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Fin dalle elementari, quando gli chiedevano cosa volesse fare da grande, Jisung sorrideva e con lo sguardo sognate rispondeva "Il poliziotto!!"
Era sempre stato così, fin da quando ne aveva memoria.
L'idea di aiutare le persone e di ostacolare i criminali gli aveva sempre portato alla mente i supereroi che tanto ammirava in tv.
Non avrebbe avuto maschere, mantelli ne superpoteri eppure quel lavoro per lui era la forma di eroismo più alta che potesse esistere.
Quando anni dopo il suo sogno si realizzò e riuscì ad entrare nell'accademia di polizia , si trasferì al centro di Seul dove la criminalità era più alta e non ci volle molto dopo la specializzazione che una delle più rinomate stazioni di polizia lo notasse e lo chiamò per prendere servizio, oltretutto ci vollero solo pochi mesi di servizio per farlo entrare in una squadra speciale di cui lui era addirittura a comando.
Le cose non potevano andare meglio per lui.
"Ehi capo ti ho portato i documenti che mi hai chiesto" la voce profonda di Felix lo interruppe dai suoi pensieri.
"Lix finiscila di chiamarmi così, mi metti ansia" lo rimproverò Jisung
I due si conoscevano fin dal primo anno di accademia e si erano intesi dal primo momento. Tanto è vero che appena preso posto come comandante della squadra chiesero a Jisung se conoscesse degli agenti competenti che avrebbe voluto dalla sua parte e lui pensò immediatamente all'australiano.
C'era qualcosa nel sorriso di Felix che faceva sentire le persone a proprio agio, infatti veniva spesso mandato a parlare con i detenuti più ostili nel deporre o a dare informazioni e quasi sempre riusciva a farsi rivelare ciò di cui avevano bisogno senza troppi problemi.
"Va bene capo" sorrise il biondo
"Ci rinuncio" alzò gli occhi al cielo il maggiore.
Il suono del telefono dell'ufficio li interruppe dai loro battibecchi e Felix andò a rispondere.
"Squadra speciale 556" rispose tranquillo, ma subito dopo sgranò gli occhi. "Portatelo qui" disse prima di riattaccare.
"Che succede?" Chiese Jisung finendo di sistemare i fogli sulla scrivania.
"Hanno preso Hwang"
"Si cazzo!" Esclamò Jisung. "E hanno trovato delle prove? Sanno dov'è il suo capo?"
"Non credo, o non avrebbero chiamato qui" scrollò le spalle il biondo
L'altro annuì concordando "appena arriva ci parli tu" gli ordinò "dobbiamo scoprire dove cazzo è quel bastardo"
Felix annuii prima di uscire dal ufficio.

Era passato quasi un anno da quando la squadra 556 seguiva ogni movimento di una gang criminale che aveva a che fare con i peggiori crimini che venivano commessi in Corea del Sud, ma le prove erano sempre circostanziali o addirittura inesistenti.
Jisung sospirò posando lo sguardo sul tabellone dove vi erano pezzi di mappe, foglietti con avvistamenti e foto di quello che era il capo di quell'organizzazione:
Lee Minho.
Jisung cercava costantemente informazioni su di lui.
Aveva scoperto che suo padre era un potente boss mafioso in Tailandia e che era stato ucciso quando lui era un bambino.
Della madre non vi erano notizie,tranne che non fosse cresciuto con lei, infatti venne allevato da un suo lontano parente, anche lui impicciato in affari loschi abbastanza imponenti, ma erano un paio di anni che non si avevano più sue notizie, da quando Minho aveva ventidue anni.
Da quel momento era come se quel ragazzo non esistesse, gli capitava spesso di incontrarlo certo, ed ogni volta si divertiva a prende in giro il poliziotto spudoratamente, ma i suoi documenti erano scaduti da un pezzo e non si avevano più informazioni personali, nessuna interazione sociale.
"Sarò io a incastrarti bastardo" disse continuando a fissare la foto attaccata alla parete dove Minho aveva un ghigno sul volto.

Appena sentii la porta della struttura aprirsi, si precipitò in corridoio, dove fecero il loro ingresso due agenti che scortavano un ragazzo con le manette dietro la schiena e un sorriso sfacciato sul viso.
"Io non sorriderei se fossi in te Hwang Hyunjin" gli disse Jisung avvicinandosi alla sua figura.
Il ragazzo alzò lo sguardo sul poliziotto senza smettere di sorridere "potreste per favore togliermi i capelli dalla faccia?"
"Eh?" Rimase scioccato Jisung
"Sentite... io sono qui senza ragione e voi non avete niente per farmi finire in gabbia, quindi per lo meno dovreste trattarmi bene... i capelli dalla faccia"
Provò a soffiare verso l'alto.
"Lix togligli sti benamati capelli dalla faccia" ordinò il maggiore facendosi da parte.
"P-perché io?" Chiese lui piano
"Ti faccio paura principessa?" Chiese il ragazzo ammanettato.
"No..." Felix si avvicinò al ragazzo molto più alto rispetto a lui, il quale si abbasso in modo da essere alla sua stessa altezza.
Felix gli sistemò i folti capelli neri dietro le orecchie a pochi centimetri dal suo viso e con lo sguardo fisso nel suo.
"Ora che avete fatto conoscenza puoi interrogarlo dentro" li interruppe Jisung facendo arretrare di scatto Felix, quest'ultimo annuì e si allontanò da Hyunjin che aveva ancora lo sguardo su di lui.
"Pensaci tu, io vado a chiamare Chan per avvisarlo"
Felix annuii, poi guardò i poliziotti e con un sorriso molto ampio gli disse "Portatelo nella sala degli interrogatori io lo raggiungo subito" prima di andare nel suo ufficio sotto gli occhi attenti di Hyunjin.

||Defenceless|| Minsung+Hyunlix Where stories live. Discover now