26 - Il lato positivo

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COLE

"Sai, ero cotta di lui. Ma cotta a tal punto che nel suo carattere, nel suo modo di fare, io vedevo solo gli aspetti positivi. Anche quando faceva una cazzata, gliela perdonavo. Passavo sopra a qualsiasi disastro lui causasse"

"Non era un bravo ragazzo, quindi" lei ride, ride proprio forte, però la sua risata è amara. Non sembra divertita, ma anzi spaventata.

"Il tipico bello e dannato, ma ero una piccola ingenua. Mi affascinava e questo suo comportamento così strafottente mi piaceva da morire"

"Ma come ha fatto a..." lascio in sospeso la frase, pronunciare quel verbo mi risulta più difficile di quanto pensassi.

Lei stringe le mani in due pugni e il suo corpo viene attraversato da dei brividi che la fanno muovere leggermente sulla sedia nella quale ora è seduta.

"Eravamo ad una festa, Lils era appena andata via. Ricordo che quella sera l'avevo fatta imbestialire, lei continuava a dirmi che avremmo dovuto tornare a casa, ma io insistevo per rimanere. In quel periodo l'ambiente casalingo non era molto accogliente, e preferivo molto di più starmene in giro che tornare dalla mia famiglia" si blocca per un secondo, al ricordo della litigata furiosa che presumo debba aver avuto quella notte con sua sorella. "Lili mi ha urlato contro che non facevo altro che renderle le cose più difficili, che potevo fare quello che volevo e mi ha voltato le spalle. So che se fosse stata lucida non mi avrebbe mai mollata lì, ma l'alcol la trasforma in una persona completamente diversa da ciò che in realtà è ed inoltre all'interno della discoteca c'erano dei nostri amici, pensava che non ci sarebbe stato nulla di cui preoccuparsi"

"E invece..."

"E invece la mattina dopo si sarebbe preoccupata, e anche tanto"

"Cole!" Mi sveglio di soprassalto e mi metto a sedere sul letto con una rapidità tale che Lili, colta alla sprovvista, caccia un urlo. Poggia una mano sul cuore prima di trucidarmi con lo sguardo. "Per amor di Dio, vuoi farmi morire?"

"Scusa peste" mi stropiccio gli occhi - ancora pesanti per la stanchezza che mi accompagna da ormai un bel po' di settimane - e sento la mano delicata e per me familiare della mia ragazza accarezzarmi i capelli.

"Un altro brutto sogno?" Mi domanda con tono improvvisamente dolce, e io vorrei tanto risponderle di sì, ma le mentirei.

E mi sono promesso di non farlo più.

"Non proprio..." lei mi guarda confusa, tanto che aggrotta le sopracciglia chiare. "È possibile sognare un discorso già avuto con una persona?"

"Non ne ho idea Cole, ma mi sembrava comunque un ricordo spiacevole" mi ributto a peso morto sul materasso, portandomi le mani al viso.

L'emicrania sta di nuovo prendendo il sopravvento e a momenti penso che la testa potrebbe esplodermi.

"Stai ancora male?" Le carezze della bionda si spostano sulle mie guance, e io annuisco tenendo gli occhi chiusi. "Hai mangiato qualcosa ieri sera?" Non le rispondo, e lei prende il mio silenzio come un no.

Giustamente.

All'inizio la paura che si arrabbi mi invade, ma poi sentendo la sua voce ancora tenera mi rassereno. Ha capito che l'unico modo per aiutarmi è quello di essere paziente con me, e apprezzo lo sforzo che sta facendo per cambiare.

"Che ne dici se ci facciamo una pasta?" Apro leggermente un'occhio, per lanciare un'occhiata all'orologio e appena noto che sono le tre del mattino, quasi scoppio a ridere.

"Ma hai visto che ore sono?" La bionda scrolla le spalle e si alza dal letto, tendendomi una mano. Riesco a vedere il suo sorriso anche se intorno a noi è buio pesto, ed è così bella.

impara a conoscermi | SPROUSEHARTWhere stories live. Discover now