47. Odio (rev.01)

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Forse Jona aveva davvero ragione. Forse avrebbe dovuto fidarsi e basta. Eppure, sull'autobus che l'avrebbe portata a casa di Max e Billie, non fece altro che pensare e ripensare al comportamento altalenante di Ben.

Le aveva mentito, per proteggerla è vero, andando contro tutto e tutti. Lo aveva fatto per lei e di questo ormai era sicura. Ma per volere bene a qualcuno fino in fondo, per dimostrare a quel qualcuno di essere cristallino e veritiero, per lei, non potevano esserci segreti.

I segreti portano a mentire e una volta scoperti, il più delle volte, non fanno altro che ferire e spezzare ciò che di bello c'era tra l'inconsapevole a cui era stato tenuto nascosto e il custode che lo aveva serbato con troppa riservatezza.

Non voleva ritrovarsi a scoprire, di lì a qualche giorno, mese o addirittura anno, altri inconfessabili fatti che riguardavano la sua famiglia.

Si sorprese nel ritrovarsi a pensare a lei e a Ben come una famiglia. In passato lo aveva fatto spesso, quando era più piccola. Poi quell'immagine era diventata più sfocata dopo che Max si era trasferita da Billie, fino a sparire quando Ben aveva iniziato a prendere le distanze per poi allontanarsi del tutto.

Voleva sentire ancora ciò che quell'immagine era in grado di farle sentire, ma la paura di una nuova delusione era troppo forte.

Aveva più di una domanda in sospeso a cui voleva fermamente che suo padre desse una risposta sincera. Voleva sapere di suo nonno e del luogo in cui Ben aveva vissuto prima di essere costretto a trasferirsi in città.

La curiosità che le aveva instillato Maddox quella mattina, necessitava una sorsata soddisfacente di risposte.

La tavola era già apparecchiata e un inebriante profumo di crostata riempiva l'aria.

Max era ai fornelli: indossava una casacca da chef ed era intenta a districarsi tra il piano cottura e il forno. Billie invece stava tagliando minuziosamente qualcosa sul piano da lavoro.

Vedendola entrare si voltarono all'unisono nella sua direzione, dedicandole i sorrisi più belli che potesse sperare di ricevere.

"Ehilà, bambolina!" Esclamò Max asciugandosi le mani nel canovaccio. "Sei stata puntuale."

Adriel si sorprese nel leggere una punta di stupore in lei.

"Di solito, quando sei con Sarah, tiri sempre per le lunghe." Spiegò Max cogliendo la sua espressione.

"Ah, già, no", si trovò impreparata Adriel, "doveva ripassare stasera."

Mentì rapidamente, senza rendersene conto, tant'è che Billie non fece in tempo a sentire il suo rimorso.

"Dov'è Ben?" Chiese per distogliere l'attenzione dalla sua energia.

"Dovrebbe arrivare a momenti, se non riceve altre segnalazioni." Le rispose Billie assaggiando con la punta del mignolo una delle preparazioni di Max.

"Ehi!" La rimproverò la compagna battendole la mano con il cucchiaio di legno.

Max aveva una passione per la cucina. Adriel e Billie erano sempre le prime a testare le sue creazioni. Sperimentava con le spezie, con i gusti più esotici e particolari, mescolando ingredienti che sulla carta sembravano avere nulla in comune. Quando Max si metteva a creare, il risultato era sempre garantito e sorprendente.

Adriel si era ritrovata spesso, negli ultimi anni, a cenare a casa loro, restando anche a dormire per la notte. L'avevano sempre trattata come una figlia e lei custodiva una traccia indelebile di tutti i momenti passati insieme. Stare lì con loro, in quella cucina, le riportò alla mente ricordi che l'energia rese ancora più vividi, unendo alle immagini, le emozioni che tacitamente aveva raccolto.

La Rivelazione di AdrielDove le storie prendono vita. Scoprilo ora