07 - Nuovi Incontri (rev.02)

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Durante la corsa in taxi, Ben non aveva fatto domande. Non ne aveva avuto bisogno.

Si era limitato a sentire l'energia della figlia e a leggere i sentimenti in essa contenuti.

Adriel aveva dentro di sé un turbinio di emozioni: su tutte spiccava la rabbia, dovuta a quello che lei vedeva come un torto o peggio, un tradimento. Nonostante paura e confusione si agitassero in lei, erano comunque sentimenti soffocati; era la rabbia a primeggiare.

Aveva deciso anni prima che le avrebbe rivelato la verità poco alla volta, per proteggerla e darle una vita normale il più a lungo possibile. Lo aveva fatto per il suo bene, doveva solo riuscire a farglielo capire.

Suo padre Robert invece era stato chiaro fin dall'inizio:

"Abbiamo un dono Ben. Che ti piaccia o meno lo devi accettare e adempiere ai tuoi doveri." Gli aveva detto senza troppi giri di parole. Lui aveva solo sette anni e quella scoperta non aveva fatto altro che alimentare la sua fantasia di bambino con l'idea che suo padre fosse una specie di supereroe invincibile, che ogni giorno usciva di casa per combattere demoni e mostri.

Ma quando poi era successo, quando poi anche lui si era rivelato, quando il dolore fisico e la paura erano scemati, dopo, anche lui aveva provato rabbia.

Non poteva biasimarla quindi se provava rabbia e odio nei suoi confronti quando lui aveva fatto lo stesso.

Ora l'unica cosa che gli restava da fare era sperare. Sperare che Adriel, messa davanti ai fatti, sentendo l'energia scorrere in lei e vedendo per davvero, avrebbe creduto e accettato, nel bene e nel male, un poco alla volta, la realtà.

Per un istante ripensò alla Adriel bambina, così piena di fantasia, spensierata e innocente della quale sapeva ogni cosa. Quando era cresciuta così tanto? Quando si era trasformata in una giovane adolescente con la testa sulle spalle, a tal punto desiderosa di razionalità da faticare a credere anche davanti all'evidenza?

Salirono i gradini delle scale in punta di piedi: spiegare l'insolita mise di Ben sarebbe stato complicato. Al secondo piano i Cunningam erano ancora svegli per la consueta lite dell'una di notte, ma risultarono impegnati a sufficienza a gridare l'uno all'altra quando passarono davanti allo loro porta.

Adriel camminava dietro Ben che rapido infilava un gradino dietro l'altro: nonostante la ferita alla gamba e tutto il sangue che aveva perso, si sorprese nel trovarlo così in forza. Non sembrava nemmeno soffrire nello sforzare la parte ferita.

Arrivati al loro piano, con il piede sull'ultimo gradino, Adriel si bloccò di scatto come se una forza invisibile l'avesse presa per le caviglie. E invisibile ma intensa era la sensazione che si fece strada in lei, la stessa sensazione che avvertiva quando si concentrava sulle persone per indovinarne le emozioni. Si guardò intorno, ma a parte Ben non vide nessun altro.

Era un sentimento di nervosismo, che pulsava piano, a ritmo costante, come un tic che poteva sentire chiaro e pungente. La sensazione sembrava provenire da qualcuno che stava all'interno del loro appartamento.

"È Macallan", disse Ben notando lo sguardo turbato della figlia. "È un amico."

Come faceva a sapere con certezza chi si trovava al di là della porta? Si chiese Adriel.

Il ragazzo afferrò la maniglia e non si stupì di trovarla aperta: sentiva chiaramente chi aspettarsi all'interno.

Adriel gli fu subito dietro.

Sul divano del salotto, accanto al mobile della cucina, erano seduti due uomini che, vedendoli entrare, scattarono in piedi all'unisono.

Quello più alto aveva una corporatura massiccia e squadrata che, agli occhi di Adriel, ancora minuta e ragazzina, lo faceva apparire come una montagna. Si avvicinò loro per primo, allargando le braccia e rivelando così delle mani incredibilmente grandi, con cui pensò lei, avrebbe potuto triturare roccia viva con una sola stretta.

La Rivelazione di AdrielWhere stories live. Discover now