51. e se non ci credessero?

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Jungkook's pov
-minnie calmati, è solo una cena-dissi a Jimin, a pochi passi dalla casa dei miei genitori. Vedevo Jimin al quanto agitato e nervoso. Sembrava quasi sul punto di avere un infarto. Volevo che si calmasse e che tornasse tranquillo e sereno, infondo era solo una cena quella che stavamo per fare.

Non capivo il motivo di così tanta ansia e preoccupazione. Erano solo i miei genitori, sapevano che eravamo sposati e lui li conosceva abbastanza bene dato che aveva lavorato per la mia famiglia.

Mi avvicinai a lui mettendo le mani sulle sue guance. Forse se avesse visualizzato qualcosa di tranquillo e sereno si sarebbe calmato un po'. Speravo inoltre che il contatto delle mie mani con la sua pelle lo facesse stare più sereno, trasmettendogli la mia calma.

-e se...non ci credessero?-mi chiese con gli occhi in panico ed il fiato leggermente corto a causa dell'ansia.

-credere a cosa piccolo?-chiesi io, un po' confuso. Cosa lo stava preoccupando esattamente?

-se non crederanno che siamo una coppia, che siamo felici, che ci amiamo e tutto il resto?!-mi chiese nuovamente, con gli occhi lucidi mentre mi guardava sempre più spaventato. Sentivo il suo corpo tremare sotto il mio tocco.

-minnie respira...-feci per inspirare, facendogli fare il mio stesso movimento e poi espirare- stai tranquillo...ok...andrà tutto bene-continuai accarezzandolo dolcemente.

-si ma...noi...non siamo una coppia effettivamente ancora, cioè ci stiamo conoscendo ancora...e...da...questo...a fingere di essere....sposati e super felici....il passo è lungo-continuò lui abbassando lo sguardo. Sorrisi dinnanzi alla sua timidezza mista a dolcezza. Anche quando era spaventato poteva essere la persona più tenera del mondo.

-piccolo, tranquillo. Basterà prendersi la mano ogni tanto, raccontare aneddoti per tenerli buoni e poco altro- continuai avvicinandomi al suo orecchio. Volevo giocare un po' sporco per vederlo imbarazzato e con le guance rosse, così da non fargli pensare alla cena.

-poi ovviamente...beh qualche bacio servirà per rendere tutto più credibile-gli sussurrai per poi leccare il suo lobo.

-jjj...Jungko..okk..-disse lui quasi a forza, diventando più rosso di un pomodoro in un istante.

Sorrisi prendendolo per mano ed andai a suonare il campanello di quella casa che era stata parte della mia infanzia.

In pochi attimi, la porta venne aperta ritrovandoci davanti fin da subito mia madre con un sorriso a 32 denti. Sembrava più contenta che se le avessero regalo 100.000 dollari.

-ragazzi!!!-disse abbracciandoci forte entrambi, quasi stritolandoci per la contentezza non dandoci neanche il tempo di realizzare cosa stesse succedendo.

-finalmente siete arrivati, venite entrate su-continuò prendendoci per mano e trascinandoci all'interno della casa.

-CARO SONO ARRIVATI- urlò per tutta la casa per richiamare l'attenzione di mio padre, che in poco tempo fece anche lui la sua comparsa davanti a noi.

-buona sera ragazzi, siete arrivati finalmente-disse stringendo la mano ad entrambi, con un sorriso.

Mi guardai intorno cercando l'unica persona che ancora non era arrivata.

-la mia principessina?-chiesi a mia madre, ricevendo un sorriso da lei prima di una risposta

-é dalla nonna, voleva passare un po' di tempo con lei-rispose portando una mano sulla mia spalla.

-quando volete la cena è servita-intercenne la domestica arrivando da noi e facendoci spostare nella sala da pranzo.

ANNEBBIATO DA TEWhere stories live. Discover now