☾20.01☽

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"Jungkook! Hey, Jungkook!"

Il moro era lì, fuori dall'ospedale con la faccia pallida e gli occhi gonfi. Quasi non era riuscito a riconoscerlo Taehyung che era arrivato correndo. Piccole gocce di sudore erano visibili sulla sua fronte, ma nulla erano confrontate con le gocce salate che adornavamo le guance del moro. Cadevano dai suoi occhi come fosse un'azione naturale ed automatica. Jungkook non aveva spasmi, non singhiozzava, se non gli si guardava il viso di certo non si poteva notare il fatto che stesse piangendo. Ma le lacrime erano tante che sarebbero bastate per formare un
fiume.
"Jungkook... Hey... Sta tranquillo, ok?" Aveva detto il castano posando una mano sulla spalla del più alto. Effettivamente l'istinto che aveva avuto era stato quello di abbracciarlo e cercare di consolarlo tramite il suo calore corporeo ma non era certo di come Jungkook l'avrebbe presa e non voleva rischiare in un momento del genere. "Dov'è?" Aveva continuato.

"Quarto piano"



"Io davvero non lo so! Non lo so, non lo so! Quella macchina è spuntata dal nulla! Non l'ho davvero vista arrivare e.... mi dispiace..."

"Signora, si calmi, la prego. Ha visto che macchina fosse? La targa magari?"

La polizia stava interrogando Dana.
Era stata lei ad aver accompagnato il bambino a lezione di piano e lei era presente nel momento dell'incidente.

"Oh, agente, io non ci capisco nulla di macchine... era un grosso macchinone marrone. Ma non marrone scuro, era tipo baige... o forse rosso... dannazione!" Aveva detto la donna prima di scoppiare in lacrime per l'ennesima volta in quel freddo pomeriggio.

"Dana..." Taehyung si stava avvicinando alla donna. Vederla così distrutta faceva male. Lei che era sempre così rigida e composta, lei che risultava sempre forte e combattiva... in quel momento somigliava più ad una bambina spaventata e, in qualche modo, lo era per davvero.

"...Dana... calmati ok? Andrà tutto bene, capito? Non è stata colpa tua"

E, quasi come se fosse fatto apposta, in quello momento i signori Jeon uscirono dall'ascensore. Il signor jeon era visibilmente terrorizzato, aveva gli occhi spalancati ed era tutto sudato.
La signora jeon invece aveva il volto coperto di rabbia: si avvicinò come una furia, lasciò cadere a terra la sua borsa e corse incontro alla domestica, scaraventandosi addosso al suo corpo colpendola sulla guancia con un sonoro schiaffo.

"Tu stai cercando di uccidere mio figlio! Come ti è saltato in mente di fare una cosa del genere, eh?!"

Aveva detto spintonando la domestica con quanta più forza possedesse nel suo gracile corpo snello.

"Signora jeon, la prego, si calmi" Aveva detto Taehyung subito accorso in soccorso della collega, mettendosi davanti a lei in modo tale da proteggerla da eventuali altri colpi.

"Fatti da parte, ragazzino! Questa donna è un abominio! Ha attentato alla vita di un bambino! Del mio bambino!!"

"Dana non ha fatto nulla, non è colpa sua..."

"Infatti! Questa puttana non ha fatto nulla per proteggere mio figlio!!"

Aveva urlato a squarciagola  la donna preparando un secondo schiaffo carico di odio che però Taehyung decise di deviare: non voleva che Dana venisse colpita nuovamente dalla signora Jeon che in quel momento era troppo traumatizzata per rendersi conto del madornale errore che stava commettendo accusando così la povera Dana.
Nel tentativo di evitare a Dana l'ennesimo colpo, Taehyung fece un movimento brusco e la mano tanto ossuta quanto pensante della donna fini dritta sul suo zigomo, lasciando anche tre graffi causati dalle unghie lunghe e rosse della donna, che subito iniziarono a sanguinare.

"Adesso basta mamma."

Jungkook era appena uscito dall'ascensore, seguito da suo fratello Jin.
Entrambi erano spettinati e visibilmente affranti: Yugyeom era il bimbo di casa e anche solo il pensiero di non averlo in casa a correre, saltare, urlare e infastidire tutti i presenti, faceva crollare le gambe di entrambi.

"Ti prego mamma basta" Aveva detto Jin con la voce spezzata dal pianto.
"Basta così.."

"Ho bisogno di sapere cosa succederà a mio figlio... ho bisogno di sapere che il mio bambino starà bene" aveva sussurrato la donna sorretta dal marito.
"Ho bisogno del mio bambino"

Parigi di Notte KookTaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora