno. Ne ero spaventato, anche se non conoscevo il mostro in faccia.

Restai li seduto per alcuni momenti, fissando il vuoto e sorseggiando la mia acqua finché decisi di farmi coraggio e tornare a dormire o almeno di provarci. Non ero convinto al cento per cento della mia scelta, ma volevo almeno provarci sapendo che avrei potuto toccare Jungkook per sentirmi più calmo ed al sicuro. Lui era la mia ancora, che mi avrebbe riportato sempre a galla.

Mi rimisi accanto a Jungkook, osservandolo dormire per alcuni attimi. Non capivo come potesse essere così meraviglioso anche mentre dormiva, i suoi occhi chiusi,le sue labbra socchiuse, i capelli che gli ricadevano dolcemente sul viso facendo da cornice a quel volto scolpito da qualche scultore. Era una bellezza da togliere il fiato. Avvicinai la mia mano verso la sua fronte continuando a guardarlo dolcemente dormire, spostando alcuni ciuffi che gli ricadevano sugli occhi. Ormai i suoi capelli erano diventati più lunghi e ribelli.

Toccandolo mi resi conto di una cosa che mi allarmò all'istante, qualcosa che ai miei occhi non sembrava andare bene. La sua fronte era calda, forse troppo e forse non come avebbe dovuto essere normalmente.

Poggiai per bene la mano li cercando di capire se la mia sensazione fosse corretta o meno. Speravo con tutto il cuore che mi fossi sbagliato, non avrei mai voluto che stesse male e soprattutto a causa mia. Infatti se avesse avuto la febbre sarebbe stato a causa mia. Se non avesse organizzato quel nostro appuntamento con tanto di bagno nel mare in piena notte, ora starebbe bene.

Mi alzai nuovamente dal letto, entrando in bagno e afferrando il termometro dal cassetto, in quanto toccandolo, effettivamente, la sua fronte appariva calda. Dovevo fare qualcosa e la prima cosa da fare era capire se avessi ragione o meno.

Alzai la sua maglia posizionando il termometro sotto al suo braccio, sedendomi poi accanto a lui attendendo il suono tipico di quando finiva. Passarono alcuni momenti di assoluto silenzio, nella stanza risuonava solo il ticchettio delle lancette dell'orologio che non arrestavano un momento. La preoccupazione si stava impossessando di me. Ero preoccupato del fatto che Jungkook potesse essere malato a causa mia.

Non appena sentii il piccolo suono risuonare per la stanza, afferrai subito il termometro volendo sapere subito la sua temperatura.

*Trentanove e tre*

-cazzo, hai la febbre-affermai sorpreso dalla cosa, preoccupandomi subito dopo. Morsi il labbro inferiore, preso dalla preoccupazione. Era colpa mia se aveva la febbre e dovevo assumermene la responsabilità.

Tornai in bagno volendo abbassargli almeno un po' la temperatura corporea, glielo dovevo. Afferrai un asciugamano e riempii una bacinella di acqua fredda prima di tornare dal mio ragazzo ancora sdraito dormiente nel letto. Sapevo che mettendo l'acqua fredda sulla sua fronte nel giro di poche ore si sarebbe sentito meglio e la sua temperatura sarebbe scese almeno un po'.

Presi il panno e lo bagnai,posizionandolo dolcemente sulla sua fronte, prendendo poi un'altra coperta da aggiungere alle altre. Volevo stesse al caldo e che guarisse in fretta. Non potevo permettere che prendesse altro freddo e che la sua febbre peggiorasse. Avrei fatto di tutto per farlo stare meglio, anche stare sveglio tutta la notte ad accudirlo.

Continuai a posizionare e ribagnare il panno, finché non mi addormentai anche io sfinito seduto sul pavimento con le braccia e la testa sul letto.

ANNEBBIATO DA TEWhere stories live. Discover now