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Anthony

"mamma devi mangiare"
Continua a mantenere lo sguardo fisso

Esasperato dal suo silenzio lascio cadere il piatto a terra, causando un enorme frastuono, finalmente si volta vederso di me

"Anthony, che hai fatto"
Priva di qualsiasi emozione, priva di qualsiasi espressione, la sua voce è solo una sottile richiesta d'aiuto
Le sue mani pallide tremano impaurite dal rumore

"mamma devi ascoltarmi o morirai"
Batte lentamente le ciglia, così lentamente da lasciarmi con il fiato sospeso

Quando la guardo, quando guardo i suoi lunghi capelli neri, ricordo tutte le volte in cui passavo del tempo a spazzolarli, quei pochi momenti in cui mio padre stava fuori, Jeb invece si rannicchiava tra le sue braccia e dormiva senza fare strani incubi

Io amo così tanto farlo, amavo nonostante la mia piccola età, prendermi cura di lei, come se fosse un piccolo fiore raro da curare attentamente

In realtà pian piano il suo sorriso si spense, cominció a dimagrire e presto i suoi occhi si fermarono ad ammirare il cielo dietro un vetro e la sua bocca smise di comunicare con noi

"Anthony, sono già morta tanto tempo fa"

I suoi occhi di ghiaccio mi fanno sentire così piccolo e il suo essere impassibile a quella possibilità che la vita le stava dando mi mandava letteralmente fuori di testa

"mamma devi smetterla, sono stanco adesso, ho passato ogni singolo giorno ad accudirti ricevendo questo in cambio?
Adesso che papà non c'è più puoi riprendere in mano la tua vita"

Urlo disperato cercando una volta per tutte di farle capire la realtà dei fatti

I suoi occhi si spalancano sconvolti, non mi ha mai visto così con lei

"Anthony, perdonami, perdonami"

Comincia ad urlare impazzita, le lacrime bagnano il suo viso e presto comincia l'ennesima crisi, la mia tata entra di scatto e vedendo mia madre in quello stato mi chiude letteralmente fuori dalla camera, lasciandomi inerme e sconvolto, nonostante sia già successo altre volte.

Il sole picchia forte oggi, tolgo la canotta e comincio ad allenarmi per sbollire un pò il nervoso

"hai visto che figuraccia ha fatto? È solo una sfigata"

Il mio udito super sviluppato mi permette di ascoltare le conversazioni altrui

Proseguo con le trazioni mentre delle ragazze continuano a parlare tra di loro

"è così insulsa, una stupida umana da quatto soldi, non potrà mai superare Artemide"

Mi blocco sul posto mentre indisturbate ridacchiano divertite

Mi avvicino con passo felpato proprio da loro e subito la ragazza che stava parlando si zittisce

Sento il suo sguardo sul corpo e per poco non mi sale un conato di vomito

"di chi parlavi con le tue amiche?"

Serro le labbra in una linea sottile, abbastanza irritato

Si avvicina a me la diretta interessata e poggia la sua mano sulla mia spalla mentre le amiche la guardano quasi invidiose

"parlavo di quella stupida umana che si spaccia per la compagna dell'alpha"

Scosto palesemente schifato la sua mano

"non mancarle di rispetto così, lei è la tua luna e devi accettarlo"

Lei evita il mio sguardo chiaramente imbarazzata

"e cambia colore di capelli, sembra che un cane ti abbia pisciato in testa"

A quella battuta le sue amiche scoppiano a ridere ed io ridacchio a mia volta, mi volto e torno ad allenarmi.

Edith

Sentivo il sudore scorrere tra i miei palmi, il rumore del mare agitato mi rendeva parecchio nervosa, Jeb aspettava in silenzio che io aprissi bocca

Mi sentivo così in ansia, chissà cosa avrebbe pensato Jeb, chissà se avrebbe cambiato il suo modo di essere

"allora, partiamo dall'inizio"
Prendo la forza e finalmente comincia il mio racconto

Punto i miei occhi nocciola in quella distesa infinita mentre pian piano la mia testa mi riporta a quei ricordi che avevo tenuto nascosti per molto.

"tutto è cominciato al liceo, non ero una ragazza molto socievole e riuscivo veramente con molte difficoltà ad aprirmicon qualcuno, quindi figurati non avevo nemmeno chissà quanti amici"

I suoi occhi profondi come l'oblio mi scrutano curiosi

"poi dal nulla un ragazzo si è avvicinato, in realtà non mi aspettavo di certo una cosa del genere, tutte le mattine veniva a trovarmi fuori dalla classe, passava i momenti liberi a tenermi compagnia e andava pure d'accordo con la mia unica e ovviamente migliore amica"

Un sorriso amaro prende posto sulle mie labbra secche e probabilmente pure frantumate dai continui morsi che ho dato per il nervoso

" e poi? Che è successo?"
Jeb prova a stringere le mie mani ma le scosto di scatto

"poi mi sono fidata, da una semplice amicizia è nato quello che pensavo fosse 'amore' in realtà non lo era affatto "

Le lacrime cominciano ad offuscare i miei occhi mentre il vento gelido mi trafigge la pelle come piccoli cocci di vetro

Tiro su col naso e quasi mi manca il respiro, rivivo per l'ennesima volta le stesse emozioni, l'aria che veniva a mancare, gli occhi che bruciavano dalle tante lacrime che avevo versato

"Josh, ha iniziato ad essere violento, mi obbligava a restare a casa, mi diceva che mi voleva tutta per sé, che non voleva che altri ragazzi mi guardassero, in realtà il mio sentimento per lui mi aveva resa cieca, non riuscivo a vedere quanto la sua mente fosse instabile e malata "

Mi rannicchio su me stessa mentre le lacrime scendono silenziose, Jeb prova ad avvicinarsi, prova a stringermi tra le sue braccia ma mi allontano

" una sera, quella fatidica sera, ha uscito il peggio di sé, ero da sola a casa, i miei genitori avevano deciso di andare fuori a cena, mia sorella a fare le sue solite cose stupide con le sue amiche, ho visto che non stava bene, aveva gli occhi rossi, sembrava fuori di sé, sentivo in realtà già una strana sensazione che mi metteva in allerta, e poi tutto è successo in un secondo, mi ha presa con la forza, mi ha trascinata nella mia camera, io non riuscivo a liberarmi, era troppo forte"

Adesso il mio pianto disperato mi permette con difficoltà di unire le parole con un nesso logico

Jeb mi stringe con forza nel suo petto, provo a staccarmi disperata, mentre il dolore mi ferisce continuamente

"e poi, poi ha cominciato a toccarmi, ha cominciato a dire frasi orribili, io non sapevo che fare, non riuscivo a liberarmi, non c'era nessuno a casa e nonostante le mie urla chiedessero aiuto, non sarebbe comunque arrivato nessuno a salvarmi"

Il cuore di Jeb batte forte e riesco per un attimo a concentrarmi su quello
Lui è rimasto in silenzio probabilmente sconvolto dal mio racconto e comunque qualsiasi cosa avesse provato a dire non sarebbe servito a nulla

"poi quando pensavo che tutto ormai stava per andare nel modo in cui lui voleva, mio padre gli ha spaccato un vaso in testa e l'ultima cosa che ricordo, sono i suoi occhi aperti e privi di luce, l'aveva ucciso"

Finisco il mio discorso con un filo di voce, ho aperto una delle mie più grandi ferite a lui, adesso Jeb conosceva il mio più grande segreto.
Ragazze buongiorno, scusate l'assenza, comunque ecco il capitolo, non voglio aggiungere altro.

Full Moon Where stories live. Discover now