CAPITOLO 12 - 12.1 Responsabilità

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Era notte fonda e il ticchettio dell'orologio impediva a Miu di dormire

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Era notte fonda e il ticchettio dell'orologio impediva a Miu di dormire. Il problema era che ogni volta che chiudeva gli occhi le parole di Yumiko, di Heiko, del Dara e persino quelle di Taiki, la ridestavano, mescolandosi in discorsi insensati e trasformando attimi di sogno in incubi nebulosi. Sentiva di avere l'animo inquieto e non era la prima volta, da quando erano tornati, che si trovava sospesa in quel limbo

Rassegnata sospirò e si sedette sul letto, con la schiena appoggiata al muro e lo sguardo alla finestra. Malgrado il fatto di aver rintracciato il Custode, il sentore di essere una delusione per la sua famiglia non l'abbandonava. Perché sono così debole? Come posso preparare Taiki alla sfida se non sono in grado neppure di badare a me stessa? Sto rovinando tutto.

Di colpo, come se il peso di quelle responsabilità non fosse abbastanza, le lacrime tornarono a umiliarla e a sussurrarle che si stava raccontando un mucchio di bugie per non guardare in faccia la realtà.

"E poi non c'è nulla di male a parlare d'amore - Ma io non posso."

"È solo un gioco - No, il Dara ha ragione. Non è un gioco."

"Mi spieghi cosa volevi fare? Cosa volevi dimostrare? - Volevo essere all'altezza delle vostre aspettative. Io DEVO essere forte."

"Io credo che l'abbiano scelta perché è innamorata di me - E tu?"

Rispondersi con sincerità non fu d'aiuto a frenare il pianto, ma il dolore si affievoliva a ogni replica onesta. Così scavò nel proprio animo fin quando comprese che era ciò che desiderava, ma non poteva avere, che la stava sgretolando. Era venuta sulla Terra per amore della propria famiglia, del regno, per compiere il suo dovere, ma in quel momento la sola cosa che desiderava era essere accanto al suo Custode, che ci fosse lui a consolarla e a dirle che finché sarebbero stati insieme sarebbe andato tutto bene.

Un fremito la scosse: fu quest'ultimo pensiero a darle lo schiaffo che mancava a comprendere la più terribile delle ovvietà. In qualunque modo si sarebbe risolta la battaglia, alla fine, sarebbero tornati entrambi alle proprie esistenze. Non posso mollare adesso, sono venuta al mondo per un motivo e sarà la Legge che mi lega a Zemlyan a darmi la forza per portarlo a termine.

Ancora una volta si ripeté le promesse: non distrarsi, non commettere errori e, soprattutto, non far soffrire Taiki...

Il suono della sveglia la richiamò. Senza accorgersene si era addormentata. Fuori la pioggia cadeva copiosa e ad attenderla c'era l'allenamento; così si preparò, dando un'ultima occhiata alla conchiglia prima di uscire.

 Fuori la pioggia cadeva copiosa e ad attenderla c'era l'allenamento; così si preparò, dando un'ultima occhiata alla conchiglia prima di uscire

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Zemlyan: RebirthWhere stories live. Discover now