Capitolo 1 (UR5S)

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⚠️ NOTA DELL'AUTORE ⚠️
I primi 24 capitoli dedicati alle Backstory dei personaggi sono attualmente in fase di revisione

(sono skippabili se lo desiderate, anche se non ve lo consiglio)

★ ci rivediamo al Capitolo 25, dove ★
✯ inizia la storia vera e propria ✯

Se siete rimasti non posso far altro che ringraziarvi e augurarvi
❁ buona lettura ❁

❄︎❀❄︎

Era una fresca giornata di Maggio, e un freddo venticello si aggirava per le strade di Mosca mentre un padre e suo figlio si aggiravano per le strade desolate della periferia. Uscivano dal cimitero e si dirigevano verso il centro città.

Dai loro abiti si capiva la provenienza da una famiglia splendida e ricca, ma i loro volti sporchi di lacrime lasciavano capire che la gioia era da tempo finita e la realtà aveva dato loro il suo ultimo colpo.

"Padre... come faremo ora senza la mamma? Mio fratello è piccolo, non ci sono quasi più soldi per dargli da mangiare"
Chiese il minore con ancora la voce rotta dal pianto, la visita a sua madre era stato troppo dolorosa perché i suoi giovani nervi potessero reggere. Il bambino era nato con un occhio malato, che gradualmente era diventato completamente cieco, e camminava aggrappato alla giacca del padre come se fosse l'unica cosa a tenerlo in piedi.

"Non preoccuparti figlio, posso farmi prestare dei soldi dallo Zar... è nostro amico dopotutto"
Rispose il padre guardando avanti cercando di sorridere più che poteva.

"Ma padre... lo Zar ha detto che non ti avrebbe più dato soldi"
Lo corresse il bambino guardando a terra. Il padre divenne scuro in volto ma cercò di non darlo a vedere, sorrise di nuovo.

"Vuol dire che proverò a vincere qualcosa con le scommesse... è andata bene l'ultima volta!"
Rispose aggiungendo un po' di allegria all'ultima frase. Il minore rabbrividì è scosse la testa.

"Non mi piace quando inviti quelle persone a casa... e l'ultima volta non è andata bene, hai speso tutto prima ancora di tornare a casa!"
Gridò il bambino, ricevette subito uno schiaffo.

"ALEKSEI!"
Urlò a sua volta il padre prendendo il bambino per il polso e tirandolo fino ad arrivare a casa.

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La casa era vuota, abitata solo dalle tre anime, molte camere erano chiuse a chiave e non venivano aperte se non durante il giorno delle pulizie.

Una camera era delle due sorelle maggiori del piccolo, andate a vivere con gli zii appena compiuti i 18 anni. Un'altra apparteneva ai due gemelli di mezzo, non si sapeva cosa fosse successo a loro, ma suo padre aveva detto che avevano fatto la stessa fine che avrebbe fatto suo figlio se non fosse stato zitto.
L'ultima stanza invece era di sua madre, dove aveva passato gli ultimi mesi che la sua malattia le aveva concesso di vivere.

L'uomo di sdraiò sul divano e il piccolo andò in camera sua a controllare il fratellino di pochi mesi.

❄︎❀❄︎

Dopo mesi i due erano tornati a camminare quella strada che portava verso la periferia. Ma questa volta il genitore era vestito diversamente, vestiti meno pregiati e un cappuccio sulla testa.

"Padre... d-dove stiamo andando?"

Chiese spaventato il bambino, non aveva mai visto suo padre così nervoso in tanti anni. Il padre non lo guardò neanche e non sorrise.

"Vedrai, stiamo andando a fare qualcosa di necessario per la tua famiglia"
Rispose. I due arrivarono ad una piazzetta piena di gente che urlava e agitava denaro all'aria. Tenendo per mano il bambino il padre si avvicinò a qualcuno che dirigeva l'evento e sussurrò qualcosa al suo orecchio. Il dirigente guardò il giovane e sorrise, lo prese per il polso e lo gettò in mezzo alla folla gridando qualcosa che non capì.

Il frastuono delle urla gli impedivano di capire cosa stesse succedendo finché tutto si fermò e venne preso e trascinato via. Si girò verso suo padre un'ultima e lo vide sorridere sotto il cappuccio mentre un'altro uomo gli porgeva un sacco pieno di soldi e gli stringeva la mano.

❄︎❀❄︎

Ci mise molto ad abituarsi alla sua nuova vita, e i lividi sotto la divisa erano la prova di questo. Camminava lentamente per i corridoi della casa in cui lavorava finché la curiosità gli fece notare la porta della stanza dei suoi padroni aperta.

Entrò velocemente senza farsi vedere e si avvicinò ad una specie di scrivania con uno specchio. Era piena di scatole e gioielli ricoperti di diamanti e oro di ogni tipo.

"Forse... se ne prendessi qualcuno... potrei aiutare papà..."
Disse tra sé e se mentre prendeva tutto quello che poteva. Si mise alcuni bracciali e una collana e li nascose sotto la divisa, che era abbastanza grande da coprire tutto. Nelle tasche mise alcuni orecchini e aprì tutti i cassetti cercando tutto ciò che poteva avere valore.

Era così ossessionato dalla sua ricerca che neppure si accorse dei passi finché non sentì un urlo provenire dalla porta.

"AL LADRO! AL LADRO!"
Gridò una serva cercando attenzione, il ragazzo mise subito le mani in alto e svuotò una tasca ponendo parte della refurtiva sul tavolo.

A poco servì perché il padrone di casa arrivò e gli diede un pugno in bocca.

"BRUTTO MASCALZONE, ORA CAPISCO PERCHÉ CI HAI MESSO TANTO AD IMPARARE IL TUO POSTO! VATTENE VIA E NON TORNARE MAI PIÙ!"
Gridò mentre lo prendeva per il colletto e lo portava verso l'uscita di casa.

Lo gettò in mezzo alla neve e chiuse la porta a chiave. Il ragazzo cominciò a tremare, la divisa era troppo leggera per coprirlo dal freddo e cominciava a sentire il sangue uscire dalla bocca.

Guardò la porta chiusa finché le lacrime cominciarono a scorrere lungo le sue guance. Si alzò e sentì il suono dei gioielli che aveva rubato e che non aveva lasciato. Un leggero sorriso si formò sul suo volto e si voltò verso il cancello della proprietà.

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Spero che questa storia vi piaccia!

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Alla prossima!
BYEEEE

𝑾𝒆'𝒍𝒍 𝑭𝒊𝒏𝒅 𝑷𝒆𝒂𝒄𝒆 𝑰𝒏 𝑯𝒆𝒍𝒍 [Axis Powers Story] (CountryHumans)Where stories live. Discover now