24 - Pretty when you cry

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COLE

Mi abbandono a peso morto su uno sgabello di legno in cucina, sfinito, e mi sfilo il grembiule che da bianco - nel giro di poche ore - si è trasformato in un giallo crema, a causa delle mie pessime doti culinarie.

Alzo lo sguardo dalla mia figura e lo rivolgo intorno a me, sospirando già affranto: mamma probabilmente mi strangolerà quando vedrà il casino che ho combinato qui dentro.

"Ma che hai fatto?" La voce di Mila - che in questo periodo percepisco sempre come irritante - arriva alle mie orecchie e chiudo gli occhi, preparandomi già mentalmente alla ramanzina che mi starà per fare. "Tu dalla cucina ci dovresti stare lontano, Cole, lo sai!"

"Come fai tu dallo studio?" Mia sorella vacilla leggermente udendo le mie parole e noto che le sue guance diventano di un rosso accesso in tempo record.

Se potesse uscirle fumo dalle orecchie, in questa camera sicuramente non si riuscirebbe più neanche a respirare.

Negli ultimi tempi, l'ambiente casalingo non è stato dei più sereni e piacevoli: Barb è scomparsa da un giorno all'altro e né lei, sua sorella o Bryce si sono degnati di darci informazioni a riguardo.

Ho passato notti in bianco a raccogliere le lacrime che uscivano copiose dagli occhi della mia ragazza e mi sono dovuto subire il caratteraccio scorbutico di mio fratello negli ultimi dieci giorni.

Come se non bastasse, Camila e mamma ultimamente sono come cane e gatto, visto che quest'ultima insiste, come al solito, perché mia sorella entri al college, mentre Mila sembra intenzionata a fare il completo opposto.

Ormai penso più per non darla vinta a mamma che perché il percorso di studi non le interessi davvero.

"Vuoi ricordarmi anche tu che sono un fallimento per questa famiglia, ora?" Mi copro il volto, sentendomi improvvisamente in colpa.

E un coglione.

Subito le parole dure pronunciate l'altra sera da mia madre mi rimbombano in testa come un tormentone.

"Non credevo che mi avresti portato così tanta delusione"

Adoro il fatto che mia sorella, generalmente, se ne freghi del tutto dell'opinione altrui, ma allo stesso tempo desidererei anche che ciò che le dice mamma le passasse sopra più facilmente, e che non la facesse stare così tanto male.

"Sono un cretino, Mila, ti prego perdonami" la corvina si gira, facendo per uscire dalla cucina, ma la agguanto per il braccio e la tiro verso di me, guardandola in quegli occhi tanto scuri quanto lucidi e nei quali riesco sempre a trovare una spalla su cui appoggiarmi.

"Essere tuo fratello mi rende la persona più orgogliosa del mondo, e voglio che tu faccia quello che ti fa stare bene"

"Quindi non pensi che sia una stupida?" Scuoto la testa, sorridendo teneramente alla ragazza che mi ha sempre fatto quasi da seconda mamma e la avvicino a me, racchiudendola in un abbraccio.

Le bacio la fronte, accarezzandole la schiena. "Penso che tu sia la persona più prodigiosa che io conosca, indipendentemente dalla scuola", le sussurro all'orecchio, sentendo una piccola lacrima bagnare la maglietta nera che indosso, "e che sia mamma la delusione, in questa famiglia"

Lei tira su con il naso, e si allontana leggermente dal mio petto. Punta le sue iridi marroni sulle mie chiare e mi sorride. So che in questo momento vorrebbe dirmi tante cose, ma che probabilmente non ne trova la forza.

"Allora, per chi è la crostata che hai appena infornato e per cui hai distrutto la cucina?"

***

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