Capitolo 8 (F@sci pt2)

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Mi svegliai che il treno era fermo, mi alzai e cercai mio fratello, non vedevo molto bene, fin da quando ero piccola, ma mio padre non mi ha mai comprato degli occhiali.

Visto il buio era ancora più difficile capire cosa ci fosse davanti a me, quindi cercai di tastare un po' intorno a me per cercarlo.

Dopo qualche minuto in cui lo avevo cercato in lungo e in largo mi resi conto di essere l'unica persona in quel treno e che lui probabilmente era già sceso.

Scesi anche io e lo cercai fuori. Il treno si era fermato in una stazione, quindi sarebbe stato più facile cercarlo grazie alla luce dei lampioni.

Ci misi troppo tempo a realizzare che non era lì, mi aveva abbandonata? Era tornato a casa?

Mi sedetti su una delle panchine lì vicino e rimasi lì ad aspettare. Volevo piangere ma dovetti sforzarmi e trattenermi, avrebbe fatto solo più male.

Piangere mi avrebbe solo ricordare tutto quello che era successo dalla mia nascita fino a quel momento, e onestamente non sapevo scegliere se fosse peggio ricordare e soffrire o tenersi tutto dentro e restare insensibile.

Mi alzai e cominciai a camminare avanti e indietro per calmarmi. Dopo un po' arrivarono dei signori e io scappai, chissà cosa avrebbero detto vedendomi.

Uscii dalla stazione e mi infilai in un vicolo, arrivai ad un parco e mi sedetti su una delle panchine vuote.

Rimasi lì per un po' e credo che mi addormentai ad un certo punto, perché chiusi gli occhi qualche minuto e quando li riaprii vicino a me si era seduto un uomo.

Era biondo anche se aveva un po' di capelli bianchi, probabilmente aveva 40 anni. Appena si accorse che lo stavo guardando si girò verso di me.

"Guten Tag"
Disse sorridendo. Io non sapevo che fare, aprii la bocca per parlare ma non riuscivo a parlare. Avevo troppa ansia per anche solo guardarlo.
Mi alzai istintivamente e corsi via.
Lui si alzò e mi seguì, mi raggiunse e mi prese per un braccio.

"Non vivi qui vero? Sei italiana?"
Parlò con uno strano accento. Io annuii, lui mollò la presa e mi prese per mano.

"Io sono Elias. Qual'è il tuo nome?"
Disse, io provai a parlare ma ancora una volta mi bloccai. Feci no con la testa.

"Non hai un nome?"
Domandò ancora. Io annuii di nuovo, lui sospirò e si guardò attorno.

"I tuoi genitori sono con te?"
Chiese e io negai con la testa. Lui mi stava ancora tenento la mano.

"Riesci a parlare?"
Disse ancora, provai a fare uscire qualcosa dalla bocca ma era come se le mie corde vocali fossero paralizzate. Di nuovo feci no con la testa.

"Sei muta? ... Ti va di venire con me?"
Chiese, io annuii. Sembrava simpatico, e comunque se mi avesse ucciso sarei stata felice lo stesso.

Lui mi teneva per mano e mi guidava attraverso le vie di quella città che pareva enorme.

Arrivammo davanti ad un condominio e mi fece entrare, il portinaio mi guardò male e io mi nascosi dietro la schiena di Elias.

Lui ridacchiò e disse qualcosa di strano in quella lingua strana. Il portinaio mi guardò di nuovo ma sorrise, io ricambiai imbarazzata.
Salimmo fino al 4° piano ed entrammo nel suo appartamento.

❄︎❀❄︎

Nuevo capitolo

Alla prossima!!
Ciaoo!

𝑾𝒆'𝒍𝒍 𝑭𝒊𝒏𝒅 𝑷𝒆𝒂𝒄𝒆 𝑰𝒏 𝑯𝒆𝒍𝒍 [Axis Powers Story] (CountryHumans)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora