PROLOGO

1.1K 156 167
                                    

"Basta con questa confusione, sapete che ore sono?"

Una voce spazientita echeggiò in un piccolo cortile in direzione di alcuni ragazzi che, complice una serata non troppo fredda, o la poca voglia di ricominciare la barbosa routine scolastica, stavano ballando e cantando sulle note di musiche inconciliabili con il sonno di chi, il giorno seguente, avrebbe dovuto presentarsi puntuale al lavoro.

Sfruttando il trambusto, il chiarore della luna sgattaiolò tra le persiane impolverate di una finestra semiaperta nel buio di un monolocale dall'arredamento semplice, e percorse timido la parete scendendo fino al pavimento, ostacolato da oggetti sparsi qui e là: uno zaino abbandonato vicino all'ingresso, qualche libro ben impilato, giacca e camicia di una divisa sdraiate su un tavolo, già annoiate al pensiero delle voci perentorie degli insegnanti.

Nel suo vagare, incontrò un paio di gambe rannicchiate che si muovevano come a voler giocare con lui. Questa figura, seduta sul letto e con la schiena appoggiata al muro, non riusciva ad addormentarsi: non era tempo di concedersi un riposo tranquillo e rimanere lì, senza fare niente, la rendeva inquieta.

D'un tratto ricevette una chiamata, così portò la mano all'orecchio.

Una luce verdognola le illuminò il viso.

"So che è tardi, ma dovevo avvisarti che Kalooy è riuscito nella missione."

"Ora resti solo tu."

"Sappiamo che stai facendo il possibile. Il punto è che non abbiamo idea di quanto tempo ci rimanga, perciò è importante che tu riesca a trovarlo. Prima lo farai, prima potremo riunirci. Se hai bisogno di noi ci siamo, non dimenticarlo. Ci manchi."

Il contatto si interruppe e le risposte monosillabiche all'interlocutore non lasciarono dubbi sul fatto che la calma fosse ormai solo un miraggio.

"Trovarlo... come se fosse facile", mormorò arresa.

Attivata la sveglia per la mattina seguente si distese, coprendosi con il lenzuolo disordinato fin sopra la testa. I numeri rossi avvisarono la luna, che ancora gironzolava per la casa, che forse era tempo di ritirarsi, poiché un nuovo giorno era già iniziato.

Zemlyan: RebirthWhere stories live. Discover now