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La signora Jeon gli aveva detto di non esagerare con gli zuccheri, Yugyeom era già un bambino vivace e iperattivo, troppo zucchero avrebbe solo reso le cose più movimentate

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La signora Jeon gli aveva detto di non esagerare con gli zuccheri, Yugyeom era già un bambino vivace e iperattivo, troppo zucchero avrebbe solo reso le cose più movimentate. Lo dico per te, diventa difficile da gestire il mio bambino quando è sotto l'effetto di quella bestia del saccarosio. Ma un solo gelato non gli sembrava una cosa così grave. In programma per oggi non c'era niente, doveva solo riportarlo a casa e fargli fare i compiti poi, come gli aveva detto la signora Jeon, siccome non c'era più nulla di importante da fare, poteva lasciarlo a casa con le domestiche e ritornare nel suo appartamento. Tanto ti paghiamo a giornate, non ad ore. Poi se Yugy sta in casa sono traquilla, non è da solo. Aveva aggiunto con un piccolo sorriso, sulle sue labbra rosse, la signora Jeon.

aveva quindi optato per portarlo un po' al parco vicino alla gelateria per farlo svagare un po', poi portarlo a casa, fargli fare i compiti, e filarsela per andare in biblioteca e portare avanti la ricerca sul pittore francese Paul Gauguin.

Guardava Yugyeom mentre correva inseguito da quelli che aveva dedotto fossero due sui compagnetti di classe. Stavano ridendo spensierati e Taehyung si ritrovò con una punta di nostalgia negli occhi: invidiava la loro spensieratezza infantile, quella loro allegria genuina e la leggerezza che aleggiava nei loro occhietti. Lui si era ritrovato a dover crescere troppo in fretta. A causa dei problemi economici della sua famiglia, aveva iniziato a lavorare all'età di quindici anni, consegnando i giornali nelle caselle postali di tutto il piccolo paese provinciale in cui viveva da piccolo. Non guadagnava granchè, ma era pur sempre un aiuto prezioso.

Quando i suoi genitori si separarono, suo padre lasciò il paese in cerca di nuove possibilità, dirigendosi verso l'Europa dopo averla definita terra di grandi possibilità e strabordante di opportunità, promettendo all'ormai diciassettenne Taehyung che, appena possibile, gli avrebbe comprato un biglietto aereo, in modo tale che anche lui potesse avere la possibilità di una vita più agiata. Tesoro mio, ti prometto che tornerò a prenderti.

Teahyung non credette a quella promessa neanche un secondo, e mai scelta fu più azzeccata: dopo un'anno e mezzo di chiamate e mail che riceveva sporadicamente, suo padre decise di scomparire nel nulla, lasciando Taehyung con un grande punto interrogativo nella testa e un altrettanto grosso vuoto nel cuore.
Si domandava se ci fosse mai stata una tale spensieratezza nei suoi occhi; probabilmente sì, ma lui faceva tanta fatica a ricordarsela. Aveva pochi ricordi positivi della sua infanzia, ricordava le litigate per i soldi, le urla e il rumore dei vetri rotti. Solitamente in questi casi, Teahyung, andava a rifugiarsi nel suo posto segreto, che altro non era se non un piccolo bosco con tanto di laghetto pieno di pesci e anatre. Passava lì delle giornate intere, a volte da solo, a volte accompagnato da una matita e un quadernino su cui si divertiva a scarabocchiare. Un giorno decise di raffigurare una di quelle piccole anatre nel suo quaderno. Si impegnò tantissimo, era perfino tornato a casa per prendere altri colori e, una volta finito il suo capolavoro, la contentezza che adornava il suo viso fu talmente tanta che Taehyung decise di continuare così, continuare a disegnare fino a che le matite non diventavano troppo piccole per essere tenute in mano, fino a quando non sentiva quel formicolio fastidioso alle dita, perchè nessun dolore avrebbe pareggiato nè la serenità interiore che raggiungeva quando osservava una delle sue opere completa, nè il sentimento di realizzazione di quando le mostrava ai suoi compagni di classe e venivano apprezzate ed elogiate da complimenti sinceri e sentiti. Molte volte gli avevano pure chiesto se potevano tenersi il loro disegno preferito. Taehyung rispondeva sempre di no, provocando delusione nei visetti dei suoi compagni, prometteva però sempre di fargli un disegno personalizzato apposta per  loro. E Taehyung era un bambino di parola, infatti uno o due giorni dopo, sotto ai banchi di chi lo aveva richiesto, lasciava una busta chiusa con dentro un disegno particolare, unico, sempre diverso, che lasciava sempre tutti a bocca aperta. Erano piccole soddisfazioni.

Parigi di Notte KookTaeWhere stories live. Discover now