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Quel martedì notte, sotto ai petali dei ciliegi deperienti e illuminati solo dalla bianca luna, vi erano due ragazzi in attesa; in attesa di cose diverse, persone diverse, risposte diverse, occasioni diverse

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Quel martedì notte, sotto ai petali dei ciliegi deperienti e illuminati solo dalla bianca luna, vi erano due ragazzi in attesa; in attesa di cose diverse, persone diverse, risposte diverse, occasioni diverse. Forse c'era una sola cosa ad accomunare questi due ragazzi così diversi e lontani: la pressione.

Dopo quello che era successo il giorno prima, al bar, Jungkook aveva cercato in tutti i modi di ricontattare Taehyung per cercare di scusarsi in qualche modo, chiedere perdono, strappare due risate al suo biondino e riportare la loro relazione su quella fantastica linea perfettamente equilibrata sulla quale danzavano felici da quando avevano deciso di stare insieme. Sfortunatamente il suo biondino non si era fatto sentire, vedere o avvicinare in nessun modo. 

Una volta pagato il conto della carissima locandina francese, Jungkook era corso immediatamente fuori con l'intento di raggiungere Taehyung per spiegarsi e accompagnarlo in università ma, anche se solo per pochi secondi, non era riuscito ad arrivare in tempo alla fermata del bus e tutto ciò che aveva visto di Taehyung era soltanto l'espressione seria dipinta sul suo viso e quello che gli sembrava essere un dito medio alzato in suo onore, ma non ne era del tutto sicuro. Conosceva i suoi orari all'università e aveva deciso che lo avrebbe raggiunto all'uscita per poterlo affrontare, peccato che, una volta averlo identificato fuori dalla biblioteca, Taehyung aveva  deciso di girare i tacchi alla velocità della luce e rientrare nell'edificio, scelta che confermò con fermezza quando sentì urlare alle sue spalle un altissimo e arrabbiatissimo "Taehyung!". Nonostante l'alta velocità con cui muoveva le sue lunghe gambe era riuscito comunque a trovare un secondino per rivolgersi - anche se a bassissima voce - al custode, dicendogli "Non lo conosco". Quelle poche, piccole e anche abbastanza insensate parole, erano bastate al custode per fermare quel ragazzo corvino così agitato e su di giri chiedendogli la carta della biblioteca e minacciandolo che, se non l'avesse avuta, non lo avrebbe lasciato entrare.

"Tanto prima o poi dovrai uscire, Tae! E sappi che io sarò qui, non m'interessa quanto ci metterai: una, due o tre ore, mi troverai qui all'uscita ad aspettarti!"

"Divertente Tae, molto divertente. Hai intenzione di cenare lì dentro? Ti preparerai un sandwich di carta? Inizierai a strappare a pezzettini le pagine dei libri e a mangiartele come fossero patatine? Lo so che verso le otto ti viene fame Hyung, esci così andiamo a cena. Offro io."

"Ma questo posto ce l'ha un orario di chiusura? Non dirmi che fa orario continuato perchè non riesco proprio ad immaginare qualcuno che decida di entrare in biblioteca alle tre del mattino!"

"Tae mi spieghi come-" L'ennesimo messaggio indirizzato alla segreteria di Taehyung era stato brutalmente interrotto da una chiamata in entrata che, onestamente, Jungkook, non si aspettava di ricevere a quell'ora.

"Pronto?... Sì... Sì...Cosa? Davvero?...O-ok allora arrivo subito...Sì, ci vediamo lì."

Dannazione Tae, ma dove sei?

Dopo aver lanciato un ultimo sguardo alla biblioteca, Jungkook se n'era andato correndo con quel pensiero in testa che lo logorava. Sapeva che Tae aveva tutte le ragioni per essere arrabbiato con lui ma aveva iniziato a sperare che non uscisse più da quella biblioteca, perchè davvero non aveva idea di come avrebbe potuto reagire non trovandolo lì davanti.

Naabot mo na ang dulo ng mga na-publish na parte.

⏰ Huling update: Mar 10, 2022 ⏰

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Parigi di Notte KookTaeTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon