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Taehyung aveva ancora gli occhi pieni di lacrime e le guance rigate dalle ultime che erano fuoriuscite dai suoi occhi bruni

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Taehyung aveva ancora gli occhi pieni di lacrime e le guance rigate dalle ultime che erano fuoriuscite dai suoi occhi bruni. Per Jungkook non era semplice vederlo così, ma, in realtà, non lo sarebbe stato per nessuno: sembrava proprio un bambino, tutto spettinato e triste. Aveva una stringa slacciata e delle macchie di fango sul pantalone. Probabilmente, nella corsa verso l'ospedale, non si era accorto di una pozzanghera e ci era finito dentro.

"Lo bevi quello?"

Aveva detto il bruno con voce bassa e roca.
"Eh? Oh, no. Prendilo pure." Aveva risposto Jungkook allungando la mano con il bicchiere di caffè caldo verso il ragazzo seduto.
"Che situazione..." Aveva continuato mentre si metteva a sedere sulla scomoda sedia di plastica blu di fianco al maggiore.

"Già..."

Il silenzio era quasi sempre imbarazzante, ma quei due sentivamo una vera e propria tensione tra di loro.
E non riscrivano nemmeno a spiegarsi il motivo di questa sensazione così forte.

"Tea... grazie per essere corso qui quando ti ho chiamato."

Taehyung stava sudando freddo.
È per la situazione generale... gli ospedali non ti sono mi piaciuti...
Si era detto per giustificare le sue mani tremolanti e la gola che, nonostante i sorsi di caldo caffè, era più secca che mai.

"Figurati, mi sono spaventato tantissimo"

"Anche di questo mi dispiace, sai..."

"Jungkook" Aveva detto allungando una mano sul ginocchio dell'altro. "Per me è un piacere essere qui. Sono contento che tu mi abbia pensato e che tu mi abbia chiamato, mi hai fatto sentire parte integrante della famiglia, un componente vero è proprio." Disse accennando un piccolo sorrisetto sincero.

"Tu lo sei Tae, non sai quanto" Aveva risposto Jungkook poggiando la sua mano su quella del castano.
Stava piano piano diminuendo sempre di più la distanza tra di loro, e ne era consapevole che quello non fosse ne il momento ne il luogo adatto, ma se non avesse ricevuto un bacio dal babysitter il prima possibile, probabilmente sarebbe scoppiato in una crisi di nervi, avrebbe incominciato ad urlare e a strapparsi i capelli come un pazzo correndo per tutta la struttura ospedaliera.
Aveva bisogno di sentire nuovamente le labbra dell'altro sulle sue, il suo calore invaderlo e il suo profumo cullarlo verso la serenità di cui tanto sentiva la necessità.
Taehyung lo aveva capito cosa stava per accadere; non lo condivideva, non ne era nemmeno convito al cento per cento, eppure lo voleva talmente tanto che per un solo secondo riuscì persino a dimenticarsi il motivo per cui si trovasse lì: si dimenticò delle lacrime, della tristezza che aleggiava nel suo cuore, dell'instabilità che quella famiglia dimostrava qualunque cosa facesse... si dimenticò quasi anche di quale fosse il suo nome quando vide quelle sottili labbra rosa essere talmente tanto vicini da essere quasi in grado di assaporarle senza averle ancora sfiorate.
"Non desidero nient'altro in questo istante"
E ciò che nacque nelle testa di Jungkook con lo scopo di rimanerci per sempre, e restare solo un piccolo pensiero che col tempo sarebbe stato dimenticato da Jungkook stesso, sfortunatamente - ma forse neanche tanto - uscì dalla sua bocca e, nonostante fosse effettivamente solo un roco sussurro, giunse forte e chiaro e venne captato subito dalle orecchie di Taehyung, che in quel momento aveva i sensi più svegli e vigili che mai.

"E allora fallo. Che aspetti?"

In realtà chi non riuscì ad aspettare alla fine era stato proprio Taehyung che si fiondò - un po' goffamente - sulle invitanti labbra del più piccolo, le baciò e assaporò come se fossero il più buono dei dolci, il più gustoso dei piatti che avesse mi provato.
Jungkook stava sentendo tutto moltiplicato per mille, respirava piano, ma era come se non lo stesse facendo del tutto, amava quelle labbra, amava la loro forma, il loro sapore, il loro colore, persino il loro profumo, e non è che ne avessero uno vero e proprio, era semplicemente il profumo della pelle di Taehyung e, indovinate un po', Jungkook amava anche quello.


"Che cosa?"
La voce che Jimin si aspettava gli urlasse contro era quella del suo dolce fidanzato dai capelli blu, eppure quella non era assolutamente la sua voce, così acuta e squillante...

"Hobi!"

Eccola la voce che sapeva di casa, eccolo Yoongi.

"Hobi sai a che piano stanno i Jeo- Hey!"

Hoseok non aveva neanche lasciato che Yoongi finisse la frase che lo spinse e si gettò sul corpo di Jimin, prendendogli il colletto della felpa tra le mani e stringerlo più forte di quanto pensava di essere in grado di fare.

"Che cosa cazzo hai appena detto?!"

Jimin era nel panico, Yoongi anche, eppure, se c'era una cosa in cui Yoongi era un maestro era quella di nascondere i suoi sentimenti e risultare più freddo di una roccia, e così fece.
Alla fine, lui non aveva paura del suo migliore amico, sapeva che non avrebbe fatto davvero del male a Jimin.

"Hoseok, lascialo andare adesso. Cerchiamo di capire le cose senza mettere le mani addosso a chi non ha fatto nulla di male, ok?"

Hoseok stacco lo sguardo di fuoco dalla faccia di Jimin solo per spostarlo di qualche centimetro sulla faccia del suo hyung preferito.

"Come puoi dire che non ha fatto niente?! Ha appena ammesso che è tutta colpa sua! L'ho sentito con le mie orecchie!"

"Oh si, Hoseok, l'ho sentito anche io. Eppure non sto reagendo come un ritardato mentale del cazzo attaccando le mani al collo di Jimin. Quindi, perché non cerchi anche tu di comportarti come un adulto e smetti di avere atteggiamenti da neonato irascibile?"

La calma e la strafottenza con cui il blu aveva pronunciato queste parole avevano destabilizzato Hoseok, che si sentì costretto a indietreggiare e lasciare lentamente la presa cogli indumenti del più piccolo.. Yoongi era riuscito a farlo sentire come un completo idiota. Ma lo era davvero? Stava davvero sbagliando? Voleva solo punire il colpevole dell'incidente di un bambino innocente, era davvero così sbagliato? Le risposte Hoseok ancora non le aveva, aveva solo il suo cuore, che batteva fin troppo rapidamente e la sua fronte, costellata da piccole gocce di sudore.

"Quindi, perché non c'è ne andiamo in quel bar e chiariamo questa situazione di merda, eh? Che ne dite? Vorrei sapere anche io cos'è successo.." disse l'ultima frase più a bassa voce, guardando Jimin negli occhi, lo allontanò dal suo amico e gli circondò i fianchi con il braccio, trascinando verso il bar caffetteria all'angolo.
Hoseok li seguiva.

"Io credo che lui mi abbia sentito parlare al telefono con te, o forse ha letto qualche messaggio... anche se di solito li cancello tutti... so per certo che ha dei sospetti già da un po' visto che lo notò più... violento? Arrabbiato? Namjoon è... ingestibile"

A queste parole Yoongi strinse più forte la mano di Jimin, immedesimandosi nella sua persona, pensando a come deve essere vivere con un soggetto del genere. Hoseok invece, seduto di fronte a loro scoppiò in una risata nervosa, accompagnandola da parole aspre e amare: "cioè, tu mi stai dicendo che Namjoon è incazzato perché tu gli metti le corna e perciò investe un bambino? Mi prendi per il culo?" Le mani gli tremavano.

"Oh andiamo Hobi, sai benissimo com'è Nam-testa di cazzo-joon, ti meravigli di una cosa del genere? Ti ricordi quando, qualche anno fa ha sfondato la vetrina di un bar perché il barista non voleva dargli il 15 shottino consecutivo? Quel tipo è malato"

"Si ok ma, Yugi? Come cazzo lo ha collegato?"

Jimin intervenne per la prima volta con voce bassa e debole e tono insicuro dicendo "ha collegato Yoongi a Jungkook, lui vi conosce e, vedendoli sempre insieme, deve aver pensato che attaccandolo tramite un suo amico avrebbe avuto un effetto più potente... E,per quanto riguarda il bambino, lui ha molti agganci, non deve essere stato difficile scoprire della sua esistenza..."

"Lo dobbiamo denunciare." Yoongi sembrava più convinti che mai.

"Ma sei fuori, Yoon? Pensa a cosa sarebbe capace di fare, arriverebbe ad ucciderci per davvero 'sta volta."

"Oh ma dai, ha un sacco di precedenti! Praticamente sta più dentro che qua fuori, è già con un piede nella fossa. Jimin, tu che ne dici?"

"Facciamolo."

Parigi di Notte KookTaeDonde viven las historias. Descúbrelo ahora