Capitolo 6 (UR5S pt2)

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Dopo ore di camminata arrivò finalmente alle porte della città. Vide una pila di spazzatura poco lontano e si avvicinò cercando qualcosa per coprirsi. Non trovò molto, solo un maglione nero troppo grande per lui e un mantello rovinato.

"Non è molto... ma penso che basterà per un po'..."
Disse tra sé e se mentre si metteva addosso quello che aveva trovato.

Si avvicinò ad una strada e attraversò fino ad arrivare davanti ad un ristorante, un cameriere sulla porta lo insultò e lo mandò via. Sospirò e si allontanò da lì.

Camminò ancora per le vie della capitale russa. Le strade deserte avvolte nel buio della tarda notte davano la sensazione che il mondo fosse fermo, e l'illuminazione delle finestre che si affacciavano sulla strada erano l'unica prova di vita oltre al ragazzo che vagava lentamente e confuso.

Era cambiato poco in quegli anni, nell'angolo c'era il barbiere dove andava con suo padre e i suoi fratelli quando era piccolo, mentre in fondo alla via c'era la pasticceria dove aveva assaggiato il suo primo Bacio di Dama.

Un brivido percorse la sua schiena e lo riportò alla realtà: tutti quei bei ricordi erano passati. Ma forse avrebbe potuto crearne di altri se avesse ritrovato suo padre. Un leggero sorriso si formò sul suo volto mentre pensava alla gioia che avrebbe provato suo padre appena lo avrebbe rivisto.

Iniziò a correre verso quella che era la sua casa. Sapeva che era molto lontana da dove si trovava lui, ma non gli importava, voleva a tutti i costi mostrare a suo padre quello che aveva rubato e sicuramente avrebbero potuto ricavare abbastanza soldi per vivere dignitosamente di nuovo, senza preoccupazioni o altre cose.

Chissà che forse suo padre aveva smesso con le scommesse, così avrebbe potuto portarlo alla fiera estiva con i soldi risparmiati. Come aveva sempre sognato.

Arrivò in quella che era la parte più ricca della città e iniziò a sentire qualche goccia di pioggia sul viso. Alzò gli occhi al cielo e vide le nuvole che coprivano le stelle e la luna, si avvicinò ad un portico e si sedette davanti alla vetrina sbarrata di un negozio.

La pioggia iniziò a cadere forte e il rumore rilassante dell'acqua contro la pietra della strada rendeva tutto più ovattato.
Il ragazzo si sdraiò e si addormentò in pochi istanti.

Al suo risveglio sentì delle voci disgustate passargli vicino, aprì gli occhi piano piano e si alzò a sedere. Si guardò attorno e vide delle persone che camminavano cercando di evitarlo e sussurravano cose l'una nell'orecchio dell'altra.

Si alzò in piedi e si rimise in cammino, sapeva che non mancava tanto, solo qualche metro e sarebbe tornato a casa. Finalmente, dopo quasi 5 anni. Era cresciuto tanto, suo padre lo avrebbe riconosciuto? Sarebbe stato fiero di lui? Sicuramente, dopo tutto quello che aveva fatto gli avrebbe sicuramente dato un abbraccio. Anche due se si fosse comportato bene.

Finalmente arrivò davanti al suo appartamento. Si lavò il mantello e il maglione sporco e li appoggiò vicino ad un muretto, poi si avvicinò all'ingresso.

Il pian terreno era aperto, salì le scale e arrivò al primo piano: la sua casa. Bussò esattamente quattro volte, come faceva con sua madre quando voleva entrare in camera sua per portarle da bere.

Nessuno rispose per un po' ma da dentro sentì dei passi avvicinarsi. Erano dei tacchi che battevano contro il pavimento ad ogni passo, questo lo confuse, che suo padre si fosse trovato una nuova moglie? Magari aveva un altro fratellino o una sorellina, sarebbe stato divertente giocare con loro.

La porta si aprì e ne uscì una signora giovane con gli occhiali e i capelli castani, aveva dei bellissimi occhi verde scuro e un vestito viola che faceva contrasto con le scarpe bianche. Sarebbe sicuramente stata una mamma bellissima e bravissima.

"Oh ciao, chi sei tu?"
Chiese con una voce melodiosa.

"Mio padre è a casa? Tu sei la sua nuova compagna?"
Chiese facendo il miglior sorriso che potesse fare.

"Ci dev'essere un errore, io vivo da sola qui"
Rispose confusa la donna.

"Allora dov'è mio padre, vivevamo qui 5 anni fa!"
Disse il ragazzo incredulo. Questa era casa loro, perché la donna diveva di no allora?

"Tuo padre... probabilmente parli del vecchio proprietario, mi ha venduto la casa per pochissimo circa 3 anni fa. Non ho mai più avuto sue notizie da anni, l'ultima volta che l'ho visto era tornato pretendendo che gli ridessi la casa... era messo male, probabilmente pure ubriaco"
Rispose guardando in alto come se le risposte fossero appese al soffitto decorato in oro.

"Oh... capisco... grazie per il suo tempo"
Disse il piccolo sconfortato da quella risposta.

Uscì di casa e riprese i vestiti che aveva abbandonato e se li rimise addosso tremando. Si sedette dietro al muretto e iniziò a piangere a dirotto, non poteva credere a quello che aveva sentito.

La realizzazione lo colpì come un treno, suo padre lo aveva abbandonato e aveva portato con sé suo fratello. Le sue sorelle probabilmente non si ricordano di lui e non sapeva neanche dove vivessero. Nessuno lo avrebbe confortato, era solo, veramente solo.

Finì di piangere solo molto tempo dopo, si alzò e cominciò a camminare verso la periferia, non voleva più vedere quel quartiere, quella casa e le persone che ci vivevano dentro. Neppure quelle che vivevano prima.

❄︎❀❄︎

Seconda parte della storia di URSS!

È cambiato molto dalla versione originale, spero vi piaccia questa revisione che ho fatto

Alla prossima!
BYEEEE

𝑾𝒆'𝒍𝒍 𝑭𝒊𝒏𝒅 𝑷𝒆𝒂𝒄𝒆 𝑰𝒏 𝑯𝒆𝒍𝒍 [Axis Powers Story] (CountryHumans)Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin