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Edith

Mi stringevo nel mio cardigan, avevo ascoltato Esme e avevo indossato un vestitino però scelto da me e non un vestitino succinto che mi aveva portato Esme.
Avevo lasciato i capelli in semplici boccoli morbidi ed Esme aveva creato con pochi trucchi un trucco delicato che mi andasse bene e adesso mi ritrovavo qui,immobile a fissare tutto come se non ci fossi realmente.

Un grande fuoco acceso al centro, musica veramente sparata a palla e un bel gruppo di ragazzi e ragazze che ballavano tra di loro come se non ci fosse un domani

"pronta pasticcino?" la voce euforica di Esme mi riporta con i piedi a terra, sgrano gli occhi quando mi trascina in mezzo alla confusione e comincia a ballare sicura di sé sorridendo in tutta la sua bellezza. "Daiiiii muovitiiii, sembri un palo" mi faccio piccola piccola quando comincio ad essere travolta dalla confusione, riesco solo a percepire questa frase prima di essere spinta via da lei "Esmee-ei fermo, lasciami passare" cerco di urlare il suo nome ma lei non mi sente, spingo un tizio ubriaco marcio ma non riesco comunque a raggiungerla, bene direi un bel modo per iniziare la serata.

"serve compagnia?" la voce di un ragazzo mi porta a distogliere lo sguardo dal fuoco, ho chiamato un pò di volte Esme al telefono ma non ha risposto, ho deciso di prendere posto in un tronco vicino al falò e di restare lì
"ei? Sei sorda per caso?" mi scuote la spalla e subito mi scosto dal suo tocco, indossa un semplice bermuda con una canotta, non ha scarpe, non riesco a capire il colore dei suoi capelli dato la mancanza di luce, ma scorgo due occhi azzurri ricoperti da una patina luccicante, forse è brillo
" no grazie, sta arrivando la mia amica" gli sorrido tesa, tiene in mano due bottiglie di birra, alla mia risposta storce un pò il naso e prende posto accanto a me, tutti ballano, non conosco nessuno e comincia a salirmi il panico
"non ti ho mai vista da queste parti sai? Hai un profumo così buonoo" lo dice quasi lamentandosi prima di prendere un'altro sorso della sua birra, un brivido di paura sale lungo la mia spina dorsale quando si avvicina per annusarmi i capelli, lo sento sospirare quasi inebriato
Le mani cominciano a tremare, la vista comincia ad annerbiarsi, i ricordi tornano a farsi vividi nella mia mente

" Josh va tutto bene, non devi farlo veramente, non è come pensi" le lacrime uscivano dai miei occhi, il suo sorriso compiaciuto,i bottoni della mia  camicetta volano quando lui la strappa con forza "sai piccola Edith ho aspettato fin troppo questo momento" le sentivo le sue mani avide scorrere sul mio corpo mentre cercavo di ribellarmi

"che cazzo succede qui?"
Singhiozzavo mentre mi stringevo nel mio cardigan, tremavo, non riuscivo a smettere, nemmeno il calore del fuoco riusciva a riscaldarmi
"i-o io non lo so, ha cominciato a piangere dal nulla, io non centro" furuno le ultime parole che sentì prima di svenire.

Sentivo caldo, fin troppo caldo, cercavo di aprire gli occhi ma faceva tutto male, la testa scoppiava, la sentivo rimbombare e uscì un lamento di dolore dalla mia bocca prima di aprire finalmente gli occhi

La prima cosa che videro i miei occhi fu un petto super scolpito, dei tatuaggi sparsi lungo le braccia, ma quello che mi lasciò con la bocca asciutta fu il viso di Jeb, teneva gli occhi chiusi, le labbra carnose socchiuse, non lo vedevo da una settimana e sembrava così innocuo mentre dormiva

"ti piace quello che vedi mocciosetta?" la sua voce per poco non mi fa svenire di nuovo
"che ci faccio qui? Devo tornare a casa" ignoro il suo commento e subito mi alzo, le mie guance diventano rosse come delle fragole appena colte al solo pensiero di aver poggiato il mio corpo sul suo
"ti ho trovata svenuta in un angolo e visto che non sono così crudele ti ho raccolta e portata a casa mia" non mi guarda negli occhi mentre prende parola, non ricordo bene la situazione, provo a sforzarmi ma il mal di testa non mi aiuta
"grazie" è tutto ciò che riesco a dirgli prima di girarmi per andar via
"ti accompagno io" non mi da tempo di controbattere perché ha già messo una maglia a maniche corte, preso le chiavi della sua auto e chiuso la porta della camera alle sue spalle, confusa e stupita dal suo gesto esco dalla stanza e lo raggiungo nella sua macchina.

Il tragitto lo passiamo in totale silenzio, Amie mi aveva chiamato tantissime volte, mi sentivo così in colpa con lei, avevo trovato pure un messaggio di scuse da parte di Esme, le avevo scritto di non preoccuparsi e che domani se voleva poteva passare a prendersi un tè e raccontarmi cosa cavolo era successo

"vuoi restare qui o hai intenzione di scendere? Ho già sprecato troppo tempo" la voce fredda di Jeb mi spinge a voltare lo sguardo verso la sua direzione, nella penombra della luna riesco a vedere per metà il suo profilo, i capelli spettinati, le labbra carnose e morbide solo alla vista, sembravano proprio uno di quei frutti proibiti che una volta provati non avresti più smesso
"allora? Devo buttarti fuori a calci?" ero sconvolta dalla sua cattiveria, prima mi aiutava e poi mi trattava male

"dovresti smetterla di fare lo stronzo con una persona che nemmeno conosci e grazie di nuovo"

Erano state le uniche parole che avevano preso vita dalla mia bocca prima di uscire e sbattere lo sportello, non sapevo il perché del suo atteggiamento così crudele verso i miei confronti e forse non volevo nemmeno saperlo, però pur non conoscendolo mi ferivano molto le sue parole, ma nonostante ciò ero in debito con lui, mi aveva salvata.
Buonasera ragazze, che ne pensate? Cominciamo a conoscere un pò di più la protagonista, mentre del gesto di Jeb che ve ne pare?

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