Non ho il coraggio di bussare, non so nemmeno io perché sto facendo questo, ma voglio che lui capisca il perché di tutte le mie scelte.
Vorrei tanto che non fosse successo tutto questo, se solo quella sera non fossi uscito, adesso non saremmo separati.
Suono il campanello e inizio a fissare i miei stivaletti neri, appena sento la serratura scattare, rialzo la testa trovandolo con addosso un solo golf bianco gigantesco e mezzo addormentato.
Per poco non scoppio a piangere, avrei tanto voluto abbracciarlo e stringerlo forte tra le mie braccia, coccolarlo, ma ormai non ho più nessun diritto di fare nessuna di queste cose.
Fa così male cazzo.
"Buonasera, come mai qui?" mi chiede mentre si strofina gli occhi.
"Dobbiamo parlare"
Senza chiedermi altro, si sposta per farmi entrare, in silenzio entro dentro e lo seguo in cucina.
"Vuoi qualcosa da bere?" mi guarda con quegli occhi all'apparenza così innocenti.
"No, possiamo andare nella tua stanza?" inizio a torturarmi le mani, sapere che questa sarebbe stata l'ultima volta in questa casa, mi sta uccidendo dentro.
"Non faremo nulla, te lo dico subito" sorride leggermente, come se avesse già capito.
Andiamo al piano di sopra, mentre io sto per aprire la porta della sua presunta stanza, lui mi ferma.
"Quella è la stanza degli ospiti, e dato che so come andrà a finire questa conversazione, credo sia giunto il momento di farti vedere la mia stanza" sorride dolcemente.
Chiudo per un attimo gli occhi e con il cuore a mille lo seguo, nell'unica stanza che non Ho mai visto, ah no c'è ne anche un'altra al piano di sotto che non ho mai aperto, ma solo perché è chiusa a chiave.
"Benvenuto nella mia stanza Jungkook" sorride entrando dentro la sua stanza.
Entro e porca troia, è tutta in bianco, ha una gigantesca vetrata che da sulla città e un letto rotondo davanti. Un gigantesco lampadario che attira subito l'occhio. Di lato ci sono due porte. Alcuni mobili tutti bianchi con qualche cornice sopra, sembra tutto così ordinato e pulito.
Per poco non svengo quando vedo il gigantesco quadro appeso sul muro.
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Così dannatamente sensuale e di una bellezza inumana.
"Ti piace la mia stanza?" attira la mia attenzione Taehyung che si è rimesso sotto il grande piumone bianco.
"Perché non me l'hai detto prima?" lo guardo non capendo del perché di questa bugia sulla sua stanza.
"Forse perché sapevo infondo infondo che tu non eri quello giusto" mi guarda con un sorriso sforzato.
