Capitolo 17 (UR5S pt4)

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Passarono i mesi ed arrivò Settembre, le pareti delle fabbriche erano costellate di volantini che incitavano le rivolte, le guardie si vedevano molto più spesso giro e con loro gli sguardi sospettosi degli operai.

"Ehi ragazzo! Aleksei, vero?"
Disse un uomo dietro di lui. L'improvvisa domanda spaventò un po' il giovane, che comunque si girò.

Era un suo compagno di fabbrica, un collega di lavoro molto più anziano che vedeva sempre in un angolo a fumare una pipa che sembrava non finire mai, concentrato sul suo lavoro con sguardo arrabbiato. Più volte lo aveva sentito parlare di come venissero sfruttati e di come dovessero tutti ribellarsi, ma sempre tornava silenzioso quando il capo o qualcuno sopra di lui nella scala gerarchica passava a dare un'occhiata ai lavoratori. Sotto sotto, erano un po' tutti d'accordo con lui, ma troppo spaventati per dirlo apertamente all'interno della fabbrica.

Al di fuori però, il gioco cambiava, e tutti gli si stringevano attorno ad ascoltarlo parlare.

"Buongiorno signore, cosa desidera?"
Chiese educatamente Aleksei facendo velocemente contatto visivo con l'uomo, abbassò subito lo sguardo incapace di trattenere il contatto.

"Hai sentito parlare delle rivolte e degli scioperi? Ci stiamo organizzando, tu sei giovane e forte, abbiamo bisogno di te! Manderemo finalmente affanculo quei  bastardi che ci sfruttano!"
Rispose avvicinandosi a lui, gli porse un foglio e se ne andò.

"Ehm grazie..."
Il giovane guardò il volantino, parlava di rivolte degli operai, di un certo Carl Marx e oltre. Nel retro c'erano racconti di operai nelle miniere, persone che non respiravano più a causa dei fumi tossici che c'erano sui posti di lavoro e di come molti erano pagati troppo poco perfino per mangiare mentre i loro padroni andavano a lavoro con macchine appena uscite.

Aleksei guardò il foglio scettico, aveva sentito parlare di storie simili, a volte ingigantite per suscitare compassione. Piegò il foglio e se lo mise in tasca, incamminandosi verso la fabbrica.

❄︎❀❄︎

Al ritorno mise le mani in tasca e sentì di nuovo il volantino. Lo tirò fuori e lo rilesse.

"EHI TU! COS'HAI IN MANO?"
Urlò qualcuno. Alzò gli occhi e vide una guardia avvicinarsi correndo, mise in tasca il volantino e si girò per scappare ma nella calca di persone che uscivano dalle fabbriche finì per rimanere bloccato.

La guardia lo prese per un polso e lo strattonò verso di lui.

"COS'HAI IN TASCA DANNATO SOCIALISTA?!"
Gridò, molte persone si girarono verso i due.

"EHI! MOLLA IL RAGAZZO"
Intervenne qualcuno da lontano. Altri operai si unirono.

"CODARDO! TE LA PRENDI CON UN RAGAZZO"
Disse un altro.

La guardia mollò la presa e si allontanò guardando infuriato il gruppo di operai.

"Stai bene ragazzo?"
Un uomo si avvicinò a lui preoccupato.

"S-si, sto bene... grazie mille signore"
Rispose Aleksei. Non era la prima volta che qualcosa di quel genere succedere, ma viverla in prima persona rendeva tutto più reale.

La massa di persone cominciò lentamente a tornare verso le proprie case, compreso Aleksei che chiuse la porta a chiave appena entrò in casa.

Si sedette su una sedia nella piccola cucina e rilesse il biglietto. Doveva seriamente considerare l'offerta. Ma prima si sarebbe preso un giorno libero, l'idea di rincontrare la guardia o altre gli faceva venire i brividi. Infondo era giovedì, che male poteva fare un weekend lungo?

Aveva visto nei giorni passati alcuni operai che erano arrivati in fabbrica con un occhio nero, avevano detto che avevano lottato contro una guardia che li aveva insultati.

𝑾𝒆'𝒍𝒍 𝑭𝒊𝒏𝒅 𝑷𝒆𝒂𝒄𝒆 𝑰𝒏 𝑯𝒆𝒍𝒍 [Axis Powers Story] (CountryHumans)Kde žijí příběhy. Začni objevovat