72. io lo conosco

1.6K 79 5
                                    

Jimin's pov
Erano passati alcuni giorni dalla notizia che ci aveva stravolto la vita. Non ci riuscivamo a capacitare di cosa passasse nella testa dei nostri genitori.

Perché erano arrivati a tanto? Perché volevano così disperatamente un nipote? Cosa avevamo fatto di male da meritarci tutto questo?

Prima ci avevano costretto a sposarci senza avere voce in capitolo sull'argomento, poi non si erano fatti sentire per un po, come se non esistessimo, fino a che non avevano iniziato con la storia del bambino ed ora erano arrivati a questo.

Come potevano pensare che così facendo avrebbero ottenuto qualcosa?

Non ne potevo più. La situazione ormai era fuori controllo. Non riuscivo più a dormire bene o a mangiare decentemente. Avevo i nervi a fior di pelle e per ogni cosa scattavo. Ero dimagrito per lo stress e Jungkook se ne era accorto, costringendomi a mangiare per poi vedermi rigettare ogni cosa non riuscendo più a tenere nulla nello stomaco.

Jungkook ogni volta cercava di farmi calmare, ricevendo a volte male parole da me. Mi sentivo in colpa a trattarlo male ed infatti subito dopo mi scusavo. Sapevo che non era colpa sua e che in questa battaglia eravamo noi due contro il mondo. Lui era la mia forza. Senza di lui in questi momenti non sapevo come sarebbe potuta finire.

Con delle occhiaie immense, entrai in cucina, ancora molto assonnato e distrutto dalla pessima nottata passata. Mi trascinavo a fatica, non volendo fare niente.

-buongiorno amore-mi disse Jungkook, venendomi subito incontro per lasciarmi un dolce bacio sulle labbra.

-come ti senti?-continuò facendomi accomodare al tavolo, tornando poi ai fornelli per continuare a cucinare.

-male...non ho dormito molto-risposi con tono triste, puntando poi lo sguardo nel vuoto. Non volevo che si preoccupasse, ma non volevo neanche mentirgli.

Lo vidi voltarsi verso di me, mordendosi il labbro frustrato. Sapevo che soffriva a vedermi in questo stato, ma non potevo farci niente se non riuscivo a sorridere. Avrei voluto essere felice e sorridere solo per lui, ma quanto provavo a farlo mi tornava in mente questa storia e la tristezza mi assaliva trascinandomi nel baratro.

-tranquillo piccolo, ti ho preparato la tua colazione preferita. Vedrai che fra poco starai meglio-continuò euforico, volendo farmi sorridere porgendomi il piatto pieno di ogni cosa.

-non ho molto fame...scusami kokkie...sono un pessimo fidanzato, tu sei così carino con me e io invece...non faccio che remarti conto e farti stare male...non riesco a farti..-iniziai a parlare piangendo come un fiume in piena non riuscendo più a tenermi dentro i miei sentimenti, quando venni fermato dalle sua braccia che si chiusero sul mio corpo.

A quel contatto, esplosi lasciandomi andare ad un pianto disperato lanciandomi sul suo petto, stretto forte dalle sua braccia. Non volevo piangere, non potevo. Non volevo dare questa soddisfazione ai nostri genitori, ma come potevo fare se non così.

-piangi pure amore, sfogati finché vuoi-mi disse, con un tono di voce che mi fece capire che cercasse di non piangere a sua volta.

-mi dispiace-continuai tra un singhiozzo e l'altro, stringendo le mani in pugni sulla sua maglia.

-va tutto bene, va tutto bene-mi rispose per poi scostarmi per guardami in faccia.

-tranquillo mhh?! Io sono qui e non me ne vado. So che questa situazione è pesante per te come lo è per me, ma io non me ne vado capito?! Siamo noi due contro il mondo.-mi disse accarezzandomi dolcemente il viso con le mani, asciugandomi le lacrime che continuavano a scorrere sul mio viso.

-io non ti merito, sono un disastro-dissi d'impulso, non riuscendo a controllare i miei pensieri. Lo vidi sbarrare gli occhi, non aspettandosi le mie parole.

ANNEBBIATO DA TEHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin