CAPITOLO 28 - 28.2 Rebirth

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"Per qualsiasi cosa chiamaci. Non fare come Kudo che la prima volta per farsi un tè e non disturbarci, ha finito con lo scottarsi... e chi lo sente poi il principe Kalooy!"

"Va bene, Mimita. Riordino alcune carte e vi raggiungo. Se voleste aspettarmi all'ingresso mi piacerebbe andare ad Haske", rispose il Sacerdote.

"Ottima idea, giovanotto. A tra poco", disse Nene uscendo dallo studio.

Il rumore dei passi delle Veje si spense in lontananza lasciando che gli unici suoni a entrare nella stanza fossero quelli della fauna esterna. Il paesaggio offerto dalle grandi vetrate da cui provenivano era di rara bellezza e quella stanza, proprio come quella del palazzo di Meki, era un luogo perfetto in cui rifugiarsi per pensare; e c'erano ancora così tante cose da scoprire, lì come in tutto il resto di quella specie di castello... ma ogni cosa a suo tempo!

Il giovane Sacerdote percorse con le dita i graffi presenti sulla sedia e poi quelli sulla scrivania. Posso immaginare chi li abbia prodotti... basta, meglio che non mi perda in ricordi tristi e poi ho promesso di finire in fretta!

Tuttavia, spostati alcuni fogli scombinati, una pergamena ben piegata, dall'aspetto diverso dal resto, lo distrasse. In un angolo, il suo nome era vergato in un'elegante calligrafia:

Ciao Taiki,

se stai leggendo questa lettera significa che hai accettato di prendere il mio posto e di diventare il nuovo Sacerdote dell'Ombra. Come ti ho confidato, per me stava diventando un compito troppo pesante, un fardello, che avrebbe rischiato di oscurare di nuovo la mia anima.

Quando i principi mi hanno presentato agli abitanti, seppure con un'iniziale diffidenza, gli zemlyani mi hanno accolto. Con il passare dei mesi si sono fatti comprensivi, e non di meno amichevoli, perdonandomi per tutto ciò che avevo fatto. Ma ancora oggi mi chiedo se ho meritato tutto ciò.

La verità è che quegli stessi mesi in me si sono fatti strada non solo il rimorso e il senso di colpa, ma anche la paura di non essere all'altezza delle aspettative, oltre a un'immensa mortificazione, convinto di non poter restituire con la stessa efficacia tutto l'amore che il regno mi stava dimostrando.

Ho quindi ammesso a me stesso che non sarei stato in grado di farcela e parlando con Miu, che già sapeva del mio malessere, e poi con Namis e Kalooy, mi hanno detto che se lì non ero felice, dovevo ritenermi libero di cercare la mia strada.

Ma non avrei potuto lasciare Zemlyan senza sapere che sarebbe stata al sicuro, così ho cominciato a pensare a chi sarebbe stato tanto generoso, onorevole, giusto, saggio, coraggioso e, al contempo, consapevole di cosa significhi soffrire, da potersi assumere questo incarico, dando vero valore a tutte e sei le Virtù.

E il solo che sono riuscito a figurarmi sei proprio tu.

Taiki, ci sono pezzi del mio cuore che devo ancora riparare, frammenti di me stesso che devo comprendere, e non posso farlo a Zemlyan dove le mie scelte assumono un significato e un peso non indifferenti, poiché si riflettono sugli altri.

Naturalmente anche lo Spirito del Corvo è d'accordo con lo scambio. Alla tua protezione ci penserà lui che in futuro, come per gli altri Spiriti, avrà la libertà di scegliere il proprio Protettore, se lo riterrà necessario.

Per quanto mi riguarda tornerò da mia madre per ricominciare, ho bisogno di imparare davvero che cosa sia l'amore e prendermi cura dei suoi sentimenti, sbriciolati anche a causa mia. Non so bene come farò, ma quel che è certo è che non sarò più solo, perché in tutti voi ho trovato degli amici sinceri su cui potrò sempre contare.

E ora che Zemlyan potrà affidarsi a uno straordinario umano quale sei, insieme alla tua adorata Miu, a Namis, a Kalooy, a Odan e a tutti coloro che non smetteranno mai di credere nel bene, risorgerà più luminosa di quanto non sia mai stata.

A presto, amico mio.

Matsuda Kudo

Taiki strinse quella lettera tanto preziosa, senza sgualcirla, vicino al cuore e all'amuleto.

Gli occhi si erano fatti lucidi ma sorrise, consapevole che tutto il bene che aveva generato, come nelle migliori storie, alla fine, aveva trionfato.

I sacrifici, il dolore, la paura, la possibilità che Vark potesse un giorno fare ritorno, non erano ansie che sarebbero scomparse.

Ma lui non avrebbe mai smesso di combattere per chi avrebbe continuato a credere che potesse esistere un domani migliore. Per chi c'era e per chi sarebbe venuto.

"Taiki, ti sei perso? È arrivata la Reggente!", lo richiamò Mimita dal fondo del corridoio.

Un'ultima occhiata allo studio, un ultimo sospiro di gratitudine e il Sacerdote corse verso il proprio futuro.

Zemlyan: RebirthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora