19. Oltre il limite (rev.02)

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L'attesa in quel corridoio si stava prolungando decisamente troppo.

Macallan si era chiuso in un silenzio riflessivo, così Adriel ne approfittò per fare pratica.

Poiché ormai aveva chiara l'impronta dell'energia di suo padre, chiuse gli occhi e si concentrò per trovarla.

Le lezioni di yoga che frequentava con zia Max furono utili nell'aiutarla a rilassare il respiro e con esso la mente.

Gli altri vedenti, quelli incazzati con loro, erano lontani, probabilmente in attesa del verdetto e non avevano osato svoltare l'angolo. Era da sola, nessun rumore ostacolava la sua concentrazione.

Visualizzò nella mente, dapprima il suo corpo, poi il corridoio e infine la porta bianca dietro cui si trovava Ben.

Sapeva cosa sentire. Focalizzò mentalmente l'immagine di lui e riuscì a percepirlo. Questa volta era in uno stato di quiete: percepì il calore, anche se meno intenso di prima ma sapeva che era lui, ne era certa.

Anche se Ben le aveva detto di concentrarsi solo su di lui, non resistette alla tentazione di vedere anche gli altri. In quella stanza ci doveva essere anche il capo di Macallan, la signora Pearson: decise di provare con lei.

Non avendola mai vista, restò in attesa di sentire qualcosa ed ebbe così la sensazione di avvertire una fonte di calore, decisamente diversa da quella di Ben, ma comunque intensa.

Aveva appena iniziato a familiarizzare con quella nuova energia quando avvertì un moto di calore che riconobbe immediatamente: Ben. Che si fosse accorto che stava cercando di sentire qualcun altro e l'avesse ammonita in quel modo?

"Incredibile..." Si lasciò scappare Adriel meravigliata dalle capacità che andava scoprendo; le stesse che molto probabilmente poteva avere anche lei.

"Questo è niente paragonato alle tue reali potenzialità."

Adriel spalancò gli occhi di colpo e si trovò di fronte l'uomo alto e magro, con i capelli ingellati all'indietro, che avevano incontrato prima; era stata talmente concentrata da non sentirlo arrivare.

"Burt" lo salutò Macallan; nel suo tono Adriel lesse una punta di sprezzo.

Aveva occhi piccoli di un azzurro talmente chiaro da sembrare cristallo, incavati in un viso scavato e imberbe.

"Conosco il tuo segreto" le disse ammiccando.

Quell'intenzione, apparentemente amichevole, contrastò di netto con la sensazione che Adriel aveva percepito scaturire da lui sin dall'inizio.Quel tizio non le piaceva per nulla.

Nonostante non si stesse concentrando su di lui, c'era qualcosa che non la convinceva dentro. Una sensazione per nulla positiva, come se quell'uomo fosse in grado di emettere energia in grado di sconvolgere la sua.

Un'inspiegabile ansia e un senso di soffocamento iniziarono a farsi strada dentro di lei: stava perdendo la calma conservata duramente fino a quel momento.

L'uomo continuò a fissarla con un finto sorriso che non faceva altro che incrementare la sua sensazione di disagio. Non sapeva come evitare di sentirlo. Stava perdendo il controllo e l'idea di poter rifare quello che aveva fatto la scorsa notte scatenò in lei un'incontrollata reazione di panico.

Affondò le dita nel bordo della seduta, il respiro bloccato in gola.

"Come mai non sei là dentro?" gli domandò Macallan con un cenno del capo rivolto alla sala d'osservazione.

"Credo che il vero spettacolo stia per iniziare qui fuori" gli rispose l'uomo poi rivolgendo nuovamente l'attenzione su Adriel si congedò ammiccando nuovamente.

La Rivelazione di AdrielWhere stories live. Discover now