01 - Una normale ragazza (rev.02)

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Era tardo pomeriggio di una giornata qualsiasi di inizio autunno. Adriel aveva tredici anni e anche se ancora non lo sapeva, da lì a poco la sua vita sarebbe cambiata e in modo apparentemente irrazionale.

Lunghi capelli ricci raccolti in una crocchia voluminosa in cima alla testa, jeans a vita alta e un maglione largo color caffè: seduta sulla panchina del parco, quella sul lato corto del laghetto, Adriel fissava lontano, verso il centro dello specchio d'acqua, il viso acqua e sapone accarezzato dagli ultimi raggi del sole al tramonto.

Accanto a lei sedeva Sarah, l'amica con la quale aveva condiviso il banco di scuola dalle elementari e le mai troppe chiacchierate su quella panchina.

"Non hai voglia di tornare a casa nemmeno stasera, vero?" le domandò Sarah incrociando le gambe sulla seduta.

Adriel prese a fissarsi gli stivali che portava rigorosamente slacciati, facendo sbattere le punte l'una sull'altra a ritmo costante, come a creare la suspense per la risposta.

"Se vuoi ti accompagno. Mando un messaggio a mia madre e resto un po' con te."

"No, non serve. Ma grazie lo stesso." Rispose la ragazza portandosi il pollice alla bocca.

"Ah, davvero?" ribatté l'amica sorridendo. "Ti stai mangiando le unghie, vuol dire solo una cosa: sei nervosa. Ti conosco troppo, non mi freghi... "

"Eh va bene, lo ammetto! Non ho voglia di tornare a casa, ma non voglio nemmeno che tu mi ci accompagni, non cambierebbe le cose. E poi sono certa che lui tratterebbe male anche te."

"Beh... se riuscissi a vederlo appena uscito dalla doccia, con solo un asciugamano in vita, potrei sopportare qualsiasi tipo di trattamento..." disse Sarah gongolandosi al pensiero.

"Sarah!" esclamò Adriel colpendo affettuosamente l'amica sulla nuca con la mano. "Lo sai che mi dà un fastidio tremendo quando parli di Ben in quel modo!"

"Scusa... " tentò di mortificarsi la ragazza. "Ma tuo padre è un figo pazzesco, è difficile trattenere la fantasia."

"Hai tredici anni!" sottolineò Adriel guardandola torva.

"E lui ventinove, non c'è mica quella grande differenza d'età" si giustificò Sarah facendo spallucce in modo vistoso.

"Cretina." L'apostrofò Adriel lasciandosi strappare un sorriso.

Tra le due c'era una profonda intesa, nata dal primo giorno delle elementari.

Sarah ricordava ancora come il calore del sorriso gentile di una bimba dai capelli ricci l'avesse convinta a staccarsi dalla mano di sua madre per entrare in classe.

Adriel le aveva preso la manina e senza bisogno di aggiungere parole, l'aveva accompagnata a sedersi nel banco accanto al suo.

La loro amicizia era di quelle destinate a durare: si capivano dagli sguardi, accettavano di giudicarsi a vicenda apertamente e senza rancore e non si stancavano mai l'una dell'altra.

A Sarah era piaciuta fin da subito Adriel, così come fin da subito aveva trovato simpatico suo padre Benedict, che all'epoca aveva appena compiuto ventun anni.

Ricordava ancora tutte le volte in cui le aveva portate a giocare al parco, a mangiare un gelato o al cinema. Le era sempre piaciuto quel papà giovane che le faceva ridere tanto anche se spesso, nel bel mezzo di un'uscita, si faceva sostituire dalla sua amica Max per scappare di corsa per chissà dove.

A quel comportamento lei non aveva mai dato troppo peso, ma crescendo aveva capito che ad Adriel quelle sparizioni improvvise non piacevano anzi, facevano male.

La Rivelazione di AdrielOnde histórias criam vida. Descubra agora