Capitolo 31

150 11 81
                                    

La macchina correva nelle strade di Mosca mentre i quattro a bordo cercavano di iniziare una conversazione.

"Quindi... puoi raccontarci qualcosa di questa città... non so, qualcosa che hai studiato o letto?"
Chiese Fasci dal sedile posteriore, si guardava attorno attraverso il finestrino. URSS sembrò sorpreso da quella domanda e abbassò il capo.

"Non mi piace leggere, non so leggere molto bene"
Ammise, il silenzio avvolse la vettura come una coperta e i due gemelli si guardarono negli occhi, confusi.

"Quindi, cosa fai nel tempo libero?"
Chiese Salò cercando di sorridere.

"Niente di che... mi piace cucinare e... cucire bambole! È molto bello, e rilassante, anche se a volte mi pungo con l'ago! In realtà molto spesso, ho dovuto prendere una pausa per far guarire tutte le ferite altrimenti avrei non sarei riuscito a guidare per colpa dei cerotti!"
URSS iniziò a ridere sottovoce mentre Reich si girava verso i due gemelli seduti dietro.

"Qual'è il suo problema?"
Chiese sottovoce mentre URSS rideva.

"Non lo so, ma forse è meglio lasciarlo fare"
Rispose Fasci alzando le spalle e mettendosi comoda nel sedile. Gli altri due ragazzi si guardarono e annuirono all'unisono.

❄︎❀❄︎

Arrivati al loro hotel i tre vennero accompagnati nelle loro stanze, Reich e Salò avrebbero dormito assieme, mentre a Fasci venne assegnata una stanza separata.

Quando fu ora di cenare i tre furono accolti in una grande sala da pranzo. La cena era sfarzosa e abbondante, al contrario della compagnia: tutti i politici invitati, compreso Stalin che stava seduto a capotavola, mangiavano in rigoroso silenzio.

Solo qualche volta qualche russo diceva qualcosa nella sua lingua madre, che faceva ridere URSS, ma Stalin dall'altra parte del tavolo lo guardava con disprezzo e allora lui abbassava il capo.

Fasci gli mise una mano sul braccio quando vide un leggero tremore.
URSS alzò lo sguardo e Fasci vide il suo unico occhio lucido, quasi sull'orlo del pianto. La ragazza sorrise, cercando di lasciargli intendere che andava tutto bene, lui abbassò lo sguardo, ma si intravise un sorriso sulle labbra del sovietico.

La cena finì tranquillamente e gli ospiti si ritirarono nelle loro stanze. Fasci e URSS rimasero indietro e la ragazza notò come l'altro sorrideva e teneva la testa alta.

"Non ricevi molto affetto qui vero?"
Chiese Fasci ridacchiando.

"No, veramente... non ho molti con cui parlare... apparte i camerieri dell'hotel... ma loro sono sempre impegnati"
Quella domanda gli fece cadere la maschera felice che si era messo mentre uscivano dalla sala. Rispose velocemente, cercando di mascherare la voce tremante sull'orlo del pianto.

"E il tuo capo? Non parli con lui? O con gli altri politici?"
Fece lei, era ormai determinata a scoprire cosa ci fosse di sbagliato in quel ragazzo.

"No... loro non pensano che io sia simpatico... però io ci provo, forse un giorno vorranno parlarmi!"
Disse, e i suoi occhi si illuminarono come stelle facendo ridacchiare Fasci.

"Sei strano, in senso positivo, non ho mai incontrato qualcuno come te"
Fasci prese le chiavi della sua camera e si avvicinò alla porta che avevano raggiunto, ma prima che potesse aprire URSS la fermò.

"Vorresti venire a vedere le mie bambole?"
Disse sorridendo, Fasci guardò nei suoi occhi, gli ricordavano suo fratello da piccolo, quando tornava a casa con un nuovo giocattolo. Gli ricordavano se stessa, quando aveva messo per la prima volta un vestito. Non poteva dire di no.

"Certo! Fammi vedere"
Disse e fu certa di aver visto URSS saltare dalla felicità mentre la prendeva per mano e correva verso la sua stanza.

❄︎❀❄︎

La stanza di URSS era una delle più grandi dell'hotel. C'era un grande tappeto rosso all'ingresso e un letto a baldacchino circondato da due poltrone su entrambi i lati e un tavolino da caffè ai suoi piedi, una grossa finestra faceva entrare la luce della sera.

Su una parete si trovava una grossa libreria quasi vuota, se non fosse stato per varie piante, tessuti, bambole di pezza e pochi libri, molti di questi parlavano di cucito.

Accanto alla libreria la parete si apriva per creare una rientranza con dei gradini. C'erano varie scrivanie sotto la piccola vetrata e molte di queste erano stracolme di aghi, fili e bambolotti incompleti.

"Wow, è molto bella questa stanza..."
Disse Fasci cercando di capirci qualcosa dell'immenso caos che si trovava sulla scrivania.

"Grazie! Non me lo ha mai detto nessuno!"
Ridacchiò il sovietico. Fasci lo seguì mentre si sedeva sul letto e prendeva un piccolo coniglio grigio di peluche.

Lo presentò con Mr. Друг che significava Amico nella sua lingua, Fasci sorrise e URSS saltò giù dal letto lasciando Mr. Друг nelle mani di Fasci, osservandolo notò che il piccolo coniglio era tenuto in condizioni perfette, tutte le cuciture erano curate e alcuni strappi erano stati ricuciti, c'era anche un cerotto sulla schiena, ad indicare che c'era uno strappo ricucito da poco.

URSS ritornò da lei con varie bambole e le chiese di dare loro una valutazione, passarono così un'ora assieme. Appena Fasci notò che il sole stava tramontando si alzò dal letto e salutò URSS.

"Ciao! A domani, amica! Ehm... siamo amici, vero?"
Chiese riluttante URSS.

"Certo che siamo amici"

Quella sera Fasci capì, non era URSS ad avere qualcosa di sbagliato, il suo mondo era sbagliato.

❄︎❀❄︎

Io: *decido che è ora di pubblicare un nuovo capitolo*

I miei professori pronti a darmi 1 verifica al giorno, 3 presentazioni power-point e un poadcast da fare a coppie per la fine di questo mese: LOL NOPE

Anyway, ora che (CREDO) che questo inferno sia finito finalmente posso pubblicare un nuovo capitolo!

Vorrei veramente parlare con chi ha deciso di fare mezza verifica nel resto dell'anno e darci 6 argomenti da studiare ogni verifica gli ultimi due mesi di scuola.

Alla prossima!!
BYEEEE

𝑾𝒆'𝒍𝒍 𝑭𝒊𝒏𝒅 𝑷𝒆𝒂𝒄𝒆 𝑰𝒏 𝑯𝒆𝒍𝒍 [Axis Powers Story] (CountryHumans)Where stories live. Discover now