CAPITOLO 8 - 8.1 Menta e cioccolato

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La signorina Hashimoto riconsegnò i compiti in classe

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La signorina Hashimoto riconsegnò i compiti in classe. Giunta al banco di Taiki, sciolto sul banco privo di energie, lasciò che il test gli cadesse in testa.

"Signor Kikuchi, così spossato per una semplice verifica? Non pensavo fosse tanto impegnativo prendere poco più della sufficienza."

"Sufficienza?", domandò Kawanari afferrando il foglio per sventolarlo sotto il naso dell'amico. "Rialzati, valoroso guerriero. Hai sconfitto la temibile matematica", declamò assumendo una ridicola posa amletica.

Taiki alzò gli occhi quel tanto che bastava per leggere il voto e in men che non si dica fu in piedi, in cerca di errori che forse l'insegnante aveva trascurato. Una volta sicuro del risultato, passò per il banco di Akane, che aveva l'aria di chi avesse visto un fantasma, e si precipitò da Miu.

"Ammira", le disse fiero, tenendo il foglio ben teso.

Lei scorse attentamente tutti i passaggi dell'inchiostro disordinato.

"Hai commesso lo stesso errore in quasi tutte le equazioni. Ti è andata bene che hai fatto i conti giusti."

Imbarazzato per la ramanzina, ridacchiò nervoso. È tornata la solita Miu...

Controllata l'ora, notò che si stava facendo tardi, perciò salutò l'amica e fuggì dalla classe; aveva un appuntamento immancabile.

Uscito da scuola, per prima cosa si precipitò a recuperare i fiori prenotati al negozio poi, arrivato a destinazione, si tolse i rollerblade e percorsi in silenzio alcuni viali, si fermò infine di fronte a una lastra di marmo lucido.

"Ciao, papà, scusa se ci ho messo tanto."

Deposti i fiori e acceso un incenso, si sedette guardandosi intorno: quel pomeriggio, a parte qualche individuo che puliva le tombe dei propri cari, il cimitero era deserto.

"Prima di raccontarti che cosa mi sta succedendo in questo periodo, guarda: ho preso la sufficienza con la professoressa Hashimoto, ci credi? Ammetto che non è tutta farina del mio sacco, mi sta aiutando Miu, una nuova amica un po' speciale... ma non nel senso in cui la intendono i Fujita", si corresse allarmato. "È speciale perché lei non è umana. Proviene da un mondo chiamato Zemlyan. In realtà, voi due vi siete già conosciuti e lo sai, papà, l'ho sempre saputo che eri un eroe."

Il ragazzo trattenne le lacrime mentre ricordava quello che il genitore aveva fatto per la compagna. Asciugati gli occhi narrò alla lapide la scoperta delle cause dell'incidente, delle avventure vissute a partire dalla rimpatriata al tempio, fino alla visita al nuovo regno, spremendosi per non dimenticare neppure un dettaglio.

D'un tratto, un rumore alle spalle lo spaventò e lui si voltò di scatto pronto ad alzarsi. Ma a parte un mucchio di foglie secche svolazzanti, non sembrava esserci nulla di sospetto.

"Immagino sia merito degli allenamenti se ho i riflessi pronti... Ora è meglio che vada. Mi manchi, papà. Ti prometto che sarò coraggioso come lo sei stato tu", lo salutò con l'amuleto stretto in una mano e con l'altra a sfiorare la sommità della fredda lapide, in cerca di una carezza che non sarebbe mai potuta arrivare.

Zemlyan: RebirthWhere stories live. Discover now